La finestra affacciata sul mare, incastonata in una parete verniciata con effetto spatolato, lascia entrare nella stanza il profumo, pardon…‘u sciauru della Sicilia sudoccidentale. Il quadro di Matisse, elaborato graficamente per la copertina del nuovo romanzo di Renato Pancallo, dal titolo “Il testamento di Palazzo Fragalà” (2019, Pellegrini) introduce subito nell’atmosfera intrigante e avvincente di un narrato impreziosito da una prosa scorrevole e piacevole alla lettura, con una punta d’ironia, dialoghi approfonditi e personaggi che prendono forma attraverso descrizioni dettagliate che li rendono