di Gianluca Albanese
Siderno – Il consigliere regionale della Casa della Libertà Giacomo Crinò è intervenuto nel dibattito sulla ripartizione dei fondi del Recovery Plan per focalizzare l’attenzione sulle tecnologie e l’industria del turismo. Lo fa nel primo di quattro appuntamenti di approfondimento con la nostra testata in cui introduce alcune priorità programmatiche per il nostro territorio.
“Se continuiamo a ripetere – ha scritto in una nota – che al Sud le condizioni climatiche ci permettono un turismo invidiabile, non diciamo niente di nuovo. Se, invece, predisponiamo Piani convincenti e realizziamo i progetti, dimostriamo una visione e un peso politico congruenti. Le industrie che non sono mai arrivate potrebbero anche far dire che le aree libere, “sommate” alla benedizione delle belle stagioni, ci danno la possibilità di una programmazione calzante con i tempi.
Abbiamo pagato scotto alle povertà, non facciamolo più. L’amarezza non ci abbatte. C’è lo spazio per un’industria della innovazione nella nostra provincia. I limiti della logistica e dei trasporti ritardano ma non impediscono gli insediamenti. Una fiscalità di vantaggio ed una politica per la sicurezza (affidata ad enti e magistrature puntuali) sono i fattori che possono attirare gli investitori”.
Dopo la premessa, Crinò passa a enucleare la proposta.
“A cosa pensiamo? Alla componentistica per i mezzi tecnologici e alle comunicazioni nell’era del digitale. Recuperiamo, con senso pratico, una proposta tesa ad “allargare” ad un pezzo della Ionica, di prossimità con la Piana, la Zes, per quanto lì varata ma ferma. In realtà, siamo rimasti ai luoghi comuni, ad un governo che ci taglia fuori di nuovo. Al massimo, il Sud viene visto come una risorsa per dare “solidità” il nord, non come un’area che deve – perché ne ha il pieno diritto – svilupparsi in proprio, in conformità alla sua demografia, al lavoro ed ai servizi che servono .
Il punto sostanziale del Recovery Plan è il superamento delle diseguaglianze. La salute: per curarsi bisogna avere ospedali, distretti qualificati in zona, tempi compatibili per raggiungerli, trasporti in rete. Soddisfatto questo primo fondamento della coesione sociale (l’istruzione si impone subito a seguire), dovremo prefigurarci lo sviluppo più compatibile per noi : un turismo dai grandi numeri, ospitalità da grandi numeri (Albergo diffuso), viaggi diversi (anche) da Goethe, che erano di “osservazione” delle nostre bellezze e di denuncia della disorganizzazione, permanenze, invece, per comprendere le differenze tra le zone.
Perché noi – ha chiosato Crinò – abbiamo di più di altre zone d’Italia: molte, moltissime “tele” di arte e cultura, “mari e luce”, enogastronomia. Mille “fotografie” per il “catalogo” internazionale del turismo! Un turismo ristrutturato, a cui dà opportunità l’aumento dei fondi, portati, per fortuna, nel Recovery Plan, da tre a otto miliardi di euro (con la Cultura).
Dobbiamo sentirci, a buona ragione, delusi del Governo che sottovaluta il sud, preoccupati per un’emigrazione che si affaccia di nuovo, quanto dei viaggi all’ “incontrario”, un salario al nord vale meno dell’assistenza che si “racimola” qui rientrando, con gli ammortizzatori sociali, le pensioni di congiunti, i risparmi, il totem del reddito di cittadinanza che non convince e non risolve per come è stato concepito e applicato. Noi siamo messi alla prova, dobbiamo far nascere speranze, convincere che si possa contare su forze regionali che conclude la nota – affrontano con coraggio e con ricchezza di idee questa fase.