di Gianluca Albanese
LOCRI – “Trovo paradossale che mentre ovunque s’invita la gente a frequentare locali e ristoranti e ad andare in vacanza, in tutta Italia (con particolari criticità in alcune zone) è ancora molto limitato e difficoltoso l’accesso alle visite specialistiche e agli esami strumentali nelle strutture pubbliche”.
Nicola Rulli è un medico 365 giorni l’anno. E in un assolato sabato pomeriggio di luglio, il professionista locrese sceglie Lente Locale per compiere una riflessione pubblica sulla necessità di rendere più facile ottenere visite ed esami strumentali “Perché alle code già preesistenti – spiega il dottore Rulli – si stanno aggiungendo quelle create dagli elementi di rigidità e cautela che scaturiscono dalla pandemia del Covid-19. E’ chiaro – aggiunge – che bisogna prevenire il contagio ma non si può impedire l’accoglienza dell’ammalato (portatore, spesso, anche di più patologie croniche importanti), perché le visite vengono prescritte dai medici di medicina generale che conoscono in prima persona il paziente e la sua storia, e un loro corretto e regolare svolgimento permetterebbe altresì d’ingolfare con ricoveri inappropriati gli ospedali che devono essere lasciati per i ricoveri alla cura dei pazienti acuti”.
Due le proposte avanzate dal medico Rulli.
“La prima – dice a Lente Locale – sarebbe quella di dare al medico di famiglia la possibilità di redigere una scheda di accompagnamento al paziente che questi può portare con sé durante la visita specialistica, a garanzia dell’ammalato; la seconda è la fornitura diretta dei tamponi usati per valutare l’eventuale presenza del virus, direttamente ai medici di medicina generale. In entrambi i casi si snellirebbero le file e si ridarebbe la giusta centralità alla medicina di prossimità, che svolge un ruolo importantissimo, alleggerendo gli ospedali. Del resto, l’esperienza del CoVid-19 ci insegna che le pandemie si curano a casa con isolamento sociale e cure specifiche, vedi le terapie collaudate da sempre, tipo quelle a base di cortisone e antibiotici, che se non agiscono sul virus direttamente, prevengono in buona parte le complicanze, come dimostrato di recente dagli scienziati inglesi. Il “vecchio” – conclude il medico locrese – è diventato il nuovo e le medicine per le cure domiciliari ci sono”.