di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Quella di oggi potrebbe essere una data spartiacque nei rapporti tra maggioranza e opposizione in seno al consiglio comunale di Locri. Almeno è quello che si evince dalle parole del sindaco Calabrese riportate nell’articolo di cronaca del civico consesso pubblicato in precedenza. Insomma, già domani il clima potrebbe essere ancora più rovente che nelle prime due sedute consiliari, quelle in cui la discussione è spesso degenerata.
La maggioranza, infatti, ha mal digerito la mancata prosecuzione della seduta e le cause che l’hanno determinata. L’orecchio indiscreto del cronista lo ha colto a margine della riunione improvvisata nel salottino fuori dall’ufficio della segreteria del sindaco. Si è altresì discusso dell’esigenza di riformare lo statuto per renderlo conforme alle modalità di comunicazione garantite dalle moderne tecnologie, come la P.E.C. richiamata dalla capogruppo Bumbaca che, tra l’altro, oggi festeggia il proprio compleanno. A lei vanno gli auguri dell’intera redazione di Lente Locale. Ma Calabrese, sempre a margine della (mancata) seduta consiliare ha aggiunto che «Il richiamo allo statuto fatto dalla consigliera di opposizione Cautela vale fino a un certo punto, perchè la carta fondamentale della macchina amministrativa locrese è già stata superata, in diversi passaggi, dalle norme recentemente introdotte nell’ordinamento giuridico. Penso, ad esempio, – ha proseguito Calabrese – al numero dei consiglieri: nello statuto sono 20, quando il governo Monti ne ha ridotto il numero a 16. Cosa diranno alla prossima seduta in cui tutti saranno presenti, che ne mancano quattro a norma di statuto?». Ma non solo. Calabrese ha altresì ricordato che «Lo statuto prevede anche figure istituzionali che non ci sono più, come il difensore civico, il direttore generale, ecc. Ecco perchè – ha concluso – ritengo che richiamarlo in questo modo sia inopportuno». Già, Nadia Cautela.
La consigliera di opposizione, prima firmataria della richiesta di convocazione del consiglio comunale per discutere di «interventi urgenti da adottare presso l’ospedale di Locri per la tutela del diritto alla salute dei cittadini: servizio di elisoccorso e apparecchiatura TC», poi convertita in mozione, è stata l’ultima ad abbandonare l’aula consiliare. Aria sorniona e abbronzatura caraibica, la Cautela ha atteso pazientemente il ritiro di alcuni documenti all’ufficio di presidenza del consiglio comunale prima di andare via. Gli altri della minoranza erano già fuori. Sia Cavo (perfettamente a proprio agio con l’abito addosso, nonostante il clima sub-sahariano dell’aula), sia la Gozzi (che in precedenza aveva spiegato, in punto di diritto, le motivazioni relative all’improcedibilità della seduta per l’esigenza del completamento del procedimento notificatorio) e sia Mammoliti, che sulla possibilità di autoconvocazione del Consiglio per domani pomeriggio aveva chiesto la sussistenza di una norma ad hoc nel regolamento del civico consesso. Ora, se come dice Calabrese, domani pomeriggio sia Cavo che Cautela sono impossibilitati a prendere parte alla seduta, considerando gli impegni precedentemente assunti, che succederà? Si discuterà della mozione sottoscritta dai consiglieri di minoranza senza il capogruppo di opposizione e la prima firmataria della mozione stessa, la cui trattazione era stata garantita dalla maggioranza nonostante non fosse prevista dall’ordine del giorno? Lo scopriremo solo domani pomeriggio, all’ora del Tè. Freddo, rigorosamente, vista la temperatura di una sala che non ha l’impianto di condizionamento e nella quale l’unico modo per rinfrescarsi un po’ è costituito dalla bottiglia d’acqua fresca che un dipendente comunale ha offerto, non solo ai consiglieri, ma anche alla stampa. Un gesto, tutt’altro che scontato, di gentilezza. Per il quale ringraziamo pubblicamente.