RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Forse una delle più spettacolari e coinvolgenti escursioni all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte, in un contesto paesaggistico-ambientale indubbiamente unico, sia per la storia che lo caratterizza e sia per il magnetismo esercitato dai monumenti naturali presenti nel territorio come pietra Cappa e monumentali alberi di castagno. Una salita un po’ faticosa ma ampiamente ripagata dai numerosi Rifugi che incontreremo lungo il cammino, adagiati su un balcone roccioso e posti proprio ai piedi dell’imponente massiccio di Monte Scorda. Dal Rifugio Baglì e quindi verso la meta conclusiva: il famoso rifugio di San Giorgio nei pressi di Pietra Cappa.
COME ARRIVARE: Da Bovalino, lato sud, si lascia la S.S. 106 e ci si immette sulla S.P. 112 Bis (bivio per Natile –Platì – Bagnara).
Arrivati a Natile Nuovo al bivio si segue l’indicazione per Platì, dopo circa 400 metri s’incontra, sulla sinistra, il bivio per Natile Superiore, si segue questa strada per 4 Km., dopo aver superato la stretta via del borgo, si segue l’unica strada semi- cementata che sale verso la montagna. Superato il campo di calcetto poco più avanti sulla destra è posta una fontana dove è possibile fare rifornimento d’acqua. Si segue ancora la strada per circa 2 Km.,
Raduno Ore 9.30 Natile Nuovo
Partenza per Pietra Cappa Ore 9.45
Partenza Escursione Ore : 10.15
I Rifugi e Bivacchi di Pietra Cappa
Tempo: Ore 6.30 Località: Natile
Dislivello: 650 slm1.210 Comuni int: Careri San Luca Difficoltà: E. E. Escursionisti Esperti
DESCRIZIONE DEL SENTIERO:
(Il percorso, indicato agli amanti della natura, consente di ammirare paesaggi di rara bellezza, di conoscere luoghi pittoreschi e sconosciuti al turismo convenzionale. Un percorso che richiede buon allenamento ma soprattutto maggiore disponibilità alla scoperta dei luoghi).
Giunti ad un piccolo slargo (località Sarru) dove inizia il percorso per l’anello di Pietra Cappa, si lasciamo i mezzi di trasporto e tralasciando la direzione Pietra Cappa proseguiamo a piedi sulla pista sterrata. Il percorso iniziale non presenta grosse difficoltà. Superato un bosco di castagno la pista si biforca, ignoriamo l’indicazione Polsi – Pietra Castello e deviamo a destra sulla sterrata che conduce al bivacco di Baglì.
Ci vogliono ancora 30 minuti di cammino per giungere al bivacco ma il percorso è semplice e rilassante. Arrivati al bivacco si consiglia di fare un buon rifornimento d’acqua.
Si prosegue ancora per circa 15 minuti la sterrata. Giunti ad un pianoro chiamato dalla gente del posto la “guardia di Baglì” ci si inoltra sulla sinistra, dapprima seguendo una recinzione, in una fitta vegetazione di eriche, corbezzolo, leccio e altre specie quercine.
Ora il percorso incomincia ad essere difficoltoso e mette alla prova le proprie capacità fisiche, ci si arrampica su per il “torrone di Baglì” un dorsale di rocce affioranti su cui stupisce la tenacia con le quali le radici di erica, corbezzolo e leccio si ancorano alla roccia. Il terreno è sdrucciolevole e bisogna prestare concentrazione poiché il panorama distoglie l’attenzione, è da qui che si possono godere i migliori scorci panoramici dove si ammirano paesaggi inconsueti ed affascinanti, infatti, è in questo straordinario habitat ecologico, abbandonato alla sua naturale evoluzione, in un intrigo di rocce e vegetazione che si trova uno dei luoghi più belli e pittoreschi dell’intero Aspromonte. L’immensa dimensione del paesaggio aspromontano e la sua leggendaria inaccessibilità sembrano da questo belvedere quanto mai reali.
