di Gianluca Albanese
LOCRI – Ha immediatamente sporto denuncia ai Carabinieri il medico del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Locri aggredito in mattinata da tre congiunti di un degente durante l’orario di servizio; gli stessi hanno pure danneggiato seriamente alcune porte.
Il deprecabile episodio – l’ennesimo quest’anno – è indice del clima di tensione in cui gli operatori sanitari devono lavorare quotidianamente. Aggressioni verbali e provocazioni, infatti, sono all’ordine del giorno e, con tutta probabilità, sono aumentate dopo l’inasprimento delle restrizioni dovute alla pandemia da CoVid-19 che è arrivata dopo anni in cui si è via via creato un clima incandescente di sfiducia nei confronti di un ospedale che serve un bacino potenziale di 140.000 pazienti ma che nel corso degli anni ha subito la perdita di risorse sanitarie, servizi e personale e che – va ricordato – da lustri è privo di un posto di Polizia.
A farne le spese, come sempre, l’interlocutore in camice o comunque in abiti da lavoro: medici, infermieri, OSS, che pagano sulla propria pelle responsabilità quasi mai riconducibili a chi opera in prima linea e che, invece, svolge il proprio compito con professionalità e spirito di abnegazione. Nonostante tutto.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il medico aggredito si sarebbe limitato a invitare alla calma i tre soggetti che, nel corso di un colloquio, avevamo manifestato segni di insofferenza. Ma non è stato sufficiente, perché i tre (due uomini e una donna) avrebbero reagito con rabbia, iniziando a strattonarlo e a rompere le porte mentre il medico non reagiva. Allarmati dal trambusto, sono immediatamente intervenuti i sanitari di turno, mentre sono accorsi contemporaneamente i Carabinieri che hanno sentito i tre congiunti del paziente, il medico aggredito e i numerosi testimoni.
Il gravissimo e ingiustificabile episodio pone l’accento, ancora una volta, sulle difficili condizioni in cui opera il personale sanitario nella nostra terra.