Dati inconfutabili, incontrovertibili e, quel che è peggio, molto preoccupanti in considerazione del fatto che da Firenze in su per la procedura di reclutamento del personale docente i numeri sono addirittura sottostimati rispetto a quelli che sono i posti disponibili, che significa molto semplicemente che, ancora una volta, non si riuscirà a soddisfare tutte le richieste pervenute alle varie Istituzioni scolastiche.
di Antonio Baldari
Il problema c’è e si vede, pure troppo. Ed è la copertura dei posti disponibili anche laddove si potrebbero coprire con molta più facilità, e segnatamente sul sostegno; tanto riportano i dati ufficiali per quanto concerne il concorso 2024 del prossimo mese di marzo, di cui abbiamo riferito nell’edizione di ieri del Nostro Giornale.
Dati inconfutabili, incontrovertibili e, quel che è peggio, molto preoccupanti in considerazione del fatto che da Firenze in su per la procedura di reclutamento del personale docente i numeri sono addirittura sottostimati rispetto a quelli che sono i posti disponibili, che significa molto semplicemente che, ancora una volta, non si riuscirà a soddisfare tutte le richieste pervenute alle varie Istituzioni scolastiche. E qui si ritorna, dritti dritti, alle assunzioni in ruolo dell’estate scorsa, 2023, che vennero rifiutati, in ragione di ben 10mila posti, diconsi diecimila!, messi nuovamente a bando ora posto che, da 30mila e rotti, si è passati ad oltre 44mila posti, proprio perché vennero rifiutate quelle diecimila cattedre, che oggi si vuole rimettere in circolo.
Che è quanto di più preoccupante ci possa essere nel mondo della Scuola italiana, che è un po’ come il cane che si morde la coda, ritrovandosi sempre e comunque al punto di partenza, ossia lo stipendio, è questa la vera e nuda verità: i docenti/maestri non ce la fanno a sostenere il costo della vita perché troppo alto, particolarmente per ciò che inserisce gli affitti, e fin quando non si interverrà su questo, specifico, punto non ci sarà mai quella sperata inversione di tendenza, ossia la copertura delle cattedre ad inizio anno scolastico ma si sarà, al contrario, sempre alle prese con quei problemi che si potrebbero risolvere diversamente da come si è fatto sinora.
Ma non è che non li si vuole realmente risolvere? Il concorso del prossimo mese di marzo vorrebbe significare proprio questo