di Simona Ansani
«La Calabria produce più energia di quanto consuma, non abbiamo bisogno di altra energia prodotta facendo scempio dell’ambiente. Le pale eoliche generano solo danno al territorio, sotto ogni aspetto. Deturpano il paesaggio, provocano inquinamento acustico e sono del tutto inutili nella nostra regione». Sono le parole del Presidente del Gal Terre Locride, Francesco Macrì, sulla possibilità di impianti eolici nella Locride. Argomento tornato nuovamente alla ribalta dopo uno stop di quasi un ventennio. Infatti i primi impianti di pale eoliche ricordiamo che furono immessi sul territorio calabrese nel 2006, precisamente il primo impianto eolico fu inaugurato il 7 dicembre, nel comune di Cortale, in provincia di Catanzaro, costituito da 7 aerogeneratori ubicati in località Serra del Gelo, raggiungendo una produzione totale di 14,5 Gwh/anno, pari al consumo di 7.000 famiglie. In tutto ad oggi in Calabria sono presenti ben 624 pale eoliche, un numero in netta minoranza rispetto le altre regioni del sud Italia.
Ma secondo Macrì l’eolico «potrebbe avere forse senso solo in alto mare, come sostiene Silvio Greco, se proprio dobbiamo immaginare un impiego di questi impianti. L’indiscriminata e scellerata progettazione di veri parchi eolici devasta un intero territorio. Il paesaggio è per noi prezioso e va custodito. La Locride va protetta. I nostri progetti hanno tutti la cifra forte dell’inclusione e della sostenibilità: scenari come quelli che si profilano nel nostro comprensorio, da Agnana a Mammola, ad Antonimina, non possono che incontrare il nostro dissenso. Ci siamo ritrovati, non per merito nostro, ma per congiunture storiche ed economiche sfavorevoli, un patrimonio paesaggistico eccezionale, facciamone tesoro. Perciò, appoggiamo quanti, con coraggio e determinazione, hanno preso posizione per preservare un ambiente magnifico e domenica prossima saranno ad Antonimina per proteggere l’area di Tre Pizzi».