RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO (ph Enzo Lacopo)
MANUELA SAINATO SEGRETARIO GENERALE CGIL: Come ogni volta dopo una tragedia ci si siede ad un tavolo per capire cos’è successo, a fare la conta dei danni. E purtroppo come sempre accade oggi dopo due giorni di piogge incessanti ci scorrono davanti le immagini terribili che arrivano dalle nostre zone colpite come non mai e come sempre ci si chiede cosa potevamo fare per evitare quanto è successo. Sono anni che si parla di prevenzione contro il dissesto idrogeologico ed invece di risolvere o arginare il problema siamo costretti a sentire i politici che dicono che qui al sud forse non si può investire perché c’è la ndrangheta; ed intanto il territorio cede a causa delle precipitazioni, a causa dell’abusivismo edilizio che negli ultimi 50 anni ha dilagato. La Calabria è una delle regioni a più alto rischio idrogeologico, i nostri fiumi, come si diceva in convegno nazionale poco tempo fa, sono bombe a orologeria geologica ed i terreni sono giovani ed incoerenti; vedere pezzi di terra che si staccano e franano è come vedere il territorio calabrese violentato. Il disseto idrogeologico è un effetto di una causa non ereditata dalla natura ma dagli uomini che fanno come gli pare; si costruisce vicino ai torrenti; i tombini non vengono puliti, i torrenti vengono coperti e sono ostruiti da spazzatura che persone incivilmente vi getta dentro. Lo scenario che abbiamo davanti agli occhi è da vero disastro: strade diventate torrenti, ferrovia spazzata via dal mare, lungomari inghiottiti dalle onde, frane ovunque che hanno isolato vari centri urbani dell’entroterra, la ss 106 interrotta nelle località di Brancaleone, Ferruzzano, Ardore e poi a Caulonia dove cede un ponte costruito pochi anni fa, e la ferrovia ionica interrotta a Ferruzzano, comunque l ‘acqua l’ha fatta da padrona o per dirla meglio si è ripresa i suoi spazi visto che l’incuria umana ha lasciato ostruiti gli alvei dei torrenti. Credo che sia ora che i governi nazionali, regionali e territoriali si mettano una mano sulla coscienza e dopo questa ennesima tragedia si diano da fare per non lasciare morire questa parte di Calabria.Questa Calabria che non ha bisogno di grandi opere per poter sopravvivere e svilupparsi, ma che avrebbe bisogno solo di pianificazione urbanistica che non è mai esistita e di progettazione. Abbiamo bisogno di strade che colleghino efficientemente tutta la costa ionica con la Città di Reggio Calabria e di Catanzaro e di conseguenza di arterie che colleghino il mare all’entroterra. Non penso che la visita in elicottero del ministro Del Rio possa aiutare il territorio, anzi penso sia l’ennesima passeggiata istituzionale compiuta nelle nostre zone, piuttosto è utile che il governo nazionale si dia da fare perché nella legge di stabilità siano inseriti dei finanziamenti consistenti per la Calabria da spendere in interventi contro i rischi idrogeologici e nella realizzazione della viabilità stradale e ferroviaria, attraverso il completamento della SS 106 verso Reggio Calabria e verso Catanzaro e la sistemazione della rete ferroviaria ionica con il potenziamento dei treni a lunga percorrenza;perché se da una parte ci pensa la natura a smembrare il territorio dall’altra ci pensa il Governo con tutti i tagli effettuati dal versante infrastrutturale viario e ferroviario. Dall’altro lato serve che il Governo regionale ed i governi locali si diano da fare affinché la Calabria possa rinascere e svilupparsi attraverso la prevenzione, l’innovazione e la manutenzione, obiettivi istituzionali che si devono raggiungere seguendo una strategia che consenta di smettere di inseguire emergenze sprecando risorse pubbliche per riparare i danni.
PARLAMENTARI CALABRESI DEL M5S: Non ci sarebbe nulla da aggiungere rispetto al cordoglio per la tragedia che in queste ore sta colpendo la costa ionica della Calabria. Non ci sarebbe una parola da aggiungere alle tragiche immagini di distruzione e di morte, se si trattasse di un evento senza responsabili. Così però non è. Quando accadono eventi come quelli che hanno squassato la nostra terra poche ore fa, normalmente la cosa migliore è rimboccarsi le maniche ed esprimere nei fatti la propria solidarietà. Ci sono casi però in cui tacere, girare la testa dall’altra parte limitandosi a qualche comodo attestato di solidarietà, non è il modo per evitare una sterile polemica politica, ma per creare i presupposti perchè questi eventi si riproducano ancora e ancora e ancora. Per questo motivo stavolta non possiamo stare zitti. Quando si leggono in queste ore le dichiarazioni dei tanti politici, specie con responsabilità di governo regionale, “dispiaciuti” per quanto accaduto, che si sperimentano in ogni genere di promesse su interventi futuri ad evitare nuove tragedie non si può fare a meno che lo sconcerto si trasformi in disgusto. Anzitutto perchè sappiamo che tali promesse erano state già fatte in passato, ad esempio a seguito dell’alluvione di Rossano solo pochi mesi fa, senza sortire, a quanto dimostrano i fatti, alcun effetto concreto. In secondo luogo perchè i 66 milioni di interventi promessi per il 2016 dal commissario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria, che sarebbe poi lo stesso Governatore Mario Oliverio, sono il cumulo di progetti che si depositano da troppo tempo e non riguardano i corsi d’acqua che hanno creato in queste ore le più gravi tragedie né i comuni maggiormente colpiti. Se il Governo regionale ha scelto di prendere in giro i cittadini, il momento è davvero pessimo. Quando guardiamo a quei binari ferroviari accartocciati e sospesi nel vuoto, alle voragini che ora si aprono nell’unica strada degna di questo nome che percorra la costa ionica, a quei torrenti strabordati il cui corso è stato violentato per i capricci di qualche costruttore amico degli amici, non possiamo che ricordare gli atti e le battaglie in Parlamento e sul territorio contro il dissesto idrogeologico, alla risposta sempre incerta del Governo. Non possiamo accettare l’amnesia di una maggioranza così calda nel riaprire il dossier del ponte di Messina, ma così tiepida verso la tutela del territorio, che ora versa le loro lacrime di coccodrillo. Contano sul silenzio della gente decente, abituata a spalare il fango senza proclami.No davvero stavolta le risposte ce le darete. E noi non smetteremo di domandare.
