BOVALINO – Fischietti e fazzoletti colorati sventolavano e suonavano questa mattina in un’insolita e popolata stazione ferroviaria. Siamo a Bovalino, sono le 10 in punto è già una discreta folla di persone è attiva sul posto, si distribuiscono volantini ai passanti, si montano gli striscioni, voce e chitarra del caro artista bovalinese Nino Racco allietano gli attivisti del Ciufer.
Molta gente si ferma e domanda: ‹‹Ma che succede?›› Parecchi, purtroppo i cittadini che non erano a conoscenza della manifestazione indetta per oggi dal movimento nazionale Ciufer (comitato italiano utenti ferrovie regionali). Lo scopo uno e uno soltanto unificare le migliaia di voci sperse in tutto il territorio italiano che se pur frequenti, non riescono a smuovere i vertici di governo.. Ridateci i treni,queste le due parole che padroneggiavano sugli striscioni appesi fra le inferriate della stazione ferroviaria di Bovalino, una frase semplice asciutta, che racchiude il senso e il significato della manifestazione di oggi, un momento di unione in un periodo dove le divisioni sono acutizzate da una campagna elettorale serrata. Si parte da qui, da Bovalino, dalla terza piazza commerciale delle Locride, almeno sulla carta, che racchiude da solo un bacino di probabili utenti del trasporto ferroviari pari a 35 mila abitanti, uomini e donne tagliati fuori dal servizio nazionale dei trasporti, costretti ad arrangiarsi con propri mezzi, per raggiungere semplicemente il posto di lavoro. Si parte da Bovalino, quindi per raggiungere le altre man mano le altre cinque stazioni, un viaggio simbolico che giunge fino a Roccella, raccogliendo in ogni stazione gli altri manifestanti, per parlare discutere, ma soprattutto per protestare semplicemente a portare il proprio sostegno nonsolo morale, ma sì diciamolo anche politico il circolo Sel della Locride, insieme ai suoi due baluardi, in corsa alla camera, Rosario Rocca e Laura Cirella. La loro presenza, e il loro sostegno, anche fisico hanno dato quella forza e passione in più ad una protesta legittima e giusta da parte dei cittadini della Locride, una della aree maggiormente colpite dai falsi tagli sui trasporti e dalle logiche economiche ed economicistiche nazionali. Già la Locride, quel territorio a sud della Calabria che negli ultimi decenni si è visto spogliare poco per volta dei più essenziali servizi, ed il trasporto ferroviario è uno di questi. Non esistono più treni a lunga percorrenza, a meno che non si voglia, o meglio debba partire da Rosarno o da Lamezia, raggiungere Catanzaro da Bovalino, Locri, Siderno o Gioiosa, entro le nove del mattino è un’impresa titanica se non impossibile, il primo treno disponibile parte da Roccella alle 7 del mattino,mentre da Bovalino il primo treno per Roccella parte alle 7,56, basta una breve occhiata per capire che per raggiungere Catanzaro entro le nove del mattino è necessario essere automuniti, già perché neppure la linea dei bus consente di un possibile trasporto almeno su questa base d’orario, ma questa è u’altra storia che implica ben altri ragionamenti. Una manifestazione, pacifica e regolamenta dalla presenza delle forze dell’ordine, commissariato e polizia ferroviaria, per chiedere all’unisono quattro semplici cose: il ripristino dei treni intercity e intercity notte, 15 terni regionali nuovi, una stazione rinnovata e una rete più efficiente.
