di Gianluca Albanese
SIDERNO – Dunque, il termine ultimo per eleggere il costituendo consiglio metropolitano (organo che propone alla conferenza metropolitana lo statuto e le sue modifiche, approva i regolamenti, i piani e i programmi; approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano) è fissato per il prossimo 30 novembre, ma nessuno (o quasi) sembra accorgersene nell’attuale provincia di Reggio Calabria, che dal prossimo mese di giugno sarà ufficialmente l’ultima delle Città Metropolitane introdotte dalla cosiddetta “Legge Del Rio”.
Posto che il sindaco metropolitano sarà il sindaco di Reggio Calabria, in quanto città capoluogo, e che il territorio della Città Metropolitana coincide con quello dell’attuale provincia, va ricordato che Reggio Calabria, essendo l’unica Città Metropolitana con popolazione inferiore ai 300.000 abitanti, potrà eleggere solo quattordici consiglieri metropolitani, con diritto di voto (attivo e passivo) riservato ai sindaci e ai consiglieri comunali dei 97 comuni che fanno parte del proprio territorio.
Ovviamente, il voto sarà “ponderato”, rapportando la percentuale di ogni singola unità di voto alla popolazione di cui è espressione il consigliere comunale che vota. In altri termini, il voto di un consigliere comunale di un piccolo centro intorno ai mille abitanti sarà solo una frazione di voto di quello che invece è espressione di un centro superiore ai 10.000 residenti.
Il collegio elettorale è unico, quindi, non ci sono collegi di “area” e le liste (che saranno presumibilmente composte sulla scorta dell’appartenenza politica) dovranno avere da 8 a 14 candidati consiglieri unici in tutta l’attuale provincia, da eleggere col sistema proporzionale.
Sarà importante, dunque, fare in modo, durante la composizione delle liste, che siano rappresentate adeguatamente tutte le aree del territorio di competenza (Reggino, area dello Stretto, Piana di Gioia Tauro e Locride) e, per sindaci e consiglieri comunali che andranno al voto, dare la propria indicazione a rappresentanti geograficamente più vicini.
Al momento, non sono state rese ufficiali le candidature e si ha notizia solo di un lavorìo sotterraneo e silenzioso da parte dei leader politici più lungimiranti.
I consiglieri provinciali uscenti, per poter concorrere all’elezione del consiglio metropolitano, devono cercare di farsi eleggere nei consigli comunali che verranno rinnovati in occasione delle elezioni che avranno luogo in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2016, e sarà importante che proprio dal rinnovo dei civici consessi previsti esca una nuova classe dirigente di amministratori che già guardano in prospettiva non solo all’amministrazione della propria comunità, ma anche ad un ragionamento più ampio in vista dell’elezione del consiglio metropolitano, che dovrebbe, secondo i primi calcoli fatti “a spanne” garantire comunque sei consiglieri alla zona di Reggio Calabria, e i restanti otto da suddividere tra Locride, Piana e Grecanica, fermo restando che la condotta dei consiglieri-elettori sia univoca: se parecchi consiglieri della Locride voteranno per un candidato della Piana o di Reggio, ad esempio, limiteranno la possibilità di eleggere un consigliere metropolitano espressione del nostro comprensorio.
Rumors di palazzo assicurano che nella Piana si siano già raggiunte intese di massima sui candidati da eleggere al consiglio metropolitano; altrettanto non si può dire nella Locride, laddove per ora si procede in ordine sparso e con colloqui riservati e trattative ancora allo stato embrionale.
Un ruolo importante, in vista della composizione delle liste, lo dovranno avere i partiti più strutturati nel territorio, affinché tengano nella dovuta considerazione l’esigenza di rappresentare adeguatamente le varie aree del territorio nel consiglio metropolitano che verrà. E se il compito del Pd appare, sulla carta, più agevole, visto che governa in molte cittadine della Provincia, non si può dire altrettanto per Forza Italia e il centrodestra in genere: il partito di Berlusconi paga lo scotto della mancanza di un gruppo dirigente eletto in un regolare congresso e quindi, appare arduo, al momento, pensare a un ragionamento accurato e condiviso in vista delle elezioni del consiglio metropolitano; una condotta che quindi sembra lasciare spazio a iniziative di singoli consiglieri, apparentemente slegate da un contesto unitario di partito.
Già, i singoli consiglieri. Quelli eletti e in carica alla data delle elezioni del consiglio metropolitano dovranno essere consapevoli dell’importanza della scelta che andranno a compiere, votando o candidandosi, ma lo dovranno essere ancor di più coloro i quali si accingono ad essere eletti nella tornata di questa primavera: saranno non semplici consiglieri dei rispettivi comuni ma anche elettori (e potenziali candidati) del costituendo consiglio metropolitano.
Siamo sicuri che tutti i candidati sindaci stanno spiegando loro tutto ciò o se si continuerà ad agire come se la Città Metropolitana fosse ancora “in divenire”?
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