di Gianluca Albanese
SIDERNO – 5 candidati a sindaco, 12 liste e 190 aspiranti consiglieri comunali sono tanti; forse troppi per chi, come chi scrive, poco più di un anno fa si era pubblicamente pronunciato sull’opportunità di presentare una lista unica “di salute pubblica” espressione di tutte le forze politiche e di tutti i quartieri per recuperare una stabile sovranità popolare dopo due scioglimenti consecutivi del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, rinviando alla successiva consiliatura il ritorno alla normale dialettica politica.
Ma va bene lo stesso, ma va bene così.
Probabilmente, chi fa politica ha una visione diversa da chi la politica la studia, la osserva e la racconta da una posizione di terzietà.
E allora prendiamo il buono di questa pletora di candidati per ricordare come dopo aver letto le motivazioni dell’ultimo scioglimento del civico consesso (apparse ai più pretestuose o comunque insufficienti a prendere una decisione così grave) si paventasse il rischio che nessuno fosse più disposto a candidarsi, stante la vigenza dell’articolo 143 del Testo Unico Sugli Enti Locali, rimasto tale e quale, e in virtù del quale basta il semplice sospetto di condizionamento mafioso per mandare a casa Sansone e tutti i filistei o, se preferite, buttare il bambino con l’acqua sporca.
Così è stato in altre comunità, sicuramente più piccole e forse meno capaci (o meglio, meno volenterose) di produrre i giusti anticorpi alla reazione di rabbia e delusione di chi preferisce essere commissariato che sciolto da sindaco e consigliere per bene.
Così non è stato a Siderno e allora in bocca al lupo e complimenti a chi ha deciso di mettersi in gioco.
Tra un mese sapremo chi ha fatto la scelta migliore, quella più apprezzata dai cittadini. Tra un mese e mezzo in caso di ballottaggio, evenienza prevista per i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti nel caso in cui nessun candidato sindaco risultasse capace di ottenere il 50% più uno dei consensi al primo turno.
Intanto, bisogna partire da una considerazione doverosa: a differenza che nel 2015, in cui tutti sapevano che quelle che formalmente erano semplici elezioni in realtà sarebbero state solo un plebiscito per il candidato sindaco Pietro Fuda (giustamente considerato una grande risorsa per la Città e il comprensorio, dopo il primo scioglimento del civico consesso decretato nel 2013) quelle del 22 e 23 novembre sono elezioni apertissime e assisteremo sicuramente a una competizione avvincente e all’ultimo voto.
Fin qui la premessa.
Non ci resta ora che spulciare a caccia di curiosità tra i nomi dei candidati consigliere e delle liste per compiere alcune riflessioni pubbliche.
LA QUASI TOTALE ASSENZA DEI PARTITI
A memoria nostra è la prima volta che a Siderno, da sempre piazza strategica per i partiti nazionali visto che è l’unico comune del comprensorio con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, i simboli dei partiti siano quasi completamente assenti.
L’unico, infatti, è quello del Partito Democratico, da sempre il più radicato nel territorio, nella lista omonima che sostiene la candidatura dell’ex assessore regionale Mariateresa Fragomeni.
Per il resto, si è giocato di grafica e di fantasia.
I Comunisti Uniti per Siderno, infatti, sostengono la candidatura a sindaco di Totò Sgambelluri e non sono una lista di partito, ma un momento locale di sintesi di tutte le anime della diaspora comunista, evidenziata dal simbolo storico della Falce e Martello.
“Barranca Sindaco” in una bandiera con la parte superiore verde, quella inferiore rossa e una barra trasversale bianca è la soluzione grafica usata per richiamare il simbolo di Forza Italia, dopo che il partito (o meglio, i suoi rappresentanti provinciali pro tempore) avrebbe negato la concessione dell’uso, sebbene altri big del partito di Berlusconi abbiano garantito a Barranca il loro sostegno e la loro presenza.
Il resto? Assenti.
Anche quei partiti che alle competizioni sovracomunali puntano a Siderno come serbatoio di voti.
TANTI ESORDIENTI E UN BUON NUMERO DI VETERANI
Molti sono i cittadini che si candidano per la prima volta ma sono anche tanti i candidati di esperienza nelle varie liste.
Nella lista “Comunisti Uniti per Siderno” a sostegno del candidato sindaco Antonio Sgambelluri ci sono i veterani Damocle Argirò, Antonio Taccone e Sandro Cavallaro. Quasi tutti esordienti nelle liste a sostegno di Antonio Cutugno. Tra i candidati c’è il presidente della sezione Associazione Italiana Arbitri di Locri Roberto Rispoli, con trascorsi comuni a Cutugno come direttore di gara.
Nelle liste a sostegno dell’aspirante sindaco Stefano Archinà ci sono Domenico Surace, figlio dell’ex sindaco Oreste e di estrazione socialista, oltre agli ex consiglieri di area forzista Antonella Avellis, Renato Scopelliti e Pietro Sgarlato; quest’ultimo era candidato sindaco la scorsa volta.
Il Pd candida tutto il gruppo dirigente, tra cui il segretario di sezione Giusy Massara, il suo vice Alessandro Archinà e i maggiorenti locali del gruppo da sempre fedele a Mariateresa Fragomeni, come Anna Maria Felicità, Marinella Pagnotta e Laura Rullo, oltre agli ex consiglieri Carlo Fuda, Salvatore Pellegrino e Giorgio Ruso.
Nelle cinque liste a sostegno del candidato sindaco Domenico Barranca i big sono gli ex consiglieri Aldo Caccamo, Marilena Romeo e Domenico Catalano. Tutti di centrodestra. Ci sono anche il coordinatore della Lega Michelangelo Vitale e il professore del liceo “Zaleuco” Giuseppe Giarmoleo, di destra da una vita.
I FUDIANI SPARSI UN PO’ OVUNQUE
E chi nel passato ha sostenuto Pietro Fuda dov’è?
Un po’ ovunque.
Basta spulciare col lanternino tra le liste.
A parte Totò Sgambelluri che sostenne Fuda nel 2015 ma che quasi subito abbandonò la maggioranza, ci sono Alessia Ferraro nella lista di #inpiedipersiderno a sostegno di Stefano Archinà, l’ex “Siderno Libera” Vittoria Luciano nella lista del Pd e Maria Elvira Brancati nella lista “Ripartiamo da Siderno”, ambedue a sostegno dell’aspirante sindaco Mariateresa Fragomeni, mentre di “Siderno Libera” era anche Carmelo Tripodi che è candidato nelle liste a supporto di Domenico Barranca.
Giusto per citare i più conosciuti in ambito politico.