(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI-Scongiurare i rischi di esondazioni delle fiumare e dei valloni, avviando attività volte al monitoraggio dei corsi d’acqua che destano particolare preoccupazione, in vista della stagione invernale.
E’ stato il tema dell’incontro tenutosi questo tardo pomeriggio nella sala consiliare di Palazzo di Città, promosso dal movimento politico culturale Libera Polis, in collaborazione con l’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita.

Un mese fa infatti, dopo le abbondanti piogge abbattutesi sul territorio della Locride, Libera Polis aveva provveduto a lanciare un appello alle amministrazioni pubbliche e alle autorità competenti, al fine di intervenire con tempestività “per ripulire i torrenti dal materiale che ne impedisce il naturale decorso”, denunciando lo stato attuale dei corsi d’acqua che attraversano i due estremi della Città di Locri, in particolare, i torrenti Novito e Gerace; ma il movimento politico, aveva dimostrato un certo timore anche per la condizione dei tombini che, ostruendosi in più occasioni a causa delle piogge a carattere alluvionale, ne ostacolano il regolare deflusso delle acque.
Si è discusso quindi con esperti al ramo, su come applicare un piano di manutenzione necessaria nella Locride, spesso interessata da fenomeni temporaleschi, in cui il dissesto idrogeologico è molto diffuso.
In apertura dei lavori, è stato il vicesindaco di Locri e assessore con delega all’Ambiente, Raffaele Sainato, a sottolineare che la competenza dello stato dei torrenti e dei valloni, spetta alla Città Metropolitana, rimarcando come l’Amministrazione abbia provveduto ad effettuare la pulizia dei Valloni Fondo e Carbone (senza alcun rimborso percepito dalla stessa Città Metropolitana) e di come siano già in cantiere, mediante project financing, interventi sulla rete fognaria, in particolare su via Tevere e Scaglione, lavori che saranno completati nello spazio di due/tre mesi.
Il presidente dell’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita, Arturo Rocca, da tempo in prima linea nell’azione di sensibilizzazione a tutela dell’Ambiente, ha tracciato una dettagliata analisi del sistema idrografico e delle 15 fiumare che attraversano la Locride, esattamente una ogni sei chilometri <<Dobbiamo far ritornare-ha detto-i corsi d’acqua una risorsa e non un pericolo. Non si cercano responsabilità ma vogliamo sollevare il problema. E’ inutile parlare di pulizia dei torrenti se non lo si fa a monte>>.
Maurizio Zavaglia, in qualità di sorvegliante idraulico, ha spiegato prima la funzione del servizio di monitoraggio e sorveglianza delle rete idrografica regionale, cui la Regione Calabria, per l’appunto, si avvale dal 1999; dopo, ha tenuto ad elencare una serie di interventi programmati dalla Regione Calabria finalizzati a prevenire casi di dissesto idrogeologico, <<Peccato però -ha constatato Zavaglia- che di questi in programma, solo il 10% è stato avviato>>.
Altri dati interessanti, sono emersi dalla relazione di Francesco Salomone, responsabile del Comitato Scientifico Osservatorio Diritto per la Vita: secondo il Piano per l’Assetto Idrogeologico 2016 (PIA) 408 Comuni calabresi (su 409), sono interessati da perimetrazioni a rischio frana. Inoltre, per mettere in sicurezza l’intero territorio, occorrerebbero un piano di manutenzione, un piano strutturale e un piano di azione per la gestione e manutenzione dei corsi d’acqua regionali.
Sulla delicata questione del dissesto idrogeologico, si è soffermato anche il sindaco di Taurianova nonché consigliere della Città Metropolitana, Fabio Scionti, noto anche per esser stato insignito recentemente di un premio per il progetto “Meno Rifiuti” e che colloca la cittadina di cui è amministratore, modello di sviluppo sostenibile. Da ingegnere idraulico, Scionti ha specificato che ad oggi, il problema del dissesto è provocato da piogge di elevata densità a causa dell’incremento della impermealizzazione dei terreni << Dobbiamo lavorare sul concetto di natura-ha evidenziato Scionti- quando parliamo di fiumi. Il territorio è stato abbondantemente devastato. Non è giusto dire che il fiume va pulito, perché nei fiumi, vegetazione e manutenzione vanno di pari passo. La vegetazione è un bene per i corsi d’acqua, perché rallenta la velocità. Come amministratori-ha aggiunto-abbiamo l’obbligo di invertire la rotta, non sono sempre i fiumi a creare effetti devastanti ma l’uomo, per cui occorre individuare valide soluzioni, per le situazioni ad alto rischio, soprattutto nei centri abitati>>.
VIDEO CON ALCUNI INTERVENTI DELL’INCONTRO