di Elia Fiorenza
PAZZANO – L’antica Cappella di San Rocco resta in deplorevole stato di abbandono, nonostante le continue e ripetute segnalazioni. La struttura, ubicata sullo sperone calcareo, al di sopra del moderno Calvario, laddove anticamente esisteva “u tripu da ‘cona” (il buco dell’Icona) che preserva la struttura architettonica tipicamente bizantina “a schiena d’asino”, ha subìto una serie di manomissioni nel corso dei secoli.
Probabilmente la chiesa “orientata” a levante, doveva possedere un’abside, abolita nel corso del XVII secolo. È ancora evidente, sebbene la struttura in più punti presenta gravi lesioni, e minaccia il collo, un frammento di un affresco, con una breve iscrizione latina e la data del 1692. Sul lato destro è presente ancora una piccola nicchia. Abbiamo verosimile traccia di questa cappella nel Syllabus pubblicato dal Trinchera. Negli anni passati il sacro luogo di culto ha rappresentato sicuramente ricovero per qualche pastore che portava le greggi sul costone orientale del Monte Stella. Tuttavia, nonostante la chiara importanza storica, la cappella, oggi dedicata al “Santo dei Pellegrini” rimane inaccessibile e abbandonata al suo triste destino.
L’ampio numero delle Chiese Rupestri nella valle dello Stilaro e nell’immediato territorio circostante è uno dei tratti distintivi e più spettacolari dell’insediamento rupestre nell’area.
Nel patrimonio delle chiese rupestri, converge l’intera articolazione delle componenti etniche, religiose e istituzionali dell’area: monasteri, santuari, cenobi, grotte eremitiche, sono tutti elementi presenti nella committenza, possesso, gestione, ufficiatura delle chiese rupestri. I luoghi di culto rupestri avevano, certamente, il compito di soddisfare soprattutto un bisogno afferente la popolazione locale, sparpagliata su un territorio abbastanza vasto e quindi accompagnavano, nella loro collocazione, la formazione degli assetti del territorio.