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Discarica di Casignana, il “No” dei sindaci al nuovo ampliamento

21 Gennaio 2014
in In primo piano
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di Adelina B. Scorda (foto e video di Enzo Lacopo)

BIANCO – Ci si riunisce ancora una volta tutti attorno a un tavolo per discutere dell’imminente ampliamento della discarica di Casignana. lo si fa ancora una volta a Bianco, in una conferenza stampa convocata d’urgenza dall’amministrazione comunale che solo sabato è venuta a conoscenza, per vie traverse, che a breve ripartiranno i lavori del sito in località Petrosi. Toni pacati ma parole forti contraddistinguono quest’ennesimo incontro, per ribadire nuovamente il netto “no” ad un ulteriore ampliamento della discarica.

 

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A condividere la posizione dell’amministrazione comunale di Bianco, il comitato “no discarica di Casignana”, il sindaco di Bovalino Mittiga, il sindaco di Africo Versaci, ma anche assocomuni rappresentata dal sindaco di Sant’Agata Giuseppe Strangio e l’assemblea dei sindaci con il suo presidente Giorgio Imperitura. Una serie di considerazioni ben motivate fanno da preludio a quelle che saranno le motivazioni che spingeranno in massa i sindaci a opporsi alla disposizione regionale.

“Il decreto dirigenziale, con il quale si pubblicava il bando per l’affidamento del servizio di direzione dei lavori, di assistenza al collaudo, liquidazione, tenuta dei registri contabili e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di ampliamento della discarica di Casignana”, è rimasto pubblicato sull’albo regionale solo per 15 giorni, esattamente dal 23 dicembre al 7 gennaio, particolare che insinua qualche dubbio tra i sindaci che avvertono in questa lasso di tempo, fin troppo ristretto, la volontà da parte della regione di velocizzare tempi e modi affinché le procedure per l’avvio dei lavori in discarica evitassero di subire ritardi o opposizioni da parte di qualcuno.

Ed effettivamente se Pasquale Ceratti, cittadino bianchese, non si fosse imbattuto nel documento probabilmente ad oggi non ne saprebbero ancora nulla così come erano a conoscenza dei fatti, stando alle loro dichiarazioni, i commissari prefettizi del comune di Casignana che hanno dichiarato come non fossero a conoscenza dell’imminente inizio dei lavori. “Continuiamo a non capire – ha sottolineato Strangio – perché alla regione si siano ostinati a sfruttare il sito di località Petrosi oltre ogni ragionevole dubbio. Stanno dimostrando – ha proseguito – di avere una visione miope delle esigenze del territorio, senza considerare che solo per effettuare i lavori inseriti nel progetto ci sarà un notevole impatto ambientale che andrà ad incidere negativamente su tutta l’area interessata”.

I lavori di ampliamento della discarica di Casignana affondano le loro radici nel 2009, nel settembre dello stesso anno furono infatti aggiudicati i lavori in via definitiva, successivamente bloccati in quanto già allora emersero problematiche geologiche (è un terreno soggetto a contrazioni e distenzioni in base alle condizioni di piovosità climatica), progetto per il quale furono stanziati nel 2011 quattro milioni di euro, cifra che nel tempo sarebbe essere lievitata fino a raggiungere il tetto di ben 6 milioni di euro.

Peccato però che nel piano Rifiuti della Regione, il sito di Casignana non sia stato menzionato e neppure durante gli incontri con l’assessore Pugliano si sarebbe mai discusso dell’avvio dei lavori, per i quali le rappresentanze locridee avevano già espresso più volte, con delibere, consigli aperti e assemblee istituzionali la loro totale contrarietà. Una volontà politica, dunque, hanno ribadito più volte i sindaci presenti, sta spingendo affinché venga ampliata la discarica per ben 500 mila metri cubi.

“Una quantità spaventosa – ha dichiarato Scordino – in termini di ampiezza pari alla metà dell’attuale discarica utili secondo comunicato dall’ingegnere Artuso, a rendere Casignana funzionale al centro di Siderno. Non si spendono queste cifre – ha ribadito Scordino – per una discarica di servizio, vogliamo vederci chiaro”. Inoltre aumentare la superficie del sito sino ad una capienza di 500 mila metri cubi, insinua il legittimo dubbio che la discarica non sia solo più a servizio dei comuni dell’area sud della Locride, ma anche di aree in difficoltà di smaltimento, senza considerare l’oggettiva e maggiore difficoltà nel controllo dei rifiuti conferiti in discarica.

La decisione sarebbe, dunque, unanime, l’intera Locride si oppone all’ampliamento imposto dalla regione: “È inammissibile l’atteggiamento, quasi arrogante della giunta regionale che continua a lavorare in sordina. Come territorio abbiamo già pagato tanto in termini di ambiente e di salute – ha detto Rodolfo Nucera – quello che noi vogliamo i soldi necessari all’ampliamento siano utilizzati per la messa in sicurezza del sito e la sua bonifica. Se i nostri governatori vogliono venirci in contro ben altrimenti troveranno davanti a loro delle barricate”.

Un groviglio di progetti e ordinanze per un piano che già di suo si scontra con la normativa europea sulle discariche la quale stabilisce che i rifiuti da collocarvi devono essere trattati in precedenza, ossia devono subire alcuni “processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero.

A non andare, giù, tuttavia, all’amministrativo bianchese vi sarebbe anche la realizzazione nel territorio di Bianco di una strada di collegamento con la 106, e ‹‹questo noi non lo consentiremo mai anche a costo delle barricate. Noi come amministrazione abbiamo assunto delle posizioni in consiglio assolutamente rigorose nei confronti della discarica posizioni che continueremo a mantenere sino alla fine. Se davvero la Regione intendesse realizzare questo progetto allora tutti i cittadini dovranno mobilitarsi e dire no all’avvelenamento ed alla morte del nostro territorio. Sarebbe opportuno che anche i diretti interessati sul cui territorio sorge la discarica si pronunciassero al riguardo. Certo una discarica vuol dire anche economia e servizi, per il Comune dove sorge, ma non si può pensare che per un interesse economico, pubblico o privato che sia, seppur legittimo si possa accettare di tutto . Noi – conclude – abbiamo un preciso dovere che intendiamo onorare, quello di tutelare l’ambiente dove viviamo e la salute dei cittadini››.

In conclusine tre i passi che i sindaci si preparano a compiere, il primo la richiesta di convocazione con l’assessore all’ambiente Pugliano, al quale seguirà la convocazione dell’assemblea dei sindaci. Ultimo step, qualora questi tentativi dovessero andare a vuoto la richiesta di convocazione di un tavolo concertativo con la Regione.

 

Di seguito il video della conferenza stampa 

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