STEFANO FASSINA: “Esprimo profondo cordoglio e vicinanza a tutti coloro che in Calabria e in Sicilia hanno subito gravi danni a causa dall’ondata di maltempo. Non è la prima volta che piogge torrenziali e temporali mietono vittime e seminano distruzione, soprattutto al centro sud”. Lo afferma in una nota Stefano Fassina, che prosegue: “E’ inaccettabile la perseveranza con la quale il governo Renzi, dopo le vuote promesse di questa estate, continui ad ignorare il Mezzogiorno e non faccia nulla per mettere in sicurezza il territorio. Sostenibilità ambientale vuol dire anche sostenibilità sociale e ricostruzione di un modello di sviluppo centrato sulla persona. Il cambio di rotta che proponiamo, e che illustreremo il 7 novembre al teatro Quirino di Roma, vuole rimette al centro temi urgenti come il lavoro, l’ambiente, la povertà e il Mezzogiorno, dove allocare almeno il 45% di tutti gli investimenti pubblici. Proponiamo, inoltre, un allentamento del Patto di Stabilità interno proprio per dare ai Comuni la possibilità di far fronte al grave dissesto idrogeologico”.
GIUSEPPE FORTUGNO (PD): “La Calabria si trova in una situazione catastrofica. I nubifragi che, nel Reggino, hanno provocato l’esondazione di torrenti, frane, smottamenti e, purtroppo, anche la morte di una persona a Taurianova, rappresentano un duro colpo al nostro territorio. Quanto accaduto, però, è anche il risultato di una mancata attuazione degli interventi straordinari programmati, in materia di difesa del suolo e di prevenzione dal rischio dal dissesto idrogeologico”. Lo dichiara il segretario del circolo del Partito democratico di Locri, Giuseppe Fortugno. “L’atavica condizione di isolamento che colpisce la Locride – prosegue – si è adesso fortemente aggravata per il crollo, cagionato dalla violenza del maltempo, di alcuni tratti della Statale 106 e della linea ferrata tra Ferruzzano e Brancaleone. Ritengo – aggiunge Fortugno – ci siano tutte le condizioni per richiedere, da subito, lo stato di emergenza. Questa è la prima azione da compiere. Superato il momento critico, però, le istituzioni – evidenzia il segretario del circolo Pd di Locri – non dovranno abbandonare questi luoghi, dimenticandosi degli atavici problemi che investono il nostro territorio. Significativo, in questo senso, è l’impegno del governo nazionale, con l’arrivo del ministro Graziano Delrio in Calabria”. “Nella provincia di Reggio Calabria e soprattutto nella Locride i cittadini sono comprensibilmente stanchi di essere protagonisti e vittime di un film già visto. Nella nostra regione non è più possibile ‘inseguire’ l’emergenza, ma – conclude Fortugno – è necessario compiere un cambio di passo, iniziando a mettere in atto gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio programmati per i quali ingenti risorse nel passato non sono state spese e il cui utilizzo soltanto nell’ultimo anno è stato avviato da parte del soggetto attuatore”.
JOSEPH CONDELLO (coordinatore provinciale GC Reggio Calabria): Per l’ennesima volta piangiamo per un disastro idrogeologico ampiamente annunciato. La Calabria, così come tutto il meridione, nell’ultima settimana è stata duramente colpita da frane e alluvioni che hanno causato anche l’isolamento di buona parte del territorio reggino. In un Paese in cui sull’agenda politica ci sono sempre e solo grandi opere e privatizzazioni, ancora una volta, non si riesce a capire quale siano le vere priorità di una terra che ha visto un morto nella Piana di Gioia Tauro e il franare della SS 106 e della rete ferroviaria. Paradossale se si pensa che nelle ultime settimane si ritorna a parlare del Ponte sullo Stretto e di TAV in Calabria. La mancanza di acqua a Messina, le alluvioni in Campania e Puglia dimostrano come ci sia realmente bisogno di un nuovo piano di prevenzione per il Sud scevro da ogni speculazione per interessi politici o mafiosi. I Giovani Comunisti solidarizzano con la popolazione colpita dal maltempo, in un territorio che ha bisogno di essere messo in sicurezza da subito.