di Adelina B. Scorda
Inizia a Palermo l’avventura di Darinka, il primo passo per realizzare una sfida, un sogno, un’esperienza nuova. A piedi con uno grosso zaino in spalla percorre da sola l’italia, dalla Sicilia arriva in Calabria e lungo la costa ionica si ferma nei piccoli paesi che la popolano affidandosi solo al suo entusiasmo e alla disponibilità di chi incrocerà il suo percorso.
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Ha un nome il suo viaggio, Walkabout, questo è il cammino che ogni adolescente nelle comunità aborigene australiane compie come rito di passaggio all’età adulta lontano dal proprio villaggio e solo nel deserto.
“Sebbene l’adolescenza l’abbia passata da un pezzo ho deciso di chiamare così il mio progetto, per esplorare finalmente la mia terra, sola, abbandonandomi al suo paesaggio e cercare, chissà, di scoprire le mie radici” spiega così Darinka Montonico giovane 33enne piemontese il suo viaggio.
Da Palermo luogo da cui è partita ripercorrerà l’Italia a piedi per raggiungere Baveno sul Lago Maggiore. Con se solo una macchina fotografica, un diario, e una scatola a forma di orecchio nella quale raccogliere i sogni di tutte le persone che incontrerà sul suo cammino. Sola senza soldi, né provviste si affida giorno dopo giorno alla generosità di chi s’imbatterà nel suo cammino.
“L’idea mi e’ venuta qualche anno fa mentre leggevo L’Armata Perduta di Valerio Massimo Manfredi. Inspirata da queste incredibili campagne a piedi di interi eserciti, ed affascinata da un tale tipo di viaggio ho deciso che un giorno l’avrei fatto mio, e dopo qualche anno passato a procrastinare nella mia umanità spaventata dal mio sogno piu’ grande ho finalmente deciso di realizzarlo. Dovrò contare sulla solidarietà della gente per nutrirmi e dormire, per sopravvivere, come oramai molti di noi stanno facendo, da tanto, troppo tempo. Una clochard postmoderna che si nutre di emozioni altrui e di sensazioni sottili”.
So di lei da un’amica, inizio a seguire il suo percorso dal blog che racconta il suo viaggio, le sue emozioni, la contatto per la curiosità di capire cosa l’abbia spinta a intraprendere quest’avventura. Passa una settimana e finalmente la incontro, capelli biondi, occhi vispi e un sorriso contagioso. Iniziamo a parlare, e sono tante le domande che voglio farle, ma lei mi precede e davanti a un cesto di ciliegie mi racconta la sua vita. Ha vissuto ovunque, Darinka, prima a Londra dove si laurea in arte fotografica, da qui parte un percorso lungo 15 anni che la farà vivere in Australia, in Nuova Zelanda, Canada, New York, Hong Kong e poi ancora nel Laos, in Malesia e in Thailandia. “Ho visto il mondo – mi dice – ma non conosco la mia terra, l’Italia”. Inizia così il viaggio di Darinka, un percorso per catturare sogni, emozioni, per fotografare tutto ciò che le lascerà un segno. “Il mio progetto è quello di raccogliere i sogni della gente per poi scrivere un libro. Ho una scatola, piena di sogni che riempio con i desideri che le persone vogliono lasciarmi”.
Ma questo non è l’unico sogno di Darinka, lei è un’artista in verità, e il secondo progetto che accompagna questo viaggio è realizzare una mostra fotografica che possa racchiudere l’essenza di un’Italia fatta di passioni, sogni, brutture e bellezze. Il cammino di Darinka sarà lungo, e non sempre facile, non tutti, come già è accaduto, capiranno le sue parole i suoi pensieri i suoi giudizi. La particolarità del suo cammino è proprio questa, osservare tutto, cogliere tutto ciò che c’è intorno a lei. La chiusura della gente che la scruta e la osserva con curiosità e diffidenza, i sorrisi e le porte aperte delle case di chi decide di tenderle una mano, i paesaggi mozzafiato e i mostri di cemento disseminati senza logica e cura lungo questa lingua di terra che è la bassa Calabria Ionica. Non lascia nulla per strada, porta tutto con sé in un bagaglio mai troppo pesante. È “un cammino – mi dice alla fine – alla ricerca di quello che è rimasto dei nostri desideri in una società che tenta di monopolizzare anche la nostra fantasia. Una spedizione alla ricerca di fiducia e solidarietà. Un viaggio tra il paesaggio esteriore e interiore del mio paese e dei suoi abitanti”.