di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Il consigliere Pasquale Mesiti del gruppo di opposizione “Progetto Paese”, preannuncia una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore all’Urbanistica Sisì Napoli e del sindaco Domenico Vestito, dopo la risposta fornita dall’amministrazione comunale all’interpellanza presentata lo scorso 24 giugno, che ha fatto seguito alle eccezioni mosse in aula durante la discussione del Piano delle alienazioni e valorizzazione immobili anni 2016/2018, il cui testo riproponiamo alla vostra lettura integrale: http://www.lentelocale.it/home/marina-di-gioiosa-piano-delle-alienazioni-interpellanza-del-gruppo-di-opposizione/
La replica dell’amministrazione è giunta lo scorso 7 luglio, ed è la seguente: «In risposta all’interpellanza appena presentata dal gruppo di minoranza si evidenzia quanto segue:
- 1. La delibera della Giunta Comunale n° 19 del 22 febbraio 2016 (data nella quale sono state approvate dalla Giunta 23 proposte di deliberazione), con la quale è stato adottato e non approvato, ma semplicemente adottato, il Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobili anni 2016/2018, come risulta chiaramente dall’atto stesso, è stata proposta dal Responsabile del settore Tutela dell’Ambiente e del Territorio, il quale ha indicato, così come emerge dalla stessa proposta, alcune particelle di terreno da alienare senza alcuna relazione di accompagnamento, come peraltro evidenziato nella seduta del Consiglio Comunale del 28 maggio 2016.
Necessita ribadire, al fine di evitare equivoci interpretativi, che l’adozione del piano da parte della Giunta non costituisce atto compiuto, bensì una mera proposta fatta al Consiglio Comunale. Fino all’adozione della delibera di Consiglio, infatti, il provvedimento della Giunta non esplica alcun effetto e non è atto definitivo. Al Consiglio e solo ad esso la legge assegna il potere/dovere di approvare in via definitiva il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Ed è in sede di Consiglio che, grazie alla puntualizzazione del gruppo di opposizione, ci si è accorti di un potenziale errore e si è stabilito di espungere dal provvedimento tale previsione.
Pertanto, le presunte incompatibilità del Sindaco e dell’Assessore Napoli – fra l’altro quest’ultimo non ha partecipato alla seduta di Giunta – sono palesemente infondate.
Il Sindaco, a causa del contenuto deficitario della proposta di deliberazione, non era nelle condizioni di stabilire quale appezzamento di terreno fosse oggetto della deliberazione.
In aggiunta, sul punto si specifica che tanto la Carta di Avviso Pubblico quanto l’articolo 78, comma 2, del Tuel, in tema di incompatibilità, chiariscono che essa si configura nei casi in cui essi o loro parenti siano potenzialmente interessati a delibere dell’organo di cui fanno parte, purché “sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti”. La correlazione immediata e diretta tra il contenuto della deliberazione e gli interessi dei parenti, nel caso di specie, non è ravvisabile, in quanto, trattandosi di una proposta, che doveva essere approvata definitivamente dal Consiglio Comunale, solo in quella sede si sarebbe potuto realizzare la fattispecie del citato articolo.
