di Gianluca Albanese
SIDERNO – In genere ci occupiamo di tematiche diverse: cronaca, politica, ambiente, sanità, cultura, ecc. Ma in questi giorni a Siderno è festa, e il clima ha pervaso anche la nostra redazione e anche da queste parti si ha voglia di toccare, una volta tanto, anche argomenti leggeri.
L’impressione diffusa è che la festa patronale in onore di Maria Santissima di Portosalvo quest’anno sia più bella, sfarzosa, luminosa, ricca. Persino ordinata, almeno relativamente agli standard di un evento di costume che per portata e coinvolgimento popolare, da queste parti è paragonabile solo alla gioiosana Festa di San Rocco.
Quasi a voler scongiurare il clima di ristrettezze economico-finanziarie tipiche degli enti in dissesto, infatti, l’amministrazione comunale ha inteso prendere le redini dei festeggiamenti civili, mettere luminarie sfarzose non solo sul corso della Repubblica ma anche in strade solitamente non interessate da questo tipo di addobbi, e aprire al maggior numero possibile di commercianti e punti di ristoro.
E la gente apprezza.
Ieri mattina, nonostante il clima ancora da solleone e le tante bancarelle ancora da montare, il corso era già pieno di visitatori che nel pomeriggio sono diventati una marea umana, fatta di occhi e mani curiose, tra stoffe esotiche e variopinte, profumi di dolciumi tipici e siciliani, abbigliamento a prezzi stracciati e strani aggeggi: da quello per tagliare in maniera ottimale ananas e angurie, a quello per realizzare degli arancini di riso praticamente perfetti.
Il tempo vola, nella temporanea casbah fatta di odori, accenti e lingue diverse, e trattative per strappare quello sconto extra che ogni abile mercante concede “Ma solo per te” ad acquirenti sconosciuti.
E allora, un solo nemico potrebbe rovinare la festa: il maltempo, che i bollettini meteo danno per certo nei prossimi tre giorni. Tutti lì a tormentarsi con l’app del proprio smartphone per provare a immaginare quando e se pioverà, a che ora e con quale intensità.
Del resto, il ricordo è troppo vivo dell’alluvione dell’8 settembre 2000, che arrivò in piena festa patronale, così come di quel bellissimo concerto di Roberto Vecchioni, l’anno prima, interrotto proprio dalla pioggia.
Oggi, lunedì 5 settembre, prevale la paura tra gli organizzatori. Paura che il culmine delle precipitazioni, previsto per mercoledì 7, faccia saltare il concerto più atteso o, comunque, l’evento nel quale l’amministrazione comunale ha investito di più, ovvero il concerto di Anna Tatangelo, l’ex “ragazza di periferia” di qualche Sanremo fa che con gli anni è diventata una femme fatale con un compagno ricco e famoso come Gigi D’Alessio. Una scelta, quella della ciociara come artista di fama nazionale, che ha fatto storcere il naso a più di un cittadino.
Da parte nostra, non intendiamo partecipare al solito giochino del “Io avrei portato altri” perché conosciamo le difficoltà organizzative, le ristrettezze di bilancio e il fatto che non ci sia, in giro, tutta ‘sta pletora di artisti liberi e a buon mercato.
Una sola cosa non abbiamo digerito: l’inversione dei concerti previsti, con l’anticipo a mercoledì 7 dell’esibizione di Cosimo Papandrea e lo slittamento a giovedì 8 del concerto di Anna Tatangelo.
Premesso che è sempre accaduto che l’artista di fama nazionale si esibisce l’ultima sera dei festeggiamenti civili, crediamo però di non sbagliare se diciamo che il pubblico della Locride seguirà con maggiore interesse il concerto di Papandrea. Sì, proprio lui, il “Cardararo” che ha costituito con Mimmo Cavallaro un sodalizio artistico bello e fortunato (che ha conosciuto l’epilogo pochi mesi fa), è uno che entusiasma e non si risparmia, sia che suoni sul palco del concerto del Primo Maggio a Roma, che al tavolo di una trattoria davanti al caminetto acceso.
Dallo scarno comunicato appena diramato dall’amministrazione comunale, invece, si evince che l’inversione delle date dei due concerti, indica una scelta di campo: spostare nella serata più a rischio di pioggia il concerto dell’artista “locale” e lasciare per la serata nella quale le previsioni propendono per il netto miglioramento delle condizioni atmosferiche (almeno dal tardo pomeriggio in poi) la cantante di fama nazionale.
Va da sé, lo ripetiamo, che ad armi pari, Papandrea riempie la piazza molto più della Tatangelo, ma vedere un “vecchio lupo” di lira e organetto come lui relegato a potenziale “agnello sacrificale” non ci va.
E allora, forza Cardararo, fai vedere chi sei. Convinci gli scettici e la fortuna ti aiuterà; dai una pacca alla schiena del “Jimbusedu” portafortuna e mercoledì andrà tutto bene, non pioverà. Sei nato sotto una buona stella, anzi, sotto una “Stilla chiara” per fare divertire chi viene ad ascoltare la tua musica e a scatenarsi in un rito di liberazione collettiva come una ritmatissima tarantella.
Saremo tutti con te, che ci hai regalato tante serate felici da più di un lustro a questa parte e neanche la pioggia prevista ci fermerà. La sconfiggeremo a suon di “Titinghitichititì Titinghitichitità”.
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