di Gianluca Albanese (foto e video di Enzo Lacopo)
SIDERNO – Una petizione popolare per l’abolizione dei ticket sanitari. E’ quanto si è impegnato a realizzare il Partito Comunista Italiano al termine del convegno che ha avuto luogo ieri pomeriggio nella sala delle adunanze del palazzo municipale di Siderno, organizzato dalla locale sezione del partito, intitolata al compianto partigiano Vincenzo Bolognino.
La manifestazione, molto ben riuscita, è stata seguita da un folto pubblico, composto in prevalenza, oltre che dai militanti del partito, da numerosi cittadini e operatori della sanità, oltre che da un buon numero di amministratori comunali.
Dopo la proiezione di alcune diapositive, illustrate dal dirigente dei Giovani Comunisti Ivan Albanese, che ha evidenziato come la regione Calabria sia molto indietro rispetto alle regioni del centro nord in termini di offerta sanitaria, ha dato il benvenuto il segretario della sezione cittadina del Pci Sandro Siciliano, che ha rivolto un plauso all’azione dei nuovi organismi dirigenti dell’associazione dei Comuni della Locride, e in particolare al presidente dell’assemblea Franco Candia, dicendo che «C’è bisogno dell’impegno dei comunisti e dei sindaci per difendere la sanità pubblica nel territorio, partendo dalla richiesta rivolta al sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, di convocare l’assemblea dei sindaco presso l’Asp di Reggio Calabria al fine di eleggere il nuovo presidente».
Molto interessante e articolata la relazione presentata dal responsabile del Pci provinciale sul tema della sanità, nonché capogruppo in consiglio comunale Totò Sgambelluri, che ha premesso che «I direttori generali dell’Asp di Reggio Calabria non hanno saputo, o più probabilmente, voluto rispondere alle esigenze della cittadinanza perchè il principale problema – ha detto Sgambelluri – sono i numerosi sprechi e clientele che hanno caratterizzato l’amministrazione della sanità negli ultimi anni, con scelte che appaiono dettate da criteri antieconomici per i quali è necessaria una verifica da parte della Corte dei Conti. Basterebbe maggiore buonsenso – ha detto – per ottenere considerevoli risparmi e arrivare a una sanità migliore per i cittadini».
Quindi, è stato dato spazio ai numerosi sindaci presenti.
Franco Candia ha esordito invocando «Maggiore sorveglianza civica, a partire dall’atto aziendale licenziato di recente, attraverso un’opportuna campagna di ascolto delle esigenze della comunità e una maggiore sinergia con gli amministratori comunali e i cittadini».
Caustico il sindaco di Siderno Pietro Fuda, che ha ricordato come esistano «Primari senza ammalati e ammalati senza primari», invitando tutti a una maggiore razionalità nelle scelte dell’organizzazione dell’offerta sanitaria, evidenziando altresì come «La Stazione Unica Appaltante regionale non ha mai fatto gare riguardanti l’offerta sanitaria».
Il sindaco di Polistena Michele Tripodi ha detto a chiare lettere che «C’è un disegno teso a chiudere gli ospedali “Spoke” di Polistena e di Locri, tanto che al momento chi non ha la possibilità di curarsi fuori regione è destinato a morire, ecco perchè – ha continuato – serve una mobilitazione generale da parte della popolazione di Locride e Piana tesa a sconfiggere questo disegno».
Un tesi, quest’ultima, ribadita a gran voce dal sindaco di Locri Giovanni Calabrese che ha detto che «L’atto aziendale, contrariamente a quanto scritto nella delibera, non è stato condiviso dai sindaci della provincia, tanto che dopo oltre tre anni di battaglie, siamo tutti molto amareggiati e disillusi, visto che dopo l’indifferenza dimostrata a suo tempo dall’allora presidente della Regione Scopelliti e dai vari direttori generali e commissari dell’Asp di Reggio ci troviamo una sanità che non funziona, a cominciare dagli ospedali che hanno molti meno posti letto e funzioni rispetto a quanto previsto sulla carta dall’atto aziendale dell’Asp».
«La colpa – ha proseguito Calabrese – è soprattutto del commissario regionale alla Sanità Massimo Scura, incapace di confrontarsi coi sindaci e che nulla fa per dare un’offerta sanitaria reale per la nostra terra, tanto che rischiamo che vengano perduti i 14 milioni destinati all’ospedale di Locri e alla Casa della Salute di Siderno».
Ne è seguito un lungo e partecipato dibattito.
