di Gianluca Albanese
LOCRI – La memoria non cede all’incedere del tempo. Anzi, rimane viva più che mai. Nonostante le frettolose archiviazioni e le verità ufficiali che mancano ancora oggi e che privano Massimiliano Carbone “padre per sempre ucciso da molti miserabili” anche di un pezzo di latta che ne ricordi la vicenda ai passanti.
Sono trascorsi 18 anni da quella sera del 17 settembre 2004, quando Massimiliano Carbone rientrava da una partita di calcetto insieme al fratello Davide. Nascosti nell’oscurità di giornate di fine estate che si fanno sempre più corte, mani assassine gli puntarono contro fucili a pallettoni, per una missione di morte portata a compimento solo sei giorni dopo quando dopo aver lottato come un leone, il giovane locrese fondatore della cooperativa Arcobaleno e donatore di sangue, ebbe appena il tempo di dire alla madre Liliana di prendersi cura di suo figlio.
Una vicenda ricordata con dovizia di particolari sul sito vivi.libera.it/storie. Ed è proprio il fondatore di “Libera” don Luigi Ciotti che viene citato nel manifesto che ricorda che anche quest’anno verrà dedicata una preghiera nel corso della santa messa che verrà celebrata giovedì 15 settembre alle 18.30 nella Cattedrale di Locri, fresca di lavori di restauro.
“Vi auguro il diritto alla rabbia – scrive don Ciotti – un sentimento del cuore, un atto d’amore che è agire, è reagire, è indignazione, è la denuncia, è la protesta rispetto alle cose che non vanno rispetto alle ingiustizie. Ci si arrabbia per le cose che si amano, come la pace, la giustizia, la legalità e la speranza…”.
Amore, reazione, rabbia e denuncia. Saranno i sentimenti che pervaderanno l’animo di chi, anche quest’anno, sarà accanto ai suoi cari durante la messa. Per non dimenticare.