R. & P.
La Biblioteca rappresenta – o dovrebbe rappresentare – luogo di aggregazione sociale, strumento di diffusione della cultura e mezzo di crescita per la collettività.
Ciò che certamente non deve diventare è un mero gruppo di scaffali con testi che fanno da sfondo a foto d’occasione durante convegni, seminari e presentazioni di libri, ma che non possono essere presi in prestito né in altro modo utilizzati per arricchire teste e coscienze di una futura, aspirante classe dirigente, sana e competente.
Ho, infatti, direttamente appreso che – nonostante siano trascorsi due anni e poco più dall’inaugurazione della Biblioteca Comunale di Palazzo Nieddu Del Rio di Locri – dei 21.000 libri ivi contenuti non esiste un catalogo. È, quindi, impossibile prelevarne qualcuno oppure denunciarne l’eventuale furto.
Ciò appare in perfetta coerenza con quanto le precedenti Amministrazioni Comunali e anche quella attuale, hanno fatto, riducendo i libri della “Biblioteca Comunale” a fastidioso intralcio (non solo in senso meramente materiale, ma anche ideologico) per il buon funzionamento della macchina burocratico-amministrativa, essendo stati spostati molto spesso con metodi discutibili.
Oggi, 21.000 libri sono ostaggio di 17 Consiglieri Comunali, della loro incapacità o mancanza di volontà di dare – o sollecitare – un atto di indirizzo politico-amministrativo che sia, però, concretamente eseguito.
I libri di una Biblioteca definita “Comunale” non sono bene di questa o quell’Amministrazione, sono invece patrimonio di ogni singolo cittadino, che devono sentirsi liberi di accedervi sempre e con le regole previste.
Il trattamento riservato a questi testi non fa onore né alla nostra storia più remota, né ad importanti – per ciò che hanno fatto – personalità del recente passato, che concretamente si sono impegnate per diffondere nei giovani la passione per le nostre nobili origini.
Sviluppo culturale, etico e morale e formazione dei giovani: parole evidentemente pericolose e che fanno ancora paura a molti.
All’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, rivolgo l’invito ad assumersi l’impegno pubblicamente di disporre la catalogazione dei libri e la loro messa a disposizione entro il più breve tempo possibile.
Giuseppe Clemente