Il primo a intervenire è stato l’attivista del comitato dei cittadini di Pantanizzi di Siderno Peppe Ieraci, che ha evidenziato i rischi per la salute dei cittadini derivanti dalla presenza dei rifiuti tossici dell’ex industria chimica “BP” a Siderno, oltre che da altri insediamenti produttivi come quello della Sika, dicendo altresì che «Dopo dieci anni e passa di denunce inascoltate da parte delle istituzioni cittadine su questi temi, abbiamo finalmente trovato una sponda nell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Fuda, e vogliamo che sia chiaro a tutti – ha continuato – che se dovesse cadere questa amministrazione, la questione rimarrà irrisolta per chissà quanto altro tempo».
Molto importante anche il ruolo della medicina sul territorio, giocato da tutte quelle strutture extra ospedaliere che si occupano di prevenzione, come ha evidenziato il responsabile del Sert di Siderno Francesco De Matteis, e dalla responsabile del Consultorio Familiare Daniela Diano che nel suo appassionato intervento, ha dapprima ricordato come «La logica dell’accorpamento abbia ridotto a quattro i consultori nel territorio» e poi ha evidenziato gli sprechi e le incongruenze del sistema. «Ci e’ pervenuto in Consultorio – ha detto- un lettino gioco logico da parto che a noi non serve, tanto che mi sono subito attivata per trasmetterlo al reparto ospedaliero di Ginecologia e Ostetricia ma sono stata bloccata – nonostante l’assenso del primario – tanto che il lettino giace ancora nel consultorio».
Il sindacalista della Uil-Fpl Firmo Micheli ha dapprima espresso le incongruenze del nuovo atto aziendale, e poi, in vista della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prevista per il prossimo 19 marzo, ha invitato tutti «A far vedere al Capo dello Stato qual è lo stato reale in cui versano i servizi pubblici nella Locride. Non serve – ha proseguito – asfaltare le strade per far bella figura, bisogna che il Presidente abbia contezza dello stato reale in cui versa il nostro comprensorio».
E se la dirigente del Pci Franca Bolognino, figlia del Partigiano Vincenzo ha invitato tutti a mantenere alta la battaglia contro le incongruenze del sistema sanitario locrideo, la consigliera comunale di Locri Maria Antonella Gozzi ha invitato tutti a una maggiore vigilanza contro le recenti normative riguardanti il diritto al risarcimento dei danni nei casi di errore sanitario, molto più stringenti per i pazienti, sui quali, di fatto, grava l’onere della prova dell’errore sanitario.
Il militante reggino del Pci Francesco D’Ascola, infine, ha invitato tutti a un maggiore ascolto dei pazienti, evidenziando come ci sia «Troppa discrezionalità da parte dei primari ospedalieri che fanno il bello e il cattivo tempo».
Le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale del Pci Mauro Alboresi, che nel corso della sua lunga disamina, ha toccato tutti i tasti dolenti del sistema sanitario nazionale «Dalle lunghissime liste d’attesa – ha detto Alboresi – agli undici milioni di italiani che ormai rinunciano alle cure perchè non hanno più la possibilità economica di curarsi. Non possiamo permettere – ha continuato – che il diritto alla sanità pubblica diventi una questione di censo per via delle logiche di precarizzazione e aziendalizzazione che imperano in questo settore. Dopo i recenti tagli del Governo Nazionale, ormai è chiaro che la sanità non è più nell’agenda politica degli esecutivi Renzi e Gentiloni, ecco perchè noi del Pci diciamo basta ai ticket sanitari perchè le risorse, se si vuole, si trovano era sanità deve essere sostenuta dalla fiscalità generale con tasse e imposte che devono essere riscosse in base ai criteri di fiscalità generale. Il diritto alla salute – ha concluso – non può essere subordinato al profitto ed ecco perchè noi del Pci lanciamo la nostra petizione popolare per l’abolizione dei ticket sanitari».
Nel video del nostro Enzo Lacopo, l’ampia sintesi della giornata, con le interviste realizzate prima del convegno col segretario nazionale del Pci Mauro Alboresi e col segretario regionale Lorenzo Fascì.
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sono una donna,madre ,nonnaSono affetta da osteoporosi con alto rischio di frattura da fragilita’.Ora alcune cose le passa la mutua ma per altre bisogna pagare ,tre punture 25,45€ come faccio ,la pensione di mio marito non basta per bollette e mangiare.Prevenzione significa avete le cure x migliorare lo stato di salute delle donne .grazie Marianna.