di Enzo Romeo
La professoressa Rosa Terracciano, scomparsa prematuramente ieri, era una guida autentica nel corso di laurea di Biotecnologie dell’Università di Catanzaro. Era docente di Chimica organica e aveva fatto dell’innovazione una vera e autentica missione.
Solo pochi anni fa aveva avuto una splendida intuizione, fondando BIOPEPTICOM, uno spin-off universitario (una nuova realtà costola di una precedente esperienza scientifica), operante nel settore diagnostico per l’infertilità maschile. Una donna e una intellettuale che, con passione e, soprattutto, discrezione ha servito il suo ateneo e i suoi studenti, diventando per questi ultimi non solo una guida ma, come è stato scritto dai suoi adorati allievi in una appassionata nota di ricordo, una mamma.
Ecco cosa mi ha colpito della storia di questa esemplare persona, campana d’origine e calabrese d’adozione, e mi ha spinto, spero di esserne degno, a dedicarle un piccolo omaggio, attraverso questo mio modesto scritto. Docente autorevole, ricercatrice rigorosa, appassionata d’arte ed ella stessa artista. L’università come una seconda casa, non solo laboratorio di studio, ma di vita comune, fatta di stima, affetto e riconoscenza.
Non ho conosciuto personalmente la professoressa Terracciano, ma la notizia della sua prematura e inaccettabile scomparsa, anche per il modo con cui è stata veicolata, mi ha rattristato e spinto ad arricchire la tastiera del mio computer con parole che sono arrivate naturali. E per questo, oneste. E per questo, vere. Non avrebbe potuto essere diversamente, perché la Professoressa Terracciano, con il suo impegno professionale di studiosa stimata, di moglie e di madre amata e ammirata, ha compiuto un miracolo laico. Si è allontanata dalla vista dei Suoi cari e del suo popolo universitario, ma rimarrà costante presenza in chi ha avuto la fortuna di condividere con lei momenti e contesti ed in chi, pur non conoscendola, ha fruito dei suoi studi, del suo lavoro e della sua coscienza.