di Gianluca Albanese
LOCRI – “Incentivare il dialogo tra i pazienti e i medici di base, la cui presenza è capillare e dotata di archivi informatizzati, è il primo passo per migliorare l’offerta sanitaria in Calabria, puntando sulla prevenzione e contenendo la migrazione sanitaria”.
In tempi in cui si parla – spesso a vanvera – di sanità, ci sono medici come il locrese Nicola Rulli che mostrano di avere le idee chiare e di poter affrontare l’argomento con serietà e competenza, sollevando il pronto soccorso dell’ospedale che spesso viene affollato di pazienti che potrebbero evitare il ricorso all’ospedale semplicemente rivalutando il loro rapporto coi medici di base.
Dicevamo della prevenzione. E’ in pieno corso, e durerà fino a fine dicembre, la campagna di vaccinazione contro l’influenza, che vede i medici di base in prima linea.
Secondo il dottore Rulli “Abbiamo ottenuto fin qui buoni risultati, ma siamo molto lontani dagli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che vorrebbe veder vaccinato almeno l’80% dei soggetti a rischio. In ogni caso, proseguiamo nella campagna d’informazione e prevenzione – ha proseguito il medico – perché la popolazione anziana aumenta e cresce anche il numero di novantenni e centenari che sono tra i soggetti a rischio che più di ogni altro necessitano del vaccino antinfluenzale, così come i malati di diabete, i cardiopatici, chi soffre di patologie del sistema respiratorio, connettiviti, artriti croniche, e anche gli oberi e gli allevatori. L’influenza non è un banale virus, ma è una vera e propria malattia che in alcuni casi può localizzare a livello polmonare e cardiaco e incidere nella comparsa di infarti e malattie del sistema nervoso centrale. Agisce – spiega il dottore Rulli – indebolendo il sistema di difesa, facendo diventare violenti anche germi che ordinariamente incontriamo. Serve anche ai bambini, che non hanno un sistema immunitario sviluppato, e ai giovani che viaggiano e girano il mondo, e che spesso non possono contare su cure immediate in caso d’influenza. Perché mandare i nostri figli incontro a rischi evitabili?”.
Il medico locrese ricorda il caso più clamoroso, quella dell’influenza spagnola “Che nel 1918 – spiega – fece più vittime della Prima Guerra Mondiale. Che la memoria ci serva e ci aiuti!”.
“Noi medici – prosegue – abbiamo due opzioni: curare la malattia quando si è presentata, con tutti i rischi che dipendono dal singolo caso, o prevenire l’insorgenza di patologie, e la vaccinazione è la parte più brillante e rigogliosa della prevenzione, perché gestita dai medici che sanno cosa somministrano ai pazienti, a partire dal vaccino antinfluenzale tetravalente, che copre l’11% di rischi aggiuntivi rispetto al trivalente”.
Non manca una considerazione sui costi della sanità e sulla migrazione negli ospedali del centronord.
“La prevenzione è promozione della salute, che diventa sostenibile anche dal punto di vita dei costi, abbattendo le spese per ricoveri e antibiotici. Ogni anno la Regione Calabria spende 300 milioni di euro per i propri cittadini che si ricoverano in altre parti d’Italia. Una spesa che potrebbe essere ridotta della metà – spiega Nicola Rulli – semplicemente mettendo in campo tutte le risorse che abbiamo e facendo capire ai cittadini che quello che possiamo curare e operare qua è giusto che si faccia nella nostra regione, lasciando ad altri solo quello che non possiamo fare in Calabria”.