Tanti gli attestati di solidarietà che in queste ore arrivano in redazione, dopo la notizia dell’intimidazione alla sede Re. Co. Sol di Locri, per esprimere vicinanza e l’assoluta condanna verso quanti pensano che così facendo si possa limitare il volere e la libertà altrui, in particolare di chi lavora per il prossimo.
BOVALINO – E’ incredibile, sconcertante. Sconcertante come ci sia gente che crede che minacciando e intimidendo si possano costruire comunità, società civili migliori.
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Non si può non commentare questo triste atto con un grido di vergogna, di sgomento!
Un’ondata di razzismo che colpisce anche la Locride? No, non possiamo starci, non possiamo permettercelo. E qui, ora da subito, abbiamo esigenza di lanciare un appello forte e chiaro: che Locri e la Locride, quella per bene, si stringano attorno a questi ragazzi, operatori e migranti e, con voce forte, faccia in modo che questo presidio democratico, di accoglienza, di integrazione, torni a rivivere il prima possibile. C’è una Locride migliore, ne sono convinto, dimostriamolo.
Noi siamo con Re.Co.Sol. e noi siamo di più!
Walter De Floris coordinatore Circolo Sel Della Locride
MONASTERACE – L’impegno non si graffia, la dignità non si scalfisce. Ogni centro di assistenza e di impegno sociale non è fatto solo da quattro mura, ma anche e soprattutto di idee e le idee sono a prova di violenza. Le minacce rivolte agli operatori attivi nella sede di Locri della Re.co.sol (Rete dei comuni solidali), l’attività a sostegno del progetto per l’inclusione sociale dei rifugiati e richiedenti asilo che, da oltre due mesi, opera come centro di assistenza ai migranti, front-office e attività scolastiche ed educative, suscitano un forte sconcerto. Per questo motivo, il Circolo PD di Monasterace esprime la propria vicinanza e la propria solidarietà a tutti i collaboratori della Re.co.sol. Questo altro non è che un ennesimo attacco che mina la dignità di un’intera comunità. Siamo certi che i ragazzi della Re.co.sol troveranno la forza per riaprire la sede e continuare a svolgere i loro compiti, certi che le forze dell’ordine e le istituzioni competenti faranno luce sulla vicenda e garantiranno la sicurezza loro la sicurezza che gli spetta.
Segreteria Partito Democratico – Circolo di Monasterace
Il gruppo consiliare di opposizione “Impegno e Trasparenza – Pd” invoca una pronta e forte condanna delle minacce e intimidazioni perpetrate ai danni degli operatori della sede cittadina della Rete dei Comuni Solidali che, in soli due mesi di attività, ha dimostrato come anche a Locri si possa operare per la solidarietà fattiva e concreta nei confronti degli immigrati richiedenti asilo e rifugiati dalle zone di guerra del Sud del Mondo. I cittadini locresi rappresentano una comunità giusta e solidale che, come tale, non può restare inerme ed in silenzio innanzi a manifestazioni di inciviltà così gravi. Le gesta criminali di pochi soggetti non possono e non devono infangare l’immagine della città di Locri, da tempo al centro della gogna mediatica conseguente ai gravi episodi delinquenziali perpetrati nel territorio cittadino. Per tali evidenti ragioni, è nostro dovere sollecitare una forte mobilitazione di tutte le istituzioni cittadine e della società civile affinché fenomeni di tale gravità vengano puniti e i responsabili assicurati alla giustizia. La sede cittadina della Re.Co.Sol. non può e non deve chiudere. Il gruppo consiliare “Impegno e Trasparenza-Pd” è pronto a farsi promotore di ogni iniziativa pubblica idonea a rappresentare la vicinanza delle istituzioni ai ragazzi della Re.Co.Sol. che ogni giorno lavorano per offrire a chi ha più bisogno il volto solidale di Locri e della Locride.
L’Amministrazione Comunale di Locri condanna quanto accaduto nei pressi della sede locrese di Recosol ai danni di una collaboratrice del progetto, iniziato nella Città di Locri a partire dal mese di Ottobre 2014.