Per ulteriore chiarezza, inoltre, si ritiene opportuno precisare che da una analisi successiva della proposta si è accertato che le particelle indicate nel provvedimento di Giunta, poi proposto al Consiglio, sono risultate in parte errate e, pertanto, non si sarebbe mai potuto realizzare la proposta vendita. Peraltro, la procedura di alienazione, prevista nelle sopracitate delibere, sarebbe stata comunque assolutamente errata per quanto attiene le cooperative edilizie di cui all’art. 35 della legge del 22 ottobre 1971, n. 865, in quanto i soci della cooperativa, ai sensi della citata normativa ed al successivo contrato stipulato con questo Ente, rep. N. 103 del 29/06/1983, sono titolari di un diritto di superficie sull’area desinata ad edilizia residenziale sulla quale il concessionario ha il diritto di costruire un fabbricato, successivamente da assegnare in proprietà. In questa materia la legge finanziaria n 448/1998 ha emanato disposizioni con le quali si prevede la possibilità di trasformare il diritto di superficie in proprietà, attraverso una proposta fatta dal Comune e di successiva accettazione dal parte del singolo proprietario, dietro pagamento di un apposito corrispettivo. Appare evidente, quindi, che la procedura di alienazione prevista dall’art 58 della legge n. 133 del 06 agosto 2008 riguarda esclusivamente beni che l’ente intende dismettere e sui quali ha la piena proprietà, mentre nel caso degli alloggi costruiti dalle cooperative, su area di proprietà comunale, sussiste il vincolo del diritto di superficie a favore dei soci della Cooperativa
- 2 Si puntualizza che le delibere citate nell’interpellanza, relative all’anno 2015 e precisamente la n. 29/2015 di Giunta e n. 54/2015 di Consiglio non hanno nulla a che vedere con la delibera n 19/2016, in quanto trattasi di due piani di alienazioni e valorizzazioni completamente diversi. Infatti gli atti amministrativi datati 2015 riguardano il piano 2015 e non il 2016. La riproposizione nel 2016 di beni invenduti riguarda, esclusivamente, la scuola di Drusù e il terreno antistante e non già il terreno indicato al punto “terreno sottostante Cooperativa Oasi”, trattandosi di una nuova proposizione rispetto a quella prevista con delibera n. 54/2015 C.C.;
Il fatto che la delibera n. 54/2015 sia stata inserita nel DUP è frutto di un mero refuso, determinato in sede di stesura del documento e successiva modifica, che è avvenuta nella stessa seduta Consiliare. Infatti il DUP 2016/2018, proprio a seguito della delibera n. 29 del 28 maggio 2016 C.C., adottata prima dell’approvazione del Dup, avvenuta con delibera n. 31 C.C., è stato modificato dal Consiglio Comunale, ma erroneamente, in fase di stesura definitiva del testo, non è stata riportata correttamente la modifica, conseguentemente non è ne ipotizzabile e nemmeno possibile alcuna alienazione relativamente alle particelle espunte nella seduta di Consiglio del 29 maggio, proprio in virtù di quanto deliberato con l’atto n. 29/2016, tuttavia sarà cura dell’Ufficio di Segreteria correggere l’errore materiale riportato nel documento».
Ma non ha soddisfatto pienamente il gruppo di opposizione, tanto che il consigliere Pasquale Mesiti non ha esitato a chiedere le dimissioni del sindaco e dell’assessore Napoli, partecipando la stampa delle sue intenzioni, come si evince dal seguente testo.
«Ci stupisce, innanzitutto, che per fornire una risposta a domande semplici ed immediate, anzichè fruire del primo consiglio comunale utile (tenutosi pochi giorni dopo la presentazione dell’interrogazione), sia stato necessario attendere un mese ed approfittare della presente seduta “balneare” del Consiglio.
Ci stupisce altresì che abbiate esternato gratitudine nei nostri confronti per essere stati attenti ed accorgerci della questione, con ciò, scongiurando l’aggravarsi della situazione grazie alla messa in atto di un Vostro ravvedimento operoso. E’ strano, infatti, che quel senso di gratitudine solo di recente esternato sia stato ricompensato allo scorso consiglio, nonostante l’appello della capogruppo Badolisani, con la carinerina del non attendere il mio sopraggiungere in aula in lieve ritardo ed avete iniziato i lavori al mero raggiungimento del numero legale.
E tuttavia, nonostante il tempo servito per elaborare una risposta, questa ci soddisfa solo parzialmente.
