di Adelina B. Scorda
PLATI’ – Passa anche e soprattutto da Platì, piccolo comune aspromontano simbolo dell’inconsistenza istituzionale con il decennale commissariamento della politica, il tour calabrese di Rita Bernardini accompagnata da Gianpaolo Catanzariti e Giuseppe Candido, per sollecitare la raccolta delle 500 mila firme per i referendum proposti dai Radicali.
Dodici i quesiti che riguardano: l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, un’abolizione totale evitando anche la truffa dei rimborsi elettorali; l’8xmille, per il quale si chiede di lasciare allo Stato le quote dei contribuenti che non esprimono una scelta. Altri quesiti riguardano, invece, l’ambito giudiziario, in particolare la custodia cautelare, per limitare il carcere preventivo ai soli reati gravi; il divorzio breve, per eliminare l’obbligo di tre anni di separazione prima di poter chiedere il divorzio; le droghe, evitando il carcere per fatti di lieve entità in modo da non riempire inutilmente le carceri ed evitare di paralizzare la giustizia; l’ergastolo, per abolire il carcere a vita e ottenere invece una pena detentiva che possa rieducare il condannato; lavoro e immigrazione, per abrogare le norme che discriminano e ostacolano il lavoro e il regolare soggiorno degli stranieri; i magistrati fuori ruolo, per far rientrare nei tribunali centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione; la responsabilità civile dei magistrati, per dare modo ai cittadini di ottenere in tempi brevi dal magistrato il giusto risarcimento dei danni causati da irregolarità o ingiustizie subite e infine separazione delle carriere dei magistrati, per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo e imparziale. Dodici quesiti referendari per i quali è possibile votare presso ogni comune d’Italia. Un gazebo allestito in piazza Marconi, il camper del movimento politico Liberi di ricominciare, e un flusso continuo di gente che si accinge a firmare i dodici quesiti referendari fanno da sfondo alla conferenza stampa che poche ore fa si è consumata fra le vie e la gente, attenta e numerosa, di Platì. Poco prima di iniziare, una signora distinta si avvicina alla Bernardini con una busta gialla in mano, si presenta, la saluta e gliela consegna, è la moglie e la madre di due degli imputati dell’operazione Cerberus nell’ambito del movimento terra milanese. “Non ho scritto niente di ché – dice – io non sono nessuno, dico solo che il cognome che portiamo è solo il nostro. Io Non ho altra famiglia al di fuori di mio marito e dei mie figli”. Detto questo dà un ultimo sguardo e si allontana. Sono diverse le persone che si avvicinano per ascoltare, alcuni come la signora, hanno situazioni complesse alle spalle, altre sono solo colpite di striscio, altre ancore portano il peso del luogo dove sono nate e cresciute. La forza per ricominciare a volte da sola non basta, serve appoggio, fiducia, quello che oggi i cittadini platiesi sentono trapelare dal movimento politico Liberi di Ricominciare, da I Riformisti e dai Radicali. Ancora qualche minuto, sono le undici di mattina, e Rita Bernardini attende l’ok da parte di Radio Radicale per poter iniziare. Parole forti, provocatorie quelle pronunciate in apertura del discorso: “Noi siamo qui non a fari spenti come fanno molti politici che vengono nella notte a Platì per chiedere voti e consensi, ma siamo venuti alla luce del sole, per raccogliere le firme dei cittadini che hanno diritto di sottoscrivere il referendum, in modo che da questo piccolo centro possa veramente partire una nuova speranza per L’Italia”. “Bisognerebbe – prosegue la Bernardini – chiedersi come mai prolificano le mafie, come mai si arriva a questi livelli, come mai hanno avuto e hanno il potere di diffondersi in tutta Italia. Lo Stato che responsabilità ha in tutto questo?. Noi de I Radicali riteniamo che a causa di una promulgazione sbagliata di leggi e un’ingerenza malata della giustizia, lo Stato italiano sia in parte responsabile del declino, del degrado e dell’abbandono che governa questa terra. In Italia – prosegue la Bernardini – c’è ade esempio un forte proibizionismo delle sostanze stupefacenti, questo è il modo migliore per far arricchire le mafie, con il proibizionismo queste sostanze acquisiscono un valore che non gli è proprio. Se tutti questi soldi investiti nella repressione del fenomeno fossero invece canalizzati verso la prevenzione, (solo il 5% delle sostanze stupefacenti viene in realtà sequestrato), con una legalizzazione, e non intendo la liberalizzazione che c’è oggi, che non significa solo spiegare gli effetti delle sostanze stupefacenti ma è anche fare in modo che le scuole funzionino che la cultura sia da supporto a una sensibilizzazione e conoscenza del fenomeno e della sostanza, forse riusciremmo a combattere realmente la criminalità organizzata. Noi, come Stato italiano, attualmente, investiamo miliardi nella repressione di un fenomeno che comunque continua ad espandersi, questa è una follia dello Stato che non riesce a governare i fenomeni che ci sono nella società. E poi, carceri affollate, processi infiniti, magistrati più inclini alla politica che all’applicazione della legge, questioni che bloccano il nostro Paese, che rendono il nostro uno Stato “canaglia”. Per questo – conclude – sono convinta nel credere che è più vera e significativa la lotta di noi radicali, contro la criminalità organizzata, proponendone la legalizzazione”. Riferimenti sistematici all’attuale situazione politica della Locride con ben 12 comuni sciolti per mafia s’infrangono fra un’esplicitazione e l’altra dei quesiti referendari. A intercambiarsi la parola oltre all’onorevole Rita Bernardini, Giuseppe Candido e Giampaolo Catanzariti, anche Pierpaolo Zavettieri, consigliere provinciale de I Riformisti Italiani, Paolo Ferrara, presidente del Movimento Liberi di Ricominciare, Rosario Sergi vice presidente, Ilario Ammendolia, ex sindaco di Caulonia, Franco Crinò e la moglie e la figlia dell’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni coinvolto nell’operazione “Recupero” a dicembre del 2010, attualmente in attesa di giudizio. Interventi incisivi che motivano la necessità di raggiungere il quorum di 500 mila firme, un’azione reale e corposa che partendo da Platì e che a Platì ha una chiave di lettura emblematica, potrebbe dare un reale scossone alla condizione politico-amministrativa e giudiziaria se non altro reggina. A chi chiede se alle prossime amministrative, che dovrebbero verificarsi nel 2014, ci sarà la possibilità di avere la candidatura di Marco Pannella, si risponde no, anche se le sorprese sono sempre dietro l’angolo.