Inoltre si intende precisare che quanto accaduto quasi sicuramente è riconducibile a problematiche interne al gruppo di lavoro e alle politiche gestionali dello stesso, curato esclusivamente dalla Recosol, non generalizzando e coinvolgendo così l’intera collettività locrese, che è estranea a quanto accaduto.
Allo stesso tempo l’Amministrazione Comunale ribadisce il proprio impegno e il proprio sostegno all’importante progetto di assistenza ed ospitalità (Sprar) che coinvolge la Città di Locri, portato avanti appunto da Recosol, augurandosi che lo stesso possa continuare nel tempo al di là di quanto accaduto.
Questo è il pensiero e le parole del Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, sull’episodio: «Esprimo ferma condanna per quanto accaduto, ma non accetto che si possa strumentalizzare la vicenda con l’obiettivo di perseguire beceri fini propagandistici sulle spalle di un’intera comunità.
A tal fine è opportuno fare delle considerazioni e sgombrare il campo da ogni dubbio per evitare che, quanto verificatosi, possa essere interpretato in modo assolutamente sbagliato.
La comunità locrese non solo non è razzista ma, per come sostenuto in più occasioni dai responsabili di Recosol, ha accolto con grande ospitalità i migranti che da qualche mese soggiornano in Città.
Problemi organizzativi e di gestione del progetto non derivanti dai migranti, ma da incomprensioni all’interno dello staff della Recosol, erano a tutti noti e sono stati al centro di un lungo confronto, tra la Recosol, il Sindaco di Locri ed il Sindaco di Gioiosa Jonica, svoltosi lo scorso 2 gennaio 2015 presso il Comune di Gioiosa Jonica.
In tale incontro sono state analizzate tutte le problematiche relative alla fase sperimentale del progetto decidendo di continuare tale esperienza su Locri, ma andando però a rivedere sia le posizioni dei collaboratori, ritenuti dalla Recosol non adeguati al progetto, sia sulla scelta errata di alcuni immobili presi in locazione.
Si ritiene probabile che l’assurdo e deprecabile gesto perpetrato ai danni della vettura di un’operatrice della Recosol debba essere inquadrato in tale contesto e non in altro.
Il gesto isolato del deficiente di turno non deve e non può umiliare un’intera collettività che ha dimostrato grande apertura nei confronti dei migranti e di tutte le altre etnie che da anni vivono nella Città di Locri senza aver mai avuto problemi con nessuno.
Respingiamo a gran voce quindi l’etichetta di comunità razzista, invitando i responsabili di Recosol a continuare il progetto per come condiviso, ribadendo ferma condanna per quanto verificatosi. L’episodio ha dimostrato, purtroppo, come prevalga sempre l’incultura e la mentalità mafiosa, che purtroppo spesso scombina la mente ed il modo di agire di persone considerate apparentemente normali.»
Antonio Guerrieri Sel Locride: La notizia delle ripetute minacce alla sezione locrese dell’organizzazione solidale Re.Co.Sol. , Rete Comuni Solidali, e la sua paventata chiusura dopo solo qualche settimana dall’avvio è tra quelle più sconfortanti che chi crede in un possibile riscatto di questa terra può ricevere.
Oltre ad una vicinanza umana e fraterna a tutte le vittime di queste vigliacche azioni che mettono, prima che a rischio il progetto, in naturale, immeritata e immotivata soggezione chi ha provato a dare una speranza agli sfortunati ospiti migranti e all’intero territorio con un’opportunità di crescita culturale e sociale, non si può non condannare fermamente i gravi episodi accaduti.
Episodi che immediatamente gettano nello sconforto gli operatori, i soggetti ospitati, la cittadinanza e rischiano di far passare la comunità locrese, per colpa di pochi, per quello che non è: intollerante o, forse peggio, miope e incurante delle ricadute sociali positive che la presenza di Re.Co.Sol a Locri può dare.