Gli interventi:
A prendere la parola prima Christian Richichi, che ha spiegato i motivi e le richieste che la manifestazione “riprendiamoci i treni e le stazioni” intende portare avanti attraverso una la raccolta firme e Liliana Ielasi, anche lei portavoce del Ciufer, che ha letto e spiegato il senso insito di una protesta che chiede un trasporto equo-sostenibile chiarendo come:‹‹La pratica in questione ha trovato le sue maggiori manifestazioni nei progetti di TAV al confine italo-francese e del Ponte sullo Stretto di Messina; – ha detto – ma sono numerosi gli esempi di un approccio sbagliato, ispirato dalla deleteria Legge Obiettivo di Berlusconi/Lunardi, e alla mortificazione della più corretta selezione degli interventi attraverso un processo di pianificazione e valutazione con un coinvolgimento diretto delle popolazioni. Per tutte queste ragioni, riteniamo opportuno dar vita ad un gruppo di lavoro nazionale sul tema“Trasporti equosostenibili” per affermare una visione “diversa, alternativa, giusta” delle politiche per i trasporti››. Cento i miliardi di euro spesi per la realizzazione di una linea forte che collega solo alcune metropoli a scapito di tutto il resto del paese, e solo 4 miliardi Euro per i servizi ferroviari ordinari e altri 40 d’investimento sono previsti per completare il disegno dei cosiddetti “corridoi AV”. ‹‹Ma è la concezione dei corridoi che non va bene, – ha spiegato la Ielasi – nel momento in cui essa si traduce in mancanza di reti diffuse e in effetto marginalizzazione per ampie fasce di territorio e di popolazioni. I pendolari che si muovono quotidianamente in treno sono 2,6 milioni, i viaggiatori sulla lunga percorrenza sono appena 300 mila; basterebbe questo dato per affermare che sarebbe più equo-sostenibile indirizzare le risorse primariamente sulle ferrovie regionali. Trenitalia, azienda di Stato, persegue una politica inaccettabile; avvalendosi esclusivamente di fondi pubblici, tende a rispondere alle esigenze di una minoranza di utenti››. Sotto queste premesse nasce la “Vertenza Ferrovie”. L’obiettivo è un nuovo assetto dei trasporti ferroviari, che prevede anche un miglioramento e un potenziamento delle reti di servizi regionali e interregionali. E proprio di miglioramento ha parlato Christian Richichi, quando ha esplicitamente fatto riferimento alle condizioni della stazioni ferroviarie, ‹‹spogliate di qualunque confort, con un monitor che funziona a tratti, una sala d’aspetto che assomiglia a un tunnel del vento, prive di porte in entrata e in uscita, con sedili arrugginiti, soggetta a pericoli a causa della presenza di fili elettrici scoperti. Quando parliamo – ha proseguito – di una rete più efficiente parliamo di una rete con treni elettrici, presente in tutta Italia e da noi no, alla regione sono fermi 900 milioni di euro e un terzo di questi potevano essere inseriti nei Por sicurezza, chiediamo per questo che entro il 2013 vengano comprati almeno 15 treni regionali nuovi che sono il minimo per un trasporto decoroso.A prendere la parola Laura Cirella: ‹‹Noi come Sel facciamo nostro l’appello del Ciufer, la loro è anche la nostra battaglia, perché noi crediamo che la Calabria non debba più essere isolata, emarginata, senza dover affrontare il rischio di vie di comunicazione assolutamente inadeguate come la statale 106 e la Salerno-Reggio Calabria. Crediamo che sul sistema dei trasporti calabresi sia necessario un dibattito nazionale e un impegno da perte del governo regionale. È di ieri la notizia che le ferrovie calabro-lucane sono passate alla regione Calabria questo significherà che siccome la regione sta tagliando indistintamente su ogni settore in maniera draconiana anche le ferrovie calabro- lucane corrono il rischio di scomparire. Noi diciamo di no, vogliamo che le stazioni siano essere aperte vissute e vivibili e i treni puliti e puntuali,che colleghino ogni parte del territorio in maniera adeguate e funzionale. Noi crediamo che sulla calabra e sul mezzogiorno si necessaria una attenzione particolare, oggi esiste una questione meridionale, non vogliamo e non dobbiamo essere costretti a lasciare la nostra terra, per questo il nostro sostegno al Ciufer lo esprimiamo oggi, ma è un sostegno e una lotta che porteremo avanti anche domani››, dove il domani è il dopo elezioni. La mobilità costituisce infatti, uno dei problemi più seri per la Calabria, per la quale è necessaria un’agenda politica nazionale e regionale.
ADELINA B. SCORDA