Ci soddisfa la risposta a contenuto vincolato fornita alla prima domanda (che già parzialmente conoscevamo, grazie ad un successivo controllo incrociato tra i numeri civici contenuti in visura catastale e in un curriculum di un amministratore pubblicato nella sezione “Amministrazione Trasparente” dell’Ente). Non ci soddisfano le risposte alle altre due domande. “Chi e perché” ha proposto ed effettuato l’inserimento delle predette particelle nel “Piano Alienazioni e Valorizzazione Immobili 2016-2018” approvato dalla delibera di Giunta Municipale n. 19/2016? Non basta eludere il senso della domanda con risposte del tipo: il funzionario X e “perchè così gli è piaciuto”. Se non bastano le lettere scritte ai dipendenti dal Sindaco per far capire bene la differenza tra quello che è un atto di gestione e quello che è un atto di indirizzo politico, lo rammentiamo noi in questa sede: determinare il contenuto dei beni patrimoniali dell’Ente da dismettere perchè non funzionali ai piani urbanistici o socio-economici di chi, hic et nunc, lo amministra è un atto politico, altamente politico. Non per nulla lo strumento che prevede le alienazioni si chiama “piano” e non “estrazione del numero di particella sulla ruota di Napoli”. E se anche la scelta non fosse suggerita dall’alto, appunto, dall’organo politico che indirizza e controlla – nei tanti comunicati stampa di questi anni – “virtuosamente”, “oculatamente”, “competentemente”, “trasparentemente”, “mirabilmente” l’azione degli uffici ma, appunto, …estratta sulla ruota di Napoli, sarebbe davvero mirabile che, da un bussolotto composto da circa 20 fogli di mappa e diverse migliaia di particelle, la scelta cadesse proprio su una particella su cui dimorano due amministratori e su altre particelle che fanno da corolla alla prima. Strano è poi che, in atti del Consiglio, non vi fosse traccia di foglio di mappa, visure e relazione tecnica di stima. Ecco, a tal ultimo proposito, non abbiamo ancora ben capito sulla base di quale relazione o documento tecnico avente data e protocollo certo precedente la delibera di Giunta 19/2016 sia stato stimato il valore di vendita in € 20.000,00. Ove detto documento non vi fosse, ci chiediamo che senso abbia l’intero agire amministrativo dell’Ente. Anche i prezzi vengono fissati per estrazione da un bussolotto?
Non ci soddisfa, infine, la risposta alla seconda parte dell’ultima domanda. Pensavamo, infatti, che tra le possibili determinazioni da assumere in merito alla suddetta vicenda, aveste valutato quella delle dimissioni del Sindaco e dell’Assessore all’Urbanistica. Soprattutto, quest’ultimo, da buon maestrino dalla penna rossa, è sempre bravo e pronto a pontificare su tutto…salvo, a quanto pare, far scena muta su materie che dovrebbero essere di sua competenza. Non è concepibile che un Assessore all’Urbanistica, responsabile politico delle “varianti urbanistiche” implicitamente effettuate dall’inserimento in piano alienazioni di un bene pubblico, oltre a delegare a terzi l’indirizzo ed il controllo su tale materia, contrariamente alle tante materie su cui si dimostra tuttologo, proprio alla domanda posta in Consiglio dall’opposizione sull’ubicazione e titolarità dei beni alienandi, si dimostri impreparato e non chieda di intervenire per risolvere la questione, preferendo rimanere zitto. Zitto come un… -aiutatemi voi- …zitto come un ipoacustico, ecco! Se in questa occasione – presunta la buona fede – avete dimostrato (confessandolo) che gli uffici sono liberi di fare scelte urbanistiche ed economiche senza che l’organo di indirizzo e controllo politico si senta tenuto, quantomeno, a sindacarle, potete benissimo rimettere nelle mani dei cittadini questo compito non utilizzato (almeno in una questione che, guarda caso, riguardava un potenziale conflitto d’interessi): sicuramente, un Commissario Prefettizio, per i prossimi mesi, saprebbe fare meglio di Voi.
Senza scomodare Nixon, di recente, in Italia, Cancellieri, Idem, Lupi, Marino – pur in assenza di reati – hanno preferito serbare la dignità di UOMINI anzichè dimostrare attaccamento ad una poltrona e correre il rischio di essere degradati dall’opinione pubblica in mezzi uomini, o altre categorie della nota lista sciasciana. Davvero, non sarebbe un dramma se seguiste il loro esempio.
In ogni caso, visto che abbiamo valide ragioni per dubitare di un tale sussulto di dignità, come minoranza, nei prossimi giorni, valuteremo l’opportunità di corresponsabilizzare davanti all’opinione pubblica in questa amletica scelta anche l’intera maggioranza attraverso lo strumento della mozione di sfiducia.
Grazie».