di Enzo Romeo (foto fonte official page fb Jane Alexander. Foto @dirkvogel)
Uno, nessuno, centomila è il romanzo capolavoro scritto da Luigi Pirandello. L’altra sera l’ho visto rappresentato in teatro al Palazzo della Cultura a Locri, con Primo Reggiani, nella parte di Genge’, nell’ambito nella stagione teatrale della Locride, organizzata dal Centro Teatrale Meridionale, diretto da Domenico Pantano, un uomo, un artista, una garanzia. Avevo visto lo scorso anno a Cittanova e a Palermo la stessa opera con il grande Pippo Pattavina protagonista, che mi aveva emozionato. Primo Reggiani è bravissimo ed è degno dell’immensità di Pirandello.
Tra i protagonisti con Reggiani la grande Jane Alexander, della quale sono entusiasta ammiratore da sempre. Jane Alexander è una grandissima attrice, spettacolare. Asserzione, chiarisco, che non ammette replica. Bravura, talento puro, bellissima e affascinante. Una dea, che non si lascia minimamente prendere dal divismo. È di una semplicità disarmante. La ricorderete in Elisa di Rivombrosa, nella quale era un perfida nemica della protagonista, interpretata da Vittoria Puccini. Quella è stata la passerella televisiva, ma Jane Alexander è anche altro. Lei è teatro puro. È il palcoscenico, la polvere, che sulle tavole è segno di bellezza. È puro proscenio. Quale che sia il personaggio che interpreta, lascia il segno indelebile.
A Locri applausi per tutti, fragorosi, e il mio, in particolare, rivolto a lei. A sipario calato, ho atteso l’uscita degli attori (lo faccio sempre, ovunque mi trovi, a Milano o a Trapani) e il mio pensiero era solo rivolto all’idea di potermi presentare a Jane Alexander e dirle che sono un suo ammiratore. E così ho fatto, cogliendo in lei tanta sorpresa. Ulteriore conferma della semplicità e della disponibilità umana della nostra. L’ho osservata per tanto tempo, dopo averle stretto la mano e salutata, e ho visto la sua empatia con tutte e tutti. Una diva, senza fare la diva.