di Gianluca Albanese
LOCRI – A quanto pare, c’è un livello burocratico e procedurale che mal si concilia con l’urgenza necessaria a risolvere situazioni cliniche delicate. È quanto si coglie dalla testimonianza, resa sui social network, da Antonio, fratello di una signora di Siderno che giovedì è rimasta vittima di una caduta dalla scala nella sua attività commerciale, procurandosi la frattura di tibia e malleolo. Immediato il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale di Locri, laddove viene sottoposta a tampone antigenico per entrare e, di seguito, al molecolare. Riesce a compiere gli esami di rito e, secondo una prima valutazione dei medici, necessita di un’operazione urgente con l’innesto di una placca al piede, al fine di poter riprendere una buona deambulazione, anche in considerazione della giovane età. La sua gamba viene completamente ingessata mentre si cerca un posto per poterla ricoverare e, appena possibile, sottoporla a intervento chirurgico. A Locri, infatti, non ci sono posti disponibili. E nemmeno a Polistena o a Reggio Calabria. Intorno alla mezzanotte viene trovato un posto all’ospedale di Soverato, laddove giunge dopo 5 ore, tra trasferimento in ambulanza e attesa.
Nella cittadina catanzarese viene sottoposta a trazione, una prima soluzione che serve a ridurre l’entità della frattura scomposta e viene rifatta l’ingessatura dopo l’intervento in trazione che le ha ridotto i dolori lancinanti. Viene prenotata per l’intervento chirurgico per il lunedì successivo, cioè domani.
Ma venerdì alle 18 arriva, dalla Prefettura di Reggio Calabria, l’esito del tampone molecolare compiuto il giorno prima all’ospedale di Locri e “processato” il giorno dopo dall’Asp di Reggio Calabria: risulta positiva al CoVid-19. Una notizia che destabilizza il personale dell’ospedale di Soverato, privo di un reparto per pazienti affetti da CoVid-19. Se ne deve andare. Non può rimanere nell’ospedale nel quale tre giorni dopo avrebbe dovuto essere operata. Al massimo può essere “parcheggiata” all’ospedale di Lamezia che un centro CoVid ce l’ha, in attesa di essere negativizzata. Nel frattempo, viene sottoposta a tampone antigenico (a Soverato) che dà esito negativo. Alle 21, prima di essere dimessa dall’ospedale di Soverato e trasferita a casa laddove avrebbe atteso la fine dell’incubo CoVid, viene sottoposta a tampone molecolare, il cui risultato lo avrebbe avuto il giorno dopo, cioè ieri.
E l’esito del tampone molecolare fatto a Soverato conferma la negatività dal CoVid. Ma la paziente è già rientrata a casa, a Siderno. E l’intervento, inizialmente fissato per domani, è slittato a data da destinarsi. Per il momento si tiene il gesso, un 3-1 “fuori casa” che però equivale a una sconfitta maturata in circostanze beffarde e l’amarezza dei tanti cittadini che hanno conosciuto questa vicenda dallo sfogo del fratello su facebook. Frutto di un mix di procedure rigide che mal si concilia con la cura del paziente e che potrebbe avere affetti negativi sul recupero della piena funzionalità dell’arto.