R. & P.
SIDERNO – Che poi non si dica che non ci avevamo provato.
Noi non ci siamo mai risparmiati – né ci risparmieremo in futuro – se si tratta di tutelare i lavoratori .
E’ il nostro compito e il nostro dovere.
Ls nostra azione, per chi ci conosce da sempre o per chi – come la Locride Ambiente – ha imparato a conoscerci da qualche tempo a questa parte, non lesina sforzi quando si tratta di ridare dignità ai lavoratori.
E, ovviamente, quando si parla di dignità, si parla di retribuzioni. Perchè non vi è dignità nel lavoro come nella vita, quando non si hanno neanche i minimi mezzi di sostentamento.
Le nostre battaglie in questo senso contro la Locride Ambiente – che aveva e, a quanto pare, ha ancora il malvezzo di non pagare i propri dipendenti – sono risapute e, attraverso una lotta serrata e il ricorso a tutte le forme di protesta e di lotta sindacale e a tutti gli strumenti previsti dal nostro ordinamento a tutela dei lavoratori, ci hanno consentito se non proprio di ripianare la situazione se non altro di limitare i danni facendo recuperare ai lavoratori nel corso del 2019, tra sforzi sovrumani, almeno di che vivere.
E le nostre intenzioni non sono cambiate perchè, questo sia chiaro, continueremo a lottare per il rispetto dei diritti dei nostri assistiti.
Tuttavia non vi è chi non veda che una situazione di lotta perenne e senza tregua non sia sostenibile nel lungo periodo, consigliando anzi imponendo la ricerca di soluzioni alternative che, mettendo sempre in prima fila i diritti e gli interessi dei lavoratori, andasse in qualche modo incontro all’azienda, tentando una conciliazione, difficile ma non impossiible solo a volerlo, tra la situazione aziendale e le legittime esigenze dei lavoratori.
Da qui l’invito, risalente allo scorso 27 dicembre 2019, rivolto ai vertici aziendali, di aprire un confronto, magari al fine di concordare un piano di rientro delle varie morosità – che ad oggi mediamente si attestano in circa 3/4 mensilità per ogni cantiere in cui la Locride Ambiente opera – che potesse operare una sintesi tra le opposte esigenze e, in qualche modo, consentire un ripiano, per così dire, più morbido, dell’arretrato economico accumulato dalla Locride e che però pesa come un macigno sulle spalle dei lavoratori.
Risposta: nessuna.
Ora è chiaro il senso della nostra apertura e del perchè non vogliamo che domani ci si dica che non ci avevamo provato.
Perchè per fare accordi o anche solo per parlarsi bisogna essere in due. E nel nostro caso i nostri tentativi di parlare e confrontarsi si sono ridotti ad un unico desolante monologo, senza costrutto o sbocchi possibili proprio perchè monologo senza interlocutore alcuno.
Poi è chiaro che nessun comportamento umano, anche omissivo, rimane senza conseguenze: e il silenzio della Locride Ambiente, che continua imperterrita a non dare segnali di vita, chiusa nella propria torre fatta non d’avorio ma di debiti e di risposte non date, non può rimanere senza risvolti pratici
Per come già annunciato nella nostra nota dello scorso 27 dicembre, sopra richiamata, infatti abbiamo già provveduto ad attivare le prime richieste di attivazione dell’intervento sostitutivo della stazione appaltante che, da ora in poi, verranno azionate in maniera sistematica presso ogni cantiere ove se ne ravvisi la necessità, nel tentativo di poter garantire ai lavoratori pagamenti il più possibili puntuali.
E che ciò sia di avviso a tutti i Comuni interessati: l’attivazione obbligatoria dell’intervento sostitutivo dovrà avvenire non appena decorsi i termini di legge (15 giorni dalla ricezione delle richieste) perchè il nostro intento è quello di creare un sistema di pagamento alternativo e regolare rispetto a quello di un’azienda che non vi provvede.
Trascorsi i termini chiameremo in causa le stesse stazioni appaltanti che verranno quindi gravate dei costi e delle spese legali che invece potrebbero risparmiare ove attivassero per tempo i meccanismi di pagamento richiesti.
Altra possibilità non c’è.
Perchè dinnanzi ad una società che non da risposte di nessun genere, non vi è altro mezzo che attaccare a testa bassa utlizzando tutti gli strumenti che l’ordinamento riconosce.
E attenzione: perchè a non dare risposte non è solo la parte privata di quest’azienda, ma anche la parte pubblica che, pur essendosi ricoperta di ridicolo a mezzo del Presidente Gerace e del Presidente del Conssorzio dei Sindaci Loiero, che hanno promesso a destra e a manca impegni e pagamenti delle retribuzioni in pubbliche riunioni, noi presenti, poi puntualmente disattesi, a tutt’oggi non ci risulta abbiano avuto la responsabilità di dimettersi per recuperare almeno un pò della dignità perduta, preferendo rimanere attaccati con le unghie e con i denti alle poltrone e alle cariche che ricoprono.
Ecco, Presidenti, sarebbe ora di farlo questo sforzo, questo colpo d’ala, e, in un impeto di lucidità di dimettersi una buona volta.
Solo così potreste differenziarsvi da una parte privata che tanti sfaceli sta compiendo anche se, forse, è troppo tardi per riparare i danni ed evitare di confondersi con chi sta amministrando così male questa società.
Coordinatore Provinciale Slai Cobas
Nazzareno Piperno