di Gianluca Albanese
SIDERNO – La pietra nello stagno lanciata ieri sera da questa testata ha sortito i primi effetti. Il primo è l’interesse suscitato dall’articolo che dà conto ai nostri lettori dei probabili aspiranti a una candidatura a sindaco nelle elezioni del 2020; il secondo sono state nuove indiscrezioni colte dal cronista nella mattinata odierna, tali da ottenere sostanziali conferme a quanto pubblicato ieri sera, con alcune aggiunte e integrazioni.
IL CENTRODESTRA
Agli ex vicesindaci di Siderno citati nell’articolo di ieri, ovvero Domenico Barranca (area Lega) e Pietro Sgarlato (in quota Forza Italia) potrebbero aggiungersi altri aspiranti candidati sindaci dell’area c.d. “moderata” e/o “Sovranista”. Tra questi ultimi, infatti, si parla con insistenza del leader cittadino di Fratelli d’Italia Giuseppe Caruso, che nel 2015 si candidò a sindaco di Siderno con la lista del movimento civico “Volo”. Caruso, dopo il seggio conquistato, cedette il posto in consiglio comunale a Michele Cataldo prima e a Rosalba Romeo poi, adducendo, dopo le elezioni, l’incompatibilità col ruolo professionale rivestito, ovvero quello di Giudice di Pace a Lamezia Terme, con quello di consigliere comunale. Ovviamente, se dovesse essere candidato e successivamente eletto sindaco, potrebbe optare per lo scranno di primo cittadino, sospendendo il rapporto professionale.
Altro nome su cui molti osservatori cittadini concentrano le proprie attenzioni è quello di Antonella Avellis, avvocato di estrazione socialista da tempo collocatasi in Forza Italia. Eletta consigliera in più di un’occasione, la Avellis era data come papabile candidata alla carica di primo cittadino alle elezioni del 2015, ma non se ne fece nulla una volta constatata l’impossibilità di presentare un centrodestra unito insieme alle espressioni civiche a esso affini e soprattutto rinnovato dopo le difficoltà del lustro precedente.
Insomma, la situazione più complessa si registra proprio nel centrodestra, ovvero l’area politica che ha amministrato Siderno dal 2001 a metà 2012.
Appare lecito chiedersi se tutti questi aspiranti candidati sindaci sapranno trovare la sintesi tra loro e unirsi in un’unica lista capace di aumentare le probabilità di vittoria o se prevarranno individualismi e desiderata mai sopiti.
IL PARTITO DEMOCRATICO
Crescono le quotazioni dell’attuale assessore al Bilancio della giunta regionale Mariateresa Fragomeni. Tra una candidatura a palazzo Campanella e una a sindaco della sua città, la Fragomeni, secondo i bene informati, preferirebbe la seconda. Accanto a sé ha il proprio partito – decisamente il più radicato nel territorio – e qualche settore della società civile. Dubitiamo, però, che possa essere espressione di un centrosinistra unito, anche alla luce delle tensioni che hanno caratterizzato l’ultima consiliatura.
IL RITORNO DI FUDA
A guastare i piani dei due poli sopra elencati, ma soprattutto per riprendere il filo di un’esperienza amministrativa interrotta nel mese di agosto 2018, c’è proprio il senatore della XV legislatura Pietro Fuda che secondo il suo entourage sarebbe pronto a candidarsi di nuovo per tornare nel ruolo di primo cittadino, potendo contare sui fedelissimi di Fattore Comune e Centro Democratico e su quei settori della società civile che non hanno digerito – anche per le motivazioni apparse ai più lacunose – lo scioglimento del precedente comunale per infiltrazioni mafiose.
LA LISTA UNICA CHE NON C’E’
La logica conseguenza di tutte le indiscrezioni poc’anzi riportate è il probabile venir meno della lista unica di salute pubblica che sarebbe piaciuta a molti cittadini ma che appare, al momento, difficile da realizzare. Le conseguenze? Ai posteri l’ardua sentenza.
Del resto, come ama ripetere un amministratore democristiano di lungo corso…”In politica, ogni giorno è un mondo nuovo”.