di Antonio Baldari
Chi pensava che la “cubanizzazione” della Sanità in Calabria fosse un caso unico al mondo aveva fatto male i propri conti, in particolare con quel diavolo del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, che, sulla scorta di quanto sta avvenendo nel Sud Italia con la chiamata al lavoro di numerose medici e/o infermieri provenienti dalla “Nazione del sigaro”, sta dando vita alla stessa ed identica situazione per quanto concerne, ahinoi, la complessa quanto sanguinosa guerra in Ucraina.
Ed invero, si è appreso di un fatto francamente molto curiosi, ossia che il presidente russo stia raccattando di qua e di là dei poveri disgraziati da mandare al fronte, per sacrificare la propria vita per difendere la “Madre Russia”, che sono originari o provenienti da Cuba tra quelli che già abitano a quelle latitudini oppure fra quelli che, per tramite di silenziosi e sotterranei canali, arrivano direttamente da L’Avana e dintorni.
Cosa, questa, che ha non poco irritato proprio Cuba, storico sostenitore ed amico di sempre della Russia, che, però, pare non l’abbia presa affatto bene questa sorta di “mercenarismo” della propria gente, spedita sul fronte senza arte né parte, evidentemente, ma con il solo scopo di imbracciare un fucile o dedicarsi a fare altro, in guerra, in uno scenario a loro del tutto estraneo ed a cui non osano dire di no per dei motivi chiaramente comprensibili, stante l’impari rapporto di forza tra il tiranno russo ed i malcapitati cubani, a cui non voler risparmiare una lauta ricompensa per gli assicurati servigi.