Posso essere certo che ad escludere un clima di intolleranza sono la relativamente recente e variegata origine e provenienza della maggioranza dei locresi, uno dei motivi per cui, di contro, questa comunità è per certi versi ancora fragile, e soprattutto la presenza delle diverse e cospicue comunità straniere che da decenni vivono in armonia con i locresi, e da locresi, in questa città.
E’ comunque doveroso non soffermarsi al fatalismo o alla rassegnazione ed è compito della politica, in parallelo alle forze dell’ordine che penseranno ad assicurare alla giustizia i vigliacchi responsabili, far di tutto per limitare al massimo i rischi e le “crisi di rigetto” che iniziative inedite e, in un certo senso rivoluzionarie, come questa possono portare con sè.
Ed è questa la doverosa critica, a tutela del buon nome di Locri e dei Locresi, infangati dall’accaduto che si può e si deve fare prendendo spunto dallo statuto, di cui di seguito si cita un estratto, della Re.Co.Sol e confrontandola con l’iniziativa promossa dall’Amministrazione Locrese.
“Attraverso il Comune, ad ogni cittadino deve essere offerta la possibilità di far convergere la propria esperienza, le energie, l’intelligenza, la capacità di progettare, di fare e di amministrare rendendole disponibili alle comunità dei paesi poveri con l’obiettivo di contribuire all’innalzamento della qualità di vita.
Ogni Comune può divenire cinghia di trasmissione fra le risorse umane e materiali esistenti sul proprio territorio ed i popoli che ne hanno bisogno, coinvolgendo persone, istituzioni e soggetti economici sulla base delle relative esperienze, professionalità, disponibilità.”
A Locri non è stato così, e l’Assessore con delega all’Improvvisazione, mitologica figura a cui è ormai chiaro che bisogna attribuire tutto ciò che sotto silenzio l’Amministrazione prova a far passare, ancora una volta ci ha messo nel suo permettendo che la cittadinanza venisse a conoscenza dell’iniziativa “a cose fatte”, senza che la cittadinanza venisse coinvolta preliminarmente in iniziative pubbliche di avvicinamento alla realizzazione del progetto. Senza che vi fosse una manifestazione pubblica di interesse legata alla disponibilità di risorse umane e di fabbricati da locare e concedere ai migranti. Senza che vi fosse un’adeguata copertura stampa e informativa legata al progetto.
Troppa improvvisazione e nebulosità dove sarebbe stato necessario un coinvolgimento chiaro, totale e trasparente di TUTTA la Città. Per l’importanza del progetto e le sue ricadute locali, nazionali ed internazionali, per non mortificare e vanificare le esperienze positive degli altri comuni della Locride che negli anni hanno portato, non senza difficoltà, ma con senno, lustro, valore e valori, per l’intero territorio.
Tutto ciò ha indubbiamente danneggiato Re.Co.Sol e i soggetti coinvolti ed è per questo che a loro va un’ulteriore solidarietà e vicinanza oltre a quella già espressa per le criminali attenzioni ricevute.
Le circostanze denunciate dai responsabili della sede Re.Co.Sol. di Locri ci lasciano un senso di forte amarezza per via dell’immagine che ne viene fuori di una civile cittadina come Locri e soprattutto per il significato che racchiudono. Un progetto solidale che guarda agli immigrati come risorsa umana da valorizzare non può che essere un presidio da difendere con tutte le forze e gli strumenti a disposizione delle comunità in cui operano. Qualunque sia la natura delle minacce subite da chi lavora nella sede Re.Co.Sol. di Locri, sono frutto di una mentalità che va condannata senza alcuna ambiguità. Al contrario, il rischio sarebbe quello di giustificare un modus operandi retaggio di un sistema criminale causa del sottosviluppo culturale ed economico del nostro comprensorio.
Riterremmo assolutamente grave che il progetto si interrompesse per cui invitiamo gli operatori a verificare se permangono le condizioni per riaprire le porte del centro Re.Co.Sol e di ritenerci al loro fianco, sempre.
Federazione provinciale del Partito Democratico
Circolo del Partito Democratico di Locri