di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Anche Siderno ha ufficialmente il proprio Comitato per il NO nel Referendum Costituzionale per il SI al blocco delle trivellazioni in mare e per l’abrogazione della legge elettorale denominata “Italicum”. Ospitati nella sala dell’associazione Ymca hanno chiesto a tutti i partecipanti, a prescindere dal proprio “colore” politico, di battersi per veicolare una informazione chiara “rompendo il muro della propaganda imposta dal governo”.
A presentare il comitato Silvio Frascà, Giuseppe Oppedisano, Antonello Tinelli, Giuseppe Racco e Lorenzo Fascì, il coordinatore provinciale dei Comitati.
A breve verrà reso noto il programma, riunioni a cui tutti potranno prendere parte per capire bene cosa significa non andare a votare dei referendum che, per il momento, sembrano gli ultimi baluardi di democrazia. Votare per impedire dei cambiamenti sostanziali che, anche se adesso non sembra, andranno ad incidere nel quotidiano di ognuno.
Riunioni, incontri, postazioni nelle piazze principali per arrivare pronti alla prima data, poi non troppo lontana, il 17 aprile, per decidere se trivellare o meno le coste italiane. Tutto si svolgerà con l’aiuto di studiosi delle materie oggetto dei referendum per poter avere un quadro completo ed esaustivo anche su argomenti che possono sembrare non di facile fruizione per i non addetti ai lavori.
«È fondamentale organizzare incontri per parlare con la popolazione. È fondamentale – ha affermato Lorenzo Fascì – ricordare come la Carta Costituzionale sia stata pensata dopo il fascismo come un sistema di bilanciamento di forze per evitare ciò che accadde con Mussolini. La nostra Carta Costituzionale è un esempio per tutti, alla quale molti paesi internazionali si sono ispirati. Questo stato di cose – ha continuato Fascì – è figlio dell’arretramento della spinta propulsiva dei cittadini, cosa che ha portato ad uno scollamento con i vertici, facendo credere a chi ha il potere di poter intaccare le fondamenta democratiche dello Stato. Le leggi per la riforma della Costituzione avvengono con un Parlamento delegittimato perché espressione di una legge elettorale considerata incostituzionale e con il presidente del consiglio non votato dai cittadini».