R. & P.
Ho appreso della firma, qualche giorno addietro, del Protocollo per la legalità per la gestione integrata degli appalti. Una notizia importante, proveniente da un piccolo centro, che accolgo con gioia ed entusiasmo. Perché in questo atto ufficiale ripongo molte speranze.
Spero, innanzi tutto, che rappresenti l’impulso decisivo per segnare un margine netto e chiaro tra le istituzioni che rappresentano lo Stato e quella melma grigia appartanente all’antistato che cerca, in tutti i modi, di mischiarsi e imboninirsi uomini e donne che hanno invece il preciso compito di spazzarla via, quella melma.
Spero che sia anche lo strumento decisivo per contrastare, seriamente e quotidianamente, il malaffare dilagante, subdolo e silenzioso che dissangua i nostri territori e arrichisce i soli noti. Così come spero che si comincino a selezionare, con vigore e fermezza, i soggetti e le iniziative veramente meritevoli di sostegno, affinché non si presti il fianco a chi – pieno di scheletri nell’armadio – cerca solo di accreditarsi pubblicamente.
Spero inoltre che sia anche propulsore per una netta azione di contrasto all’abusivismo. Basta fare un giro per rendersi conto di come quelle ricchezze e quelle bellezze, sempre tirate in ballo, siano preda di espasioni ignobili sotto gli occhi di tutti.
E spero, in fine, che questo protocollo sia il motore per consentire allo Stato di riappropriarsi, in queste zone, dei suoi beni e dei suoi spazi e che consenta di accendere un faro di verità e giustizia su tutti i fatti di cronaca che negli ultimi anni hanno oscurato la montagna.
Giovanni Gullotta