di Gianluca Albanese
SIDERNO – Nel giorno delle elezioni del nuovo consiglio metropolitano, alle quali non partecipano, per ovvie ragioni, amministratori comunali di Siderno e degli altri Comuni commissariati, può essere utile analizzare le mosse, i segnali e i dettagli letti tra le righe in questi ultimi giorni, i primi del 2021 anno in cui – il condizionale è d’obbligo, oltre che scaramantico – i Sidernesi potranno finalmente tornare al voto per eleggere i propri rappresentanti nel civico consesso, cosa che manca da una triste serata dell’agosto del 2018, quando durante una manifestazione pubblica in villa comunale giunse la notizia dello scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Partiamo ad un assunto: tra proroga dello scioglimento ex art. 143 T.U.E.L., turno straordinario di elezioni comunali per gli Enti sciolti e (doveroso) rinvio dovuto all’emergenza CoVid-19 il rischio è che si sfiorino i tre anni dall’ultima seduta di consiglio comunale per quello che è il Comune più popoloso e dalle migliori tradizioni politiche della zona.
Troppi.
Abbastanza per essere preda di sentimenti di sconforto, logorio e addirittura sfinimento che, per fortuna, non sembrano colpire i candidati sindaci e consiglieri che avevano presentato le liste lo scorso autunno, prima del rinvio del turno elettorale.
E allora, prima di tutto va espresso un plauso a chi, mettendoci la faccia, ha deciso di candidarsi per ridare un’amministrazione comunale a Siderno.
Ciò premesso, viene da chiedersi se davvero la situazione delle liste presentate per le elezioni non tenute lo scorso mese di novembre possa essere cristallizzata fino alla fissazione del prossimo turno elettorale o se cambierà qualcosa.
I candidati sindaci presenti, come tutte le forze politiche cittadine, ai presidi di protesta e proposta davanti all’ex ospedale della salute (meritorio momento di coinvolgimento della cittadinanza su un tema così importante) a domanda del cronista hanno risposto di sì lo scorso mese di dicembre.
E allora non rimane che studiare le loro ultime mosse pubbliche.
I “Comunisti Uniti” per Siderno, che a novembre candidarono a sindaco l’ex consigliere comunale Antonio Sgambelluri negli ultimi tempi non hanno diramato alcuna nota stampa, continuando ad animare la protesta per l’apertura della casa della salute.
“Noi per Siderno”, invece, con una nota a firma del candidato sindaco Antonio Cutugno lo scorso 12 gennaio rivendicava il merito di aver promosso una petizione a sostegno della casa della salute nel mese di novembre, esprimendo un plauso per l’ipotesi di realizzare un centro vaccinazioni anti CoVid-19 proprio all’ex ospedale di Siderno.
Il Partito Democratico e le liste a esso collegate hanno continuato a svolgere con regolarità le riunioni di ascolto delle istanze della cittadinanza note come “Sportello Fragomeni”, mentre proprio Mariateresa Fragomeni, con una nota stampa diffusa il giorno dell’Epifania si difendeva dalle ipotesi investigative emerse in occasione della diffusione della notizia pubblicata dal quotidiano “Gazzetta del Sud” che proprio il 6 gennaio informava dell’avviso di chiusura indagini a carico di 20 soggetti nell’ambito dell’inchiesta sui presunti doppi pagamenti allo studio radiologico “Fiscer” da parte dell’Asp di Reggio Calabria.
“Siderno nel cuore” e le altre liste a sostegno della candidatura a sindaco di Mimmo Barranca, invece, davano notizia, nei giorni scorsi di un’interlocuzione diretta col presidente facente funzioni della giunta regionale Nino Spirlì, puntando, dunque, sul rapporto di affinità politica con l’esecutivo calabrese definendosi “centrodestra unito” e suscitando oggi la reazione del commissario del circolo cittadino di Fratelli d’Italia Ida Giuseppina De Beris, che con una nota stampa fa sapere che «mi preme precisare, al fine di evitare confusione fra gli elettori, che il “centrodestra” in ogni parte della Nazione, Locride compresa, è rappresentato dalla coalizione dei tre partiti, FDI, FI e Lega, ragion per cui ogni attribuzione di qualifica di “centrodestra” seguito in alcuni casi (cosa ancor più grave) dall’appellativo “unito”, si riferisce a semplici liste civiche che nulla hanno a che fare con i partiti della coalizione nazionale».
“In piedi per Siderno” è la compagine che è uscita con maggiore frequenza negli ultimi tempi, prima chiedendo più attenzione per Siderno – a farlo è stato il candidato sindaco Stefano Archinà – al consiglio metropolitano che uscirà dopo le odierne consultazioni e poi per esprimere il plauso per l’avvio dei lavori di smaltimento dei rifiuti tossici nell’ex fabbrica BP di contrada Pantanizzi.
Insomma, sono tutti vivi e stanno tutti bene.
Però, c’è chi giura che qualcosa è destinato a cambiare.
Per esempio, dalle colonne de “Il Quotidiano del Sud” il collega Pino Albanese, qualche giorno fa ipotizzava dubbi sulla conferma delle candidature a sindaco di Mariateresa Fragomeni e Stefano Archinà. La prima starebbe riflettendo sull’opportunità di candidarsi dopo l’avviso di garanzia; sul secondo, invece, sarebbero emersi dei supplementi di riflessione da parte di alcune componenti del movimento #inpiedipersiderno.
Da quanto ci consta, #inpiedipersiderno starebbe continuando gli incontri, seppure in modalità a distanza, con uno scambio di idee e di riflessioni tra le sue varie componenti, ma non avrebbe mai messo in discussione la candidatura di Archinà. Sulla Fragomeni, riteniamo che ricevere un avviso di conclusione indagini (che non è un rinvio a giudizio e men che meno una sentenza di condanna) non sia motivo sufficiente per rinunciare alla legittima aspirazione di candidarsi a sindaco. Semmai, l’ex assessore al Bilancio della Giunta Oliverio potrebbe essere tentata da una candidatura a palazzo Campanella, anche in forza della nuova legge elettorale che garantisce adeguata rappresentanza alle future consigliere regionali. Ovviamente, si tratta di nostri pensieri in libertà non suffragati – al momento – da alcuna ufficialità.
Così come prive di ufficialità sono state le voci di presunte interlocuzioni avviate le scorse settimane da alcuni esponenti dell’ex amministrazione comunale guidata da Pietro Fuda col movimento #inpiedipersiderno, al fine di sondare la possibilità di compiere un percorso comune. Nulla è trapelato, men che meno sull’esito di queste trattative.
Solo che…
Solo che proprio ieri, con una nota congiunta, i partiti di Centro Democratico e Sinistra Italiana che fanno capo rispettivamente agli ex sindaci Pietro Fuda e Mimmo Panetta, hanno lanciato un appello alle forze progressiste e democratiche della città per un confronto comune al fine di compiere quello che i firmatari definiscono «Uno scatto in avanti per cambiare il corso di una storia di decadenza» che, stando al contenuto della nota, starebbe interessando la città dopo il commissariamento.
«Forze democratiche e progressiste», dunque.
Che, tradotto dal politichese può significare appello al Pd, ai Comunisti Unitari e quella componente configurabile a sinistra all’intero dell’ampio schieramento di #inpiedipersiderno.
Che effetti sortirà l’iniziativa lanciata a mezzo stampa ieri pomeriggio che sembra finalizzata lavorare per ricostruire lo schieramento di centrosinistra uscito largamente vittorioso alle elezioni del 2015?
Staremo a vedere.