di Gianluca Albanese
SIDERNO – E’ iniziata ieri la settimana che condurrà alla presentazione delle candidature alla carica di segretario provinciale e di circolo del Partito Democratico, ai congressi che verranno celebrati il 18, 19 e 20 febbraio. Le liste per l’assemblea provinciale e per i direttivi di circolo potranno essere presentate entro le ore 20 dell’11 febbraio, mentre i candidati alla segreteria dovranno essere indicati entro le 20 del 4 febbraio.
Celebrare un congresso provinciale dopo lustri di stop forzato e commissariamenti non sarà una passeggiata e il clima quasi idilliaco che si è voluto dimostrare (o ostentare) al congresso regionale potrebbe non essere replicato in salsa reggina.
Se è vero che dal partito giunge, incessante, la richiesta di una candidatura unitaria (sia in federazione provinciale che nei circoli) è indubbio come la partita più importante sia quella del congresso provinciale.
Al momento, la candidatura più probabile per la segreteria appare quella di Sebi Romeo che ha già rivestito questo incarico prima dell’elezione in consiglio regionale e sarebbe frutto di un accordo tra il già capogruppo democrat a palazzo Campanella e l’attuale segretario regionale Nicola Irto. Un patto che risponde, verosimilmente, alla logica della candidatura unitaria ma che potrebbe non raggiungere l’obiettivo se si dovesse presentare una candidatura alternativa a quella di Romeo. Solo venerdì sera, infatti, sarà svelato l’arcano e potremo scoprire quanti saranno i candidati alla segreteria regionale e se davvero si sarà concretizzata l’ipotesi di una lista concorrente, magari con a capo l’ex consigliere regionale Giovanni Nucera, uno dei principali nomi tra i papabili.
Nel frattempo, appare utile vedere come si presentano i circoli della Locride a questo appuntamento. Magari partendo dal dato del tesseramento, che disegna una geografia disomogenea, in cui pochi circoli hanno tenuto (reggendo la sfida della nuova modalità di tesseramento on line) mentre in altri, specie nei centri più piccoli, c’è stata una vera e propria desertificazione delle tessere. Macerie su cui il prossimo segretario provinciale dovrà lavorare, specie in comuni come Benestare, Ardore, Stilo, Mammola, Gerace, Caulonia, Pazzano, Sant’Ilario dello Ionio e San Giovanni di Gerace, solo per citarne alcuni. E un rilancio della proposta politica sul territorio potrebbe arrivare dall’accorpamento dei circoli più piccoli in zone omogenee. Nella Vallata del Torbido lo hanno capito prima degli altri, avviando in maniera autonoma una serie di incontri tesi a ragionare in maniera congiunta su priorità programmatiche comuni, anche nel tentativo di allargare la base a quel mondo della sinistra “sommersa” rimasta priva di riferimenti partitici. Se il modello “ValTorbido” dovesse essere replicato, potrebbe essere emulato in altre zone omogenee, come ad esempio la Vallata dello Stilaro o quella del Bonamico.
E poi c’è il nodo vicesegretario. Accentrare tutto nel capoluogo, dopo che da anni i candidati a consiglio regionale e parlamento con chance di elezione sono solo quelli di Reggio Città e i probabili candidati alla segreteria provinciale idem, potrebbe essere percepito, nelle zone meno centrali del territorio metropolitano, come qualcosa che non aggrega. Anzi, il contrario. E allora occorrerà un segnale forte dopo il 20 febbraio: chi verrà eletto sarà chiamato a dare adeguata rappresentanza ai territori di Locride e Piana, magari nominando altrettanti vicesegretari. Un punto di partenza; anzi, di ripartenza obbligato, pena la progressiva perdita di radicamento sul territorio.