Un amore lungo per così tanto tempo che è ciò che ci piace mettere in evidenza nel giorno in cui si dà l’addio all’altrimenti ribattezzato “Re Giorgio”, questa fedeltà indiscussa ed indiscutibile ad una donna ed a quel sentimento nato sui banchi dell’università “Federico II” di Napoli dove entrambi studiavano legge: al di là di tutte le elucubrazioni, ed il discettare in lungo ed in largo sul Napolitano “politico”, crediamo che anche e soprattutto l’aspetto intimo, personale, abbia condizionato, e non poco, la carriera politico-istituzionale del presidente Napolitano, napoletanissimo.
di Antonio Baldari
Altro risveglio luttuoso, quest’oggi, per l’Italia: si celebra, infatti, il funerale laico di Giorgio Napolitano, il due volte presidente della Repubblica, presidente della Camera, senatore a vita e tutto il glorioso curriculum accumulato in oltre mezzo secolo di storia politica dell’Italia moderna e contemporanea; a Montecitorio il saluto al comunista della prima ora che, poi, nel corso del tempo, ha raffinato la propria posizione politica di partenza ma pur sempre comunista era ed è rimasto, nella propria essenza di fondo, di uomo comunista e comune a tanti altri che aveva le proprie convinzioni, le proprie certezze, la fedeltà al proprio credo, anche religioso, come ebbe modo di esternare “urbi et orbi” nel 1959 in Campidoglio, a Roma, allorquando sposò Clio Maria Bittoni, che divenne sua moglie con rito civile com’era usanza per i funzionari del Partito Comunista.
Un amore, quindi, lungo ben 64 anni perché è questo che ci piace mettere in evidenza nel giorno in cui si dà l’addio all’altrimenti ribattezzato “Re Giorgio”, questa fedeltà indiscussa ed indiscutibile ad una donna ed a quel sentimento nato sui banchi dell’università “Federico II” di Napoli dove entrambi studiavano legge: al di là di tutte le elucubrazioni, ed il discettare in lungo ed in largo sul Napolitano “politico”, crediamo che anche e soprattutto l’aspetto intimo, personale, abbia condizionato, e non poco, la carriera politico-istituzionale del presidente Napolitano, napoletanissimo.
In un mondo in cui oggi i rapporti interpersonali, per non dire anche ed in special modo quelli privati, conoscono una deriva umana pressoché senza precedenti, la longevità di questa unione che è andata oltre le “nozze di diamante” – che indicano giustappunto la purezza e la fiamma dell’amore ancora presente dopo tanti anni – ci pare molto seriamente essere alla base, oltremodo solida, dei successi di colui che è rimasto al Quirinale per due mandati; pensiamo alla serenità, alla tranquillità che il presidente Napolitano ha avuto in tanti anni di servizio alle Istituzioni e scaturente proprio dalla saldezza umana vissuta con la moglie Clio, presenza fissa al suo fianco.
Una tranquillità ed una serenità interrotte nel 2007, secondo quanto riportano le cronache dell’epoca, nel mentre la “first lady” esce da sola, per fare una passeggiata, ma viene investita da una macchina attraversando la via del Quirinale: il marito e presidente Giorgio, in quei momenti a colloquio con l’allora ministro dell’Economia, Padoa Schioppa, lascia la conversazione con il ministro e corre dalla moglie volendola accompagnare in ospedale dove poi, la signora Clio, subirà un intervento chirurgico per una frattura abbastanza grave.
Insomma, fondamenta ferme ed inattaccabili per il presidente Napolitano, che tra poche ore se ne andrà dopo il rito laico celebrato a Montecitorio, da laico, per l’appunto, e da comunista della prima ora come oltre sessant’anni fa divenne sposo della sua Clio, che sarà la persona che più di tutte soffrirà della sua dipartita, per averlo avuto così per lungo tempo accanto, sempre insieme. Sempre.