di Gianluca Albanese
LOCRI – “La scuola è un pilastro indispensabile della società civile, ma il bene prioritario da tutelare è la salute. Per questo ritengo che sia meglio non riaprire le scuole a settembre: con la riapertura in fase di pandemia persistente, andiamo contro il primo baluardo di prevenzione che è evitare gli assembramenti”.
E’ il medico locrese Nicola Rulli, da sempre attento alla diffusione di messaggi tesi a sottolineare l’importanza della prevenzione e dei vaccini (e presente nel dibattito pubblico sul CoVid-19 fin dai primissimi giorni dell’emergenza), che infiamma il dibattito sulla riapertura degli istituti scolastici, previsto per il prossimo 24 settembre e che alcuni presidi, come il sidernese Vito Pirruccio, vorrebbero anticipare di una settimana.
Secondo il dottore Rulli “Posticipare la ripresa dell’attività scolastica in aula di un mese e mezzo (fino a novembre, dunque) è sensato e ragionevole, in quanto si stanno concludendo diversi studi di “fase 3” sui vaccini, con la possibilità di una vaccinazione di massa in tempi brevi. Vorrei ricordare – ha chiosato Nicola Rulli – che in atto non abbiamo una prevenzione attiva data dai vaccini, e senza prevenzione attiva il riavvio delle scuole è come un salto nel buio. Esse sono state, da sempre, il moltiplicatore più potente nel campo delle malattie infettive o diffusive, e il perché è presto detto: i bambini sono i più ricettivi perché privi di anticorpi, e portano il virus a casa mettendo a repentaglio la vita di anziani e soggetti fragili, e questo è il motivo che desta maggiore preoccupazione. Infatti, nei periodi di epidemie assistiamo a classi scolastiche dimezzate o addirittura ridotte a un terzo delle presenze”.
Insomma, giusto riprendere l’attività scolastica ad autunno inoltrato quando saranno presumibilmente disponibili i vaccini per tutti, perché, come dice il medico Rulli “Il Governo non può anteporre altri interessi alla tutela della salute”.
Ma c’è dell’altro. Perché Nicola Rulli, da sempre convinto assertore dell’importanza dei vaccini, oggi propone di rendere obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale.
“L’influenza – spiega il medico locrese a Lente Locale – rappresenta un vero e proprio “fertilizzante” per il coronavirus e altri agenti infettivi. Ci sono nazioni come il Canada in cui la vaccinazione influenzale è obbligatoria anche nei giovani fino a 18 anni. Questa decisione ha comportato un crollo delle assenze da scuola, un risparmio economico non indifferente e soprattutto la salvaguardia della salute, perché le influenze aprono la strada ad altre malattie. Ecco perché ritengo fondamentale sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale tetravalente da ottobre a dicembre”.
Dunque, l’occasione è ghiotta per ribadire l’importanza della prevenzione.
“Le misure preventive – ricorda Nicola Rulli – come distanziamento sociale e mascherine sono efficaci se associate a responsabilità dei singoli e soprattutto se si evitano gli assembramenti. Appare difficile immettere negli istituti scolastici, concepiti per scambi ravvicinati, una massa di ragazzi che dovrebbero assumere nuovi comportamenti e stili di vita: aule di 30 alunni non dovrebbero ospitarne più di dieci. E poi – sottolinea Rulli – non dobbiamo dimenticare la necessità di tutelare la salute degli insegnanti a rischio, molti dei quali sono avanti con gli anni e affetti da patologie: non è giusto mettere a repentaglio la loro salute”.
Il medico si congeda da Lente Locale con due interrogativi.
“E’ fattibile chiedere a bambini e ragazzi responsabilità, uso di mascherine, distanze (e in particolare rigidità affettiva), rispetto di regole che spesso è difficile fare osservare anche agli adulti?”.
“Vale la pena – si chiede ancora il dottore Rulli – dispiegare così tante forze e investimenti per la ripresa di una attività che appare insicura in attesa di un vaccino?”.
Il dibattito – dunque – si arricchisce di un nuovo prezioso contributo.