di Enzo Romeo
In Italia ci sono cinque milioni di poveri cosiddetti energetici. La metà di questi è al Sud. Sinceramente è un fatto grave.
La crisi energetica è diventata emergenza e si aggiunge a tutte le altre che stanno già sul groppone di molti. Siamo messi male, inutile nasconderlo, ma oltre alla presa d’atto, abbiamo soluzioni? La risposta è no. O meglio non le abbiamo noi, tanto che il rischio di qui a qualche mese è quello di non riuscire a pagare.
Il costo dell’energia è aumentato a dismisura. Gli effetti delle guerra certamente e le parallele speculazioni hanno dato origine a questa situazione. Non oso pensare quanto siano aumentati i costi: cento per cento? Di più? Certo è che sono fuori dalle possibilità di milioni di persone. In questi casi qualunquismo e populismo incombono, facile esprimere rammarico in narrazioni come quella che state leggendo.
Mentre scrivo, su una rete nazionale che accompagna con i suoi suoni il mio impegno lavorativo notturno, va in onda, guarda caso,uno spot di promozione di un sito che dispensa consigli sul contenimento dei costi delle bollette. La scena è interessante. Una coppia riposa di notte quando lui, improvvisamente, si agita in preda agli incubi causati dall’impossibilità di rispettare le scadenze. Lo spot invita a contattare la piattaforma per ritrovare serenità. Sembra quasi convincente. Chissà quanti staranno digitando il numero indicato, per trovare soluzione ai continui salassi. Osservo e penso: può uno spot diventare speranza? L’esasperazione può consentire ciò.