La data di inizio del nuovo anno scolastico è da ascriversi al prossimo giovedì 14 settembre un po’ in quasi tutta Italia, e gli Uffici scolastici provinciali si attiveranno già in questa settimana e, secondo i desiderata di viale Trastevere, entro e non oltre la fine del mese dimodoché, espletata la prima convocazione prendendo atto di eventuali “buchi” che si creassero in fase di accettazione dell’incarico, si possa poi procedere con la seconda convocazione per coprire proprio quei vuoti, per assicurare quella tanto, invocata, regolarità alla base di un corretto coinvolgimento degli alunni e, per esteso, delle famiglie nella realtà del nuovo anno scolastico.
di Antonio Baldari
Manca poco, ormai è questione di giorni se non di ore. Per quanto concerne l’assegnazione degli incarichi al 31 agosto ed al 30 giugno nella Scuola, infatti, si procederà entro poco tempo, in ossequio alle indicazioni del Ministero dell’Istruzione e del Merito nella persona del ministro Giuseppe Valditara, che è stato molto chiaro: per l’inizio del nuovo anno scolastico 2023.2024 tutte le cattedre dovranno essere coperte.
La prestabilita data è da ascriversi al prossimo giovedì 14 settembre un po’ in quasi tutte le regioni, e gli Uffici scolastici provinciali si attiveranno già in questa settimana e, secondo i desiderata di viale Trastevere, entro e non oltre giovedì 31 agosto, dimodoché, espletata la prima convocazione prendendo atto di eventuali “buchi” che si creassero in fase di accettazione dell’incarico, si possa poi procedere con la seconda convocazione per coprire proprio quei vuoti, per assicurare quella tanto, invocata, regolarità alla base di un corretto coinvolgimento degli alunni e, per esteso, delle famiglie nella realtà del nuovo anno scolastico.
Nello specifico, in Calabria non dovrebbero esserci grosse difficoltà nell’onorare questo impegno posto che, all’indomani delle assegnazioni provinciali e dello scorrimento delle Graduatorie ad Esaurimento e delle Graduatorie di Merito, non ci sono grandi carenze da soddisfare per le varie classi di concorso e, di riflesso, discipline; vi è stata qualche situazione di disagio per i docenti calabresi che non hanno potuto soddisfare il loro, legittimo, diritto di trasferimento in Calabria, volendo fare ritorno a casa, ricongiungendosi ai propri familiari che è quanto di più offensivo che ci possa essere essendo, tale diritto, democraticamente sancito per legge.
Ma, di tecnicismi in tecnicismi, questi docenti e/o insegnanti saranno loro malgrado costretti ad esercitare la professione lontano da casa e dai propri affetti, per non dire, invece, di chi non avrà neanche questo “privilegio”, definiamolo così, e segnatamente i cosiddetti “precari storici” che dopo dieci, quindici, vent’anni se non più, corrono il rischio di rimanere fuori dal giro e stare sulla strada, perché molto pochi sono gli spazi di azione e pure perché, dopo così tanti anni alle prese con l’esercizio della professione, vengono considerati alla stregua di chi si laurea oggi: anzi, li si costringe a fare un percorso di formazione ed approfondimento della professione non dando alcun peso proprio al servizio prestato.
Se sono nelle condizioni economiche di potersi iscrivere ai corsi per il conseguimento dell’abilitazione – riaperti dopo ben dieci anni! – tutto inizierà ad andare per il verso giusto, dovendo poi, o durante, concorrere insieme a tanti altri colleghi e, una volta superata la procedura concorsuale, immergersi in tutto e per tutto nell’altrimenti detto “anno di prova”, che è la vergogna più vergognosa, per non dire una vera e propria offesa!, esistente in Italia. Che si è servita di loro, dei “precari storici”, ligi al dovere nel tenere aperte le Scuole d’Italia, ogni anno, ma ora molto sommessamente accompagnati alla porta.