D’innanzi a noi, sulla destra, quasi a toccarla la cima di monte scorda e sullo sfondo il crinale di monte antenna e i suoi paurosi crepacci, dall’altra la vasta platea della costa ionica confusa tra mare e collina ma che si presenta terribilmente lontana per chi come noi misura la distanza ad ore di duro cammino. E poi nel mezzo una curiosa formazione di rocce ora a mò di pinnacoli (pietra Longa – Pietra Castello) ora a mò di compatti mammelloni (Rocche di S. Pietro – Pietra Tonda – Pietra Cappa).
Vorremmo su questa altura (Praca di Bagli) fermare il passo per godere di questo paesaggio fiabesco di indubbia bellezza che coinvolge emotivamente ma dobbiamo continuare e lo faremo incamminandoci in direzione nord-ovest seguendo sempre quei labili sentieri fatti dagli animali che a tratti spariscono nella fitta vegetazione arborea delle eriche.
Arrivati al piano (piano Carrelli) si supera una radura e si giunge alla sorgente “carrelli”. Il tratto è gradevole e privo di difficoltà. Nei pressi della sorgente è possibile ammirare alcuni esemplari di enormi roveri che si protendono verso il cielo d’Aspromonte.
Dopo una breve sosta per il rifornimento d’acqua e un leggero spuntino,come da tradizione di Gente in Aspromonte, si prosegue seguendo una recinzione in direzione sud lambita da un giovane castagneto , giunti ad uno “ scalandrino” (scaletta composta da tre- quattro pioli che serve per oltrepassare la recinzione), si scavalca la recinzione e la si segue in direzione ovest per circa 100 mt. per poi abbandonarla ed immettersi su un sentiero in un fitto bosco di leccio e farnetto che nasconde ogni visuale, il solo fruscio del fogliame accompagna il nostro cammino. Giunti ad una piccola radura il sentiero prosegue,ora, in discesa, confuso nella bassa e fitta vegetazione di eriche e corbezzoli, su questo tratto in pendenza si consiglia di stare uniti poiché il sentiero serpeggia tra la vegetazione e zig-zagando per aggirare gli ostacoli naturali che si presentano è facile disunirsi e smarrire la via.
Superato questo difficoltoso tratto in discesa ci si incontra in quel che fu un favoloso rovere, ormai morente al suolo, lo superiamo e poco più a valle intraprendiamo un sentiero ora divenuto agevole che s’inoltra nel bosco di castagno misto a specie quercine. Dopo aver superato un rio e lambito uno “Jazzo” (ricovero di ovini) è qui nel bosco che ci s’imbatte in una serie di vetuste e spettacolari piante di castagno impiantate dai monaci Basiliani nel X secolo circa, testimoni superstiti di un antico castagneto che circondava il Monastero di San Giorgio di cui ancora oggi sono evidenti le tracce murarie e qualche mozzicone di colonna semicoperta da rovi.
Dunque i “Giganti di San Giorgio” sono silenti testimoni di un tempo di spiritualità, studio e trascrizione degli antichi codici greci. Ammiriamoli in silenzio, meritano rispetto, hanno superato tempeste ed incendi per secoli , ora in evidente declino necessitano di protezione e cura.
Il cammino continua nel fitto del bosco e incrociata la pista principale la si segue sulla destra fino al rifugio di San Giorgio (il nome è dovuto al vicino Monastero).
Da qui c’ incamminiamo seguendo ora il sentiero tracciato di bianco e rosso. Ad una biforcazione si tralascia il sentiero di destra per piegare sulla sinistra in leggera salita per circa 200 metri immettendosi sul sentiero che circunvalla Pietra Cappa. Noi proseguiamo sulla sinistra seguendo il bel sentiero con staccionata in legno che in breve ci conduce al punto di partenza. Lungo quest’ultimo tratto suggestiva è la veduta sulla curiosa cupola di Pietra Cappa che evoca leggende e racconti circonfusi di mistero. Il posto è un vero paradiso terrestre dove la natura si sposa con la meravigliosa bellezza del paesaggio.