di Enzo Romeo
Ammetto di avere paura da qualche tempo di scrivere o parlare sui femminicidi e complessivamente sulla violenza di genere. Perché, secondo me, si crea solo un circuito fatto di parole, scritte o dette, che non risolvono il problema e provocano spirito di emulazione.
La piccola quattordicenne assassinata dal suo ex fidanzato, in Campania, è nella mia mente e ogni volta che il pensiero di questa ennesima tragedia provocata mi prende, capisco che ci sia poco da dire. Bisogna fare. Non concordo sull’abbassamento della soglia dell’imputabilità a 12 anni, un pensiero esternato (Corriere della Sera di sabato 31 maggio) dalla parlamentare della Lega Giulia Bongiorno, allargato a molti, pare, esponenti della maggioranza. Non credo possa servire. Bisogna fare, dicevo. E cosa intendo: dobbiamo, in primis, come genitori esercitare un maggiore controllo sui nostri figli, facendo capire loro che ogni età ha una sua particolarità. Per essere chiari a 18 anni si è ancora alla ricerca di obiettivi e di percorsi. Non si è adulti e non ci si può comportare o atteggiare come tali. Lo so perfettamente che non è facile, ma so per certo che non si può demordere. Lo stesso deve avvenire nelle scuole, dove, confessiamolo, una rassegnazione nei docenti – che ben inteso, non devono essere i martiri dei genitori – si coglie. Autorevolezza, dunque. E poi, i social. Questi stramaledetti, per quanto utili e utilizzati (anche da me) marchingegni hanno deviato i pensieri dei nostri ragazzi. Certo tocca a noi vigilare, ma più che tardare l’inizio dell’uso degli smartphone e allontanare i tempi, che so non possano essere infiniti, non so cosa si possa fare altro.
La violenza di genere e nelle giovani generazioni nasce da una visione distorta della vita e delle prospettive sbagliate che parte del mondo dei grandi ha indicato. Bisogna dunque fare. Un’idea? Ma perché non limitare l’età di accesso ai social ai giovani, alzando il livello dell’asticella? Può essere solo l’inizio.I telefonini possono servire. Quindi si consenta l’uso degli stessi, ma con impedimento tecnologico di accesso alle così osannate App.Va bene la tecnologia e la modernità. Non vanno bene le menti robotizzate.E se non ci incazziamo come comunità adulta e civica, andrà sempre peggio.