di Raffaele Ferraro*
LOCRI – A proposito di adozioni da consentire a coppie omosessuali, faremmo bene a effettuare un’ampia riflessione, guidati dalle ricerche di Alfred Adler. Gli studi condotti dall’illustre psicologo, pubblicati nel 1930 e da allora oggetto di studio di tutte le scuole di psicologia, dimostrano come alla base del posizionamento omosessuale c’è il conflitto psicodinamico di prevalente natura sociale.
Secondo Adler la comunicazione erotica può essere vissuta come scambio d’amore o essere distorta a causa del desiderio di competere e può essere danneggiata sotto la spinta della volontà di potenza. Adler individua tutte le caratteristiche che l’omosessualità ha in comune con le perversioni e indica tutte le cause che potrebbero condurre all’omosessualità.
La paura dell’assunzione di responsabilità, il timore d’insuccesso, l’atteggiamento ostile della società, complessi d’inferiorità compensati con finzioni sono alla base della devianza omosessuale. I modelli familiari di riferimento possono essere determinanti per lo scatenarsi dell’omosessualità: madre forte e padre debole, oppure padre troppo rigido e madre apprensiva, ecc.
Senza avere la pretesa di sviscerare la problematica in tutti i suoi aspetti psicologici con questa semplice e breve nota, in sintesi, su un elemento bisognerebbe soffermare l’attenzione: Adler sostiene, a seguito di approfonditi studi mai smentiti dalla comunità scientifica, che oltre il 90% degli omosessuali non sono affetti da disfunzioni organiche e che il loro orientamento sessuale sarebbe frutto di conseguenze relazionali che condurrebbero a un “posizionamento” psicodinamico deviato.
Questo ragionamento produce una domanda: è giusto affidare bambini a persone che portano sulla loro pelle la sofferenza di un errato posizionamento psicologico? L’ambiente adatto alla crescita regolare dei bambini dovrebbe essere privo, al suo interno, di comportamenti psicologicamente devianti. I bambini, si sa, tendono a emulare le loro guide spirituali.
In questo campo non è utile l’ingerenza della politica e neppure quella della religione, pur essendo quest’ultima più vicina alla riflessione scientifica di quanto non lo sia quella di molti partiti politici. Qui si tratta di non aggiungere sofferenze a sofferenze, creando potenzialmente degli infelici. Qui ci vuole il coraggio di uscire da una mistificazione condotta sul filo dell’accettazione dell’omosessualità come elemento di normalità e ragionare, invece, in termini adleriani, perché questa è la strada tracciata dalla Scienza.
*: esponente movimento politico LocRinasce
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