di Gianluca Albanese (fotogallery e video di Enzo Lacopo)
MOLOCHIO – Una borsa di studio da intitolare alla memoria di Maddalena Del Re, che dedicò la sua giovane vita alla lotta per l’affermazione della legalità e della legge Lazzati (quella che impedisce ai malavitosi di fare campagna elettorale) e contro il cancro alla mammella, che la portò via troppo, troppo presto.
E’ stata l’idea esternata dal consigliere comunale Ismaele Ottavio Caruso, durante la cerimonia di commemorazione della giovane scomparsa lo scorso mese di febbraio, che ha avuto luogo sabato pomeriggio nell’aula del consiglio comunale di Molochio. Già, Molochio. Fu nel piccolo paese della Piana di Gioia Tauro che Maddalena Del Re, lametina di origine, decise di candidarsi alle scorse elezioni comunali, con la lista denominata “Amo Molochio-Alternativa democratica” e “Centro Studi G. Lazzati”. Lo fece per seguire l’idea del presidente del Centro Studi Lazzati, il presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione Romano De Grazia, e degli attuali consiglieri comunali di Molochio Rocco Iorianni e Ismaele Ottavio Caruso. Proprio così: una lista creata per affermare i principi di legalità della legge Lazzati.
E di Molochio, Maddalena Del Re s’innamorò subito: della sua spaziosissima piazza, delle sue vedute mozzafiato, della sua natura e della sua gente. Ecco perché, nonostante fosse già consapevole della malattia che aveva, non perse mai il proprio spirito combattivo e la propria voglia di cimentarsi in quella che lei stessa definì «Un’avventura».
La cerimonia di ieri – molto partecipata – si è aperta con la proiezione di un video della campagna elettorale di cui Maddalena Del Re fu candidata. Una bella occasione per riascoltare la sua voce e le sue idee «Di una giovane – ha detto la moderatrice Teresa Cosmano – abituata a combattere in prima linea».
«Svegliatevi – disse Maddalena Del Re nel video – perché questo paese vale».
La lista non vinse, eleggendo i tre consiglieri di opposizione, ma sabato a ricordare Maddalena Del Re c’erano tutti, dal presidente del consiglio comunale Maria Grazia Cardone, che ha paragonato la Del Re alle prime cittadine elette nei giorni scorsi «Fiocchi rosa appena sbocciati – ha detto – che avrebbero fatto la sua gioia» al sindaco facente funzioni Francesco Miceli che ha riconosciuto che «La sua grazia alzava il livello della campagna elettorale», aggiungendo di condividere i valori «Perché anche io – ha detto – ho subito angherie dalla ‘ndrangheta ma non mi sono mai piegato».
L’assessore comunale di Taurianova Luigi Mamone ha detto che «Ricordare Maddalena è un dovere civile», mentre Ilaria MIttiga, candidato sindaco alle recenti elezioni comunali di Platì ha affermato di riconoscersi «Nelle parole di Maddalena, libere e profonde. Mi auguro – ha aggiunto – che il suo messaggio di libertà arrivi al cuore dei calabresi», mentre il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha riconosciuto «Nelle parole di Maddalena, l’arte della politica come si faceva nell’antica Grecia» anticipando che proprio a Cosenza «Apriremo a breve la sede del Centro Studi Lazzati, per diffondere la cultura della legalità».
Il capogruppo di “Amo Molochio” Rocco Iorianni, molto vicino a Maddalena l’ha definita «Un’anima bella, ammantata di altissimi valori e ideali. Mise la persona umana al centro del sistema e oggi – ha aggiunto – mi sento più ricco e più forte per averla conosciuta».
Ottavio Caruso, come detto, ha lanciato l’idea della borsa di studio intitolata a Maddalena «Anche per fare in modo – ha detto – che le giovani donne siano avviate allo screening oncologico».
Appassionato, ricco di pathos e senza peli sulla lingua, l’intervento conclusivo del giudice De Grazia, che ha premesso dicendo che «Maddalena Del Re incarnava quei valori sanciti dalla Costituzione. Sapeva che non c’era giustizia senza legalità, a prescindere dalle appartenenze. E noi del Centro Studi Lazzati operiamo per diffondere i nostri valori e la nostra battaglia di legalità, senza bandiere, senza marce e fiaccolate, ma col sostegno all’unica legge che impedisce ai malavitosi di raccogliere i voti».
Un destino crudele quello di Maddalena Del Re, identico, purtroppo, a quello di Rosangela, figlia del giudice De Grazia, morta a 46 anni dello stesso male.
Nell’approvare la proposta della borsa di studio, De Grazia ha ricordato che «Maddalena Del Re prese solo due voti alle elezioni, ma quei due elettori sanno di aver votato per una persona meravigliosa», ha espresso il proprio ringraziamento al sindaco di Cosenza Occhiuto e non ha risparmiato stoccate ai “professionisti dell’antimafia da parata” – così li ha definiti – facendo il nome di don Luigi Ciotti e alludendo a chi pensa che fare antimafia sia gestire fondi pubblici, associazioni e cooperative, fare sfilate e cortei.
«Maddalena era una vera eroina – ha detto De Grazia – le altre fanno solo chiacchiere», spingendosi altresì ad affondare il colpo contro l’istituzione giudiziaria «Che ha le sue colpe – ha detto De Grazia – e anche i suoi attentati simulati, come quello di quel magistrato che lo chiese espressamente a un boss. Non è la funzione che qualifica l’individuo – ha aggiunto – ma l’individuo che qualifica la funzione».
Prima di lasciare spazio ad alcuni interventi del pubblico e al commosso ringraziamento da parte dei familiari di Maddalena Del Re, presenti in sala, De Grazia ha chiuso l’intervento leggendo un passo di una lezione di Piero Calamandrei che a Maddalena piaceva tanto, tutto incentrato sulla necessità di mantenere vivo il ricordo della lotte della Resistenza come precondizione per giungere alla Costituzione Italiana.
Nel video del nostro Enzo Lacopo, alcuni dei principali interventi che si sono registrati nella manifestazione.
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