Intervento dei genitori di una studentessa dell’istituto comprensivo locrideo che sottolineano quanto accaduto alla propria figlia “Che da tempo si trova in una condizione che richiede cure costanti sia domiciliari sia in day hospital – essi affermano – le conseguenti assenze scolastiche sono sempre state giustificate e documentate, sarebbe stato doveroso attivare un confronto diretto con noi prima di arrivare a questo”. La speranza per il prossimo anno scolastico affinché “Si possa instaurare un dialogo improntato al rispetto reciproco e alla reale collaborazione” – concludono.
di Antonio Baldari
“Sì, va bene tutte queste belle cose e questi bei risultati di cui Lei dice ma pensi a me padre, che sono di ritorno dall’ospedale con mia moglie, che mi ritrovo davanti al portone di casa l’assistente sociale per le assenze fatte da nostra figlia ma sempre regolarmente giustificate e documentate, come dovremmo sentirci? Un confronto con noi sarebbe stato doveroso”.
Lo avevamo lasciato così il signor S., con questa sua dichiarazione consegnata ai nostri taccuini qualche giorno fa, unitamente ad altri genitori dell’istituto comprensivo “Pascoli-Alvaro” di Siderno, popoloso centro dell’area metropolitana di Reggio Calabria, i quali all’indomani della conclusione dell’anno scolastico hanno inteso scendere sul piede di guerra volendo con inattaccabile fermezza esternare tutto il proprio malcontento per un anno scolastico, a loro dire, “che è stato molto pesante, siamo molto stanchi ed anche e soprattutto molto delusi”.
Simbolo chiarissimo di questa stanchezza e delusione è proprio lui, il signor S., che unitamente alla propria signora vivono da tempo abbastanza esteso una situazione oltremodo delicata con la propria figlia che, stante la sua condizione di minore e per la complessità del caso posto in essere, in questa sede chiameremo Maria i cui genitori, come testé detto, sono da tempo impegnati sul durissimo fronte delle sue, assai precarie, condizioni di salute.
Il loro sguardo è rivolto verso l’orizzonte, pregno di speranza, perché tutto ciò possa risolversi al meglio, del resto cosa non fa un genitore per il bene del proprio figlio o della propria figlia perché possa star bene, in salute in primis?; entrambi cercano di spiegare cosa si prova in siffatto contesto ed i loro occhi si inumidiscono prendendo la parola nel soffermarsi su di lei, Maria, affermando che “È nostra intenzione condividere quanto abbiamo vissuto a causa dell’agire della Dirigente scolastica (la dottoressa Maria Natalia Iiriti, nda), quando, presso il nostro domicilio – esordisce con il dire il signor S. – si è presentata un’assistente sociale a seguito, da quanto ci è stato riferito, di una segnalazione proveniente dalla scuola, vogliamo esprimere il nostro profondo turbamento e rammarico dovuto a quell’intervento”.
È palesemente limpido lo stato di amarezza di quest’uomo, marito ed in special modo padre per quanto verificatosi in conseguenza di una precisa presa di posizione del vertice della “Pascoli-Alvaro”, amarezza che viene meglio esplicitata nel momento in cui egli asserisce che “Per noi ha rappresentato un colpo durissimo e ci ha fatti sentire umiliati e mortificati, soprattutto perché giunto in un momento estremamente delicato per la nostra famiglia – afferma con non poca prostrazione – come più volte comunicato alla Scuola, nostra figlia si trova da tempo in una condizione di salute che richiede cure costanti, sia domiciliari sia in day hospital, le conseguenti assenze scolastiche sono sempre state regolarmente giustificate e documentate e ci siamo premurati di informare tempestivamente l’istituto”.
Parole pesanti come macigni, che affondano le proprie radici in qualcosa di molto più profondo e di un non so che di sensibile, mettiamola così, che si sarebbero aspettati i genitori di Maria, con la di lei madre, la signora G., che riprende sotto l’occhio vigile, attento e speranzoso del marito asserendo che “Pur comprendendo l’importanza del rispetto delle norme scolastiche, riteniamo che in situazioni caratterizzate da una fragilità concreta e nota, sarebbe stato doveroso attivare un confronto diretto con noi genitori prima di arrivare ad una misura così dolorosa – chiosa la signora G. – il modo in cui è stata gestita la situazione ha ulteriormente aggravato una condizione familiare già provata, lasciandoci con un senso di ingiustizia e amarezza”.
In special modo se si pensa a Maria, al soggetto principe di questa, delicata, vicenda giacché ella anche e soprattutto soggetto più debole, che assimila fuori e dentro di sé ciò che accade intorno a lei, con tutte le conseguenze del caso; e, proprio in considerazione di quest’ultimo assunto, i suoi genitori all’unisono chiudono questo loro intervento dicendo che “Ci auguriamo che per il prossimo anno scolastico si possa instaurare un dialogo improntato al rispetto reciproco e alla reale collaborazione – concludono i genitori di Maria – affinché nostra figlia possa proseguire il proprio percorso educativo in un ambiente che sappia tutelare in modo sensibile e attento il suo stato psicofisico”.