di Domenica Bumbaca
Non è da tutti sognare e progettare. Matteo lo fa. Sogna, ma non vive di soli sogni. Anzi, si impegna e progetta la sua vita. Vuole sposarsi e sa che ci vuole impegno e sacrificio. Quindi spera in un lavoro che proprio oggi è arrivato. La vita di Matteo è la vita di ogni ragazzo, la sua un po’ più speciale perché fatta di tanti ostacoli da quando è nato affetto dalla sindrome di down, ma non per questo vissuta a metà. Anzi è un “uragano” Matteo. Ama giocare, nuotare, studiare, scoprire. E allora quando scattò il colpo di fulmine con la sua amata Martina decise che per avverare il suo sogno era importante lavorare perché matrimonio e famiglia sono adesso le cose più importanti, per raggiungerle serve impegno. Così, grazie anche alla caparbietà del suo gruppo, della sua presidente Irma Circosta, che diffuse il messaggio di Matteo, l’annuncio di lavoro andò a buon fine. Matteo incontra nella sua strada la sensibilità del signor Pino Trimboli, titolare di un rinomato locale di Martone, dando disponibilità ad assumere nella sua struttura Matteo con contratto part time.
Ed è proprio la presidente, emozionata e soddisfatta, Irma Circosta a informare: «Comunico con gioia e commozione che Matteo Mandarano, atleta della polisportiva “I girasoli della Locride” inizierà a lavorare al noto ristorante di Martone, regolarmente assunto dal titolare Pino Trimboli con la costante attenzione di Area Famiglie Calabria e Direzione provinciale Special Olympics di Reggio Calabria. Si conclude un lungo iter burocratico che ci ha impegnati non poco. Matteo è il primo ragazzo Special Olympics della Locride a lavorare con regolare contratto». «L’inserimento nel mondo del lavoro di una persona diversamente abile è importante- continua la Circosta- non tanto sotto il profilo retributivo, quanto sotto quello della dignità della persona, in armonia con il percorso formativo che, grazie al programma inclusivo di Special Olympics, Matteo ha avuto modo di sperimentare con profitto. In Italia oggi molte persone con la sindrome di Down hanno raggiunto traguardi importanti. L’assunzione di Matteo vuole essere un esempio affinché, quanto è alla portata di molti in altre regioni, si trasformi in realtà anche nel nostro territorio».
Sperando di non disturbarlo al lavoro, contattiamo Matteo. «Ho finito di lavorare» ci dice. «Il primo giorno è andato bene e non sono stanco. Sono molto contento perché mi piace tanto quello che faccio». Matteo è sicuro di sé e certamente non è secondo a nessuno. «So cavarmela, io sono cameriere di sala e vado anche in cucina». Non è la prima volta che fa questo perché già nel suo curriculum, oltre le medaglie per valore sportivo come nuotatore, c’è un’esperienza a Barcellona. «Sono stato a Barcellona e ho imparato molto, adesso nella mia terra spero di poter dare il mio contributo perché per me questo lavoro significa la mia vita». Ne è sicuro, proprio come il “si” che vorrà presto pronunciare sull’altare alla sua Martina, perché afferma: «Si io e Martina ci vogliamo bene e con il mio lavoro potrò adesso mettere da parte qualcosa per il nostro matrimonio».
In questa società dove si parla di inclusione sociale, integrazione, autonomia, dove tutti dimostrano sensibilità, si sfoggiano iniziative verso i più bisogni, dove tutti ricordano che i diritti e doveri sono uguali per tutti, c’è anche, e per fortuna, chi oltre le parole va ai fatti. È Pino Trimboli, titolare del ristorante che, assumendo Matteo, ha dato prova che oltre la solidarietà si può e si deve dare un’opportunità, per non restare indietro e permettere quella vera inclusione che ci permette di essere tutti uguali, sfidando anche la lentezza della burocrazia. «Sono vicino al gruppo dello Special Olympics della Locride da un po’ di tempo e mi sono sempre chiesto come poter dare il mio contributo oltre la stima e la vicinanza. Così chiacchierando con la presidente Circosta abbiamo concretizzato ciò di cui più hanno bisogno questi ragazzi: essere utili. E loro lo sono veramente, perché, tra l’altro hanno una marcia in più e sono determinati. Non mi sono chiesto se Matteo fosse capace o meno ma piuttosto se io e il mio staff fossimo all’altezza della situazione, perché si parla di integrazione ma i primi siamo noi a dover imparare a rapportarci. E con Matteo è stato semplice più del previsto. Avevo già sentito parlare di situazioni similari in altre regioni, quindi mi sono detto perché non farlo anche qui da noi?» L’appello accolto dal signor Trimboli potrà essere un’apripista per quanti imprenditori vorranno collaborare con il team de “I Girasoli della Locride” perché l’inserimento lavorativo di questi ragazzi non sia utopia, magari, riuscendo anche, a far si che la burocrazia non sia così lunga come è stato per Matteo. Ma la determinazione e caparbietà superano anche le lungaggini burocratiche e così a Martone un ragazzo speciale sarà un cameriere normale che servirà i clienti, e sarà anche un cameriere che regalerà sorrisi, simpatia, oltre il garbo e l’educazione.