di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Emergono dati preoccupanti dallo uno studio tecnico operato nel settore della depurazione. Secondo indiscrezioni, infatti, sarebbero ben tre milioni i litri di reflui non depurati che mensilmente sarebbero sversati nelle acque marine di Bovalino. Secondo un attento monitoraggio eseguito nei mesi di marzo e aprile, ogni ora verrebbero sversati circa otto mila litri di reflui che nella media giornaliera arriverebbero a 96. Dati che potrebbero raddoppiarsi nei mesi estivi, periodo in cui è maggiore il consumo d’acqua e la popolazione aumenta di qualche migliaio.
Cifre che aggiungono dettagli preoccupanti all’inchiesta in mano alla procura della Repubblica di Locri che da febbraio ha aperto un’indagine sul consortile di Bianco. Indagine che portò al sequestro, con modalità d’uso e prescrizioni, del depuratore di Bianco e delle stazioni di sollevamento dei comuni di Bovalino, Benestare e Palazzi di Casignana e che pone al centro del lavoro degli inquirenti non solo la gestione dell’impianto consortile, ma la sua realizzazione.
Le indagini scavano nella ricerca dei materiali impiegati, nella conformità di realizzazione di un impianto a servizio di quattro comuni che a oggi non risultano normati da un consorzio e che non sarebbe mai stato sottoposto a un collaudo tecnico. Questa volta i provvedimenti non si sono esauriti nelle sanzioni amministrative, il fascicolo aperto dalla procura di Locri chiama in causa responsabilità per quello che è un disastro ambientale.
Una faccenda che interessa da vicino non solo i responsabili amministrativi ma l’intera cittadinanza che da qualche tempo ha costituito un osservatorio comunale permanente e che proprio in queste settimane ha attenzionato più volte il problema ai commissari prefettizi.
I dati emersi, pur non avendo ancora alcuna natura di ufficialità, chiariscono quello che potrebbe essere l’entità del danno subito dal Comune che non potrà più permettersi interventi tampone, inutili se si considera il sottodimensionamento dell’impianto.
Per capirci meglio, anche se tutte e quattro le stazioni di sollevamento funzionassero a regime, l’impianto non sarebbe in grado di sopportarne la portata a causa della sua struttura deficitaria.