di Redazione
Si riapre, ma con ogni probabilità non è stato mai chiuso, il capitolo sanitario della psichiatrica «da sempre, – scrive LegacoopSociali – è stato terreno fertile per l’adozione delle politiche del rimando e della “disattenzione” e anche se il governo regionale nel cercare di dare una risposta al riordino del settore ha istituito un tavolo tecnico, su richiesta delle Centrali Cooperative, la soluzione sembra essere ancora lontana.
Ad oggi le convocazioni per il tavolo tecnico regionale sono state soltanto due (a settembre ed ottobre 2015) e «si è limitato – scrivono – ad indicare i tempi ( tre step con scadenza febbraio, giugno e dicembre 2016) ma non le regole del percorso per far si che le cooperative che attualmente gestiscono i servizi in convenzione possano richiedere l’accreditamento come strutture private. «Con un’evidente corto circuitazione logica laddove si pensi che vengono fissati i tempi di realizzazione di un progetto prima della definizione dei contenuti».
Ma c’è di più. «Infatti – proseguono – di recente l’ASP 5 ha convocato le cooperative per la sottoscrizione di un ennesimo “contratto ponte” dai contenuti confusi, con una serie di criticità ed incomprensibili alla lettura». In particolare, rispetto gli standard di personale, ripropone gli stessi parametri della delibera 141/2009 – prodotta dalla Giunta Loiero – riducendo le figure riabilitative a due soli educatori in totale, mentre per la parte sanitaria verrebbero impiegati 6 operatori socio – sanitari e 3 infermieri. «Tali standard, oltre ad essere evidentemente improntati verso un servizio precipuamente assistenziale e non riabilitativo come invece voluto dalla legge 180, appaiono del tutto inadeguati ed insufficienti a garantire il servizio nelle 24 ore ai 20 utenti previsti per singola comunità».
Gravi e conseguenziali sarebbero, dunque, le ricadute sulla qualità e quantità dell’occupazione.
In un quadro assistenziale e sanitario alquanto preoccupante LegacoopSociale evidenzia come «occorra garantire livelli adeguati e differenziati in relazione ai bisogni degli utenti nelle diverse strutture, ritenendo che le risorse umane impiegate sinora nella gestione dei servizi costituiscono un capitale da valorizzare; mentre l’ASP e la Regione proclamano dichiarazioni d’intenti sovrapponibili a quelli di LegacoopSociali, registriamo come finora l’azione della pubblica amministrazione abbia subito una scissione rispetto agli obiettivi dichiarati ed agli impegni assunti, nella formalizzazione degli atti “importanti”, in particolare attraverso i contenuti del recente “contratto ponte”».
Ad essere richiesta inversione di rotta, «attraverso la ripresa immediata dei lavori del tavolo tecnico affinché si pervenga a definire un percorso articolato e coerente per far si che, nei tempi prefissati, possano essere raggiunti obiettivi di qualità e non solo sbandierare traguardi temporali fittizi sacrificando, ancora una volta, i diritti degli utenti ad avere servizi qualitativamente adeguati. Per tali motivi, LegaCoopSociali Calabria, auspica il positivo intervento di tutti i consiglieri regionali a cui questa comunicazione verrà personalmente consegnata e dei gruppi rappresentati. Decisi a sostenere ed assumere qualsiasi iniziativa presso le sedi opportune, qualora non arrivino risposte concrete, a tutela degli utenti ed a garanzia degli operatori che vi operano, le cooperative aderenti, quindi i soci e lavoratori che le compongono, si dichiariamo pronti a proclamare lo stato permanente di agitazione».