Continua a peggiorare il bilancio del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria nei giorni scorsi: sono circa 41mila i morti registrati fino a questo momento, e purtroppo ci sono forti possibilità che il numero sia destinato ad aumentare. A fronte dell’emergenza terremoto Turchia e Siria diventa dunque fondamentale sostenere le associazioni umanitarie, mentre alcune notizie positive testimoniano la necessità di non abbandonare la speranza: in Turchia, infatti, cinque persone sono state estratte vive dalle macerie a oltre 170 ore di distanza dal sisma. I ritrovamenti sono avvenuti in zone diverse del Paese, in base a quanto è stato reso noto da Anadolu, agenzia di notizie nazionale.
I superstiti
Nella provincia di Hatay, in particolare, è stata ritrovata una donna di 26 anni di nome Derya Akdogan, che ha trascorso sotto le macerie 175 ore dopo il terremoto di lunedì scorso. Ad Adyman, invece, è stato estratto vivo un uomo di 35 anni, Bunyamin Idaci, che era rimasto sotto le macerie di uno degli edifici crollati in quella che è stata una delle città colpite in misura più consistente dalle scosse. Sempre ad Adyman è stata messa in salvo una bambina di nome Miray di sei anni, secondo le notizie diffuse dagli organi di informazione locali. Ad Antiochia una signora di 70 anni, Nuray Gurbuz, è stata a sua volta tratta in salvo dalle macerie.
Il tragico conteggio dei morti
Tali casi individuali non rendono certo meno amaro il terribile bilancio del sisma che ha portato morte e distruzione nelle regioni meridionali della Turchia e nel nord-ovest della Siria. Fino ad ora sono stati contati quasi 41mila morti, di cui poco meno di 32mila vittime nella sola Turchia. In Siria, invece, il bilancio è di poco più di 9mila vittime, come ha fatto sapere nelle scorse ore Rick Brennan, responsabile regionale delle emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo quanto riportato da SkyNews, il funzionario ha dichiarato che in Siria ci sono circa 4.500 vittime nelle zone che sono controllate dai ribelli, e altri 4.800 morti sono stati registrati nelle regioni sotto il dominio governativo.
Gli arresti
A Istanbul intanto è stato arrestato Nazmi Tosun, vale a dire il supervisore della costruzione di uno degli edifici che sono crollati a causa del sisma che ha colpito la città di Kahramanmaras, nella zona sud-orientale del Paese. In base alle informazioni fornite da Anadolu, la procura di Malatya, che è un’altra delle città che sono state interessate dal terremoto, ha emesso un mandato di arresto per più di trenta persone dopo aver avviato un’inchiesta a proposito delle case distrutte nella zona. Già nei giorni precedenti, Ankara aveva messo in custodia più di 100 costruttori.
Perché c’è stato il terremoto
A provocare il sisma nella zona meridionale della Turchia è stato uno scivolamento della placca anatolica di circa tre metri in orizzontale rispetto alla placca araba: di conseguenza la faglia est anatolica si è attivata per oltre un centinaio di chilometri. Secondo il sito web Hurriyet, che ha intervistato il geofisico e ingegnere turco Ovgun Ahmet Ercan, il sisma ha avuto una potenza pari a quella di 130 bombe nucleari. Alcuni esperti, per altro, hanno avanzato l’ipotesi che non si sia trattato di un terremoto solo, ma di due eventi sismici differenti che si sono susseguiti e che per caso erano vicini geograficamente. È comunque un’idea non accettata da tutti gli studiosi, e sono in molti a ritenere semplicemente che la seconda scossa sia stata di assestamento rispetto alla prima. La magnitudo è stata di 7.5 la prima volta e di 7.8 la seconda.