di Pasquale Vozzo
Lo hanno visto arrivare, ed abbattersi come un tornado, ma non con la forza distruttiva del ciclone, ma con la determinazione di chi ha piena consapevolezza che un risultato del genere implica una energia deflagrante.
Smentite tutte le previsioni. Chi ipotizzava un fotofinish è stato pesantemente contraddetto da un risultato che restituisce un verdetto inappellabile. Rocco Femia, neo eletto se lo aspettava? In cuore suo io penso di sì. Ma è riuscito a celare con naturale riservatezza i messaggi di sostegno che gli pervenivano sul piano personale, ma non da ieri, ma da mesi.
Uomo di equilibrio ha saputo aspettare con fiducia. Dietro quel velo di amarezza, che da qualche anno lo segna, per la disavventura giudiziaria da cui ne è uscito immacolato, ha fatto sempre trasparire una irrefrenabile voglia di politica, di impegno civico, dettato da un amore sconfinato per la sua comunità. Un flirt senza soluzione di continuità, una storia d’amore intensa, sospesa, come capita a due amanti, osteggiati dal destino avverso e crudele. Due amanti che si vogliono, si desiderano e si cercano per sublimare la loro sete di reciproco affetto.
Magari, molti amministratori fossero affetti da questa morbosità. Oggi Rocco ha un’altro sguardo, fiero. Negli occhi una luce nuova. E da domani? Domani è già oggi. “La città del sorriso” non è uno slogan, e noi non lo abbiamo mai capito. È uno stato di benessere, di serenità che deve contraddistinguere una città laboriosa e capace. È un patto di fiducia tra l’amministratore e l’amministrato. È prendersi per mano e percorrere insieme il sentiero della crecita dove nessuno è lasciato indietro. È un sentimento di naturale solidarismo che si stabilisce tra l’imprenditore e l’anziano. Tra il giovane e l’adulto. Eppure, dieci, cento, mille volte lui ha tentato di spiegarcelo. Ieri Marina, gli ha tributato l’onore ma anche l’onere di essere guidata da lui e dalla sua squadra. Il dado è tratto, il Rubicone alle spalle, non ci si può più fermare. Ad maiora semper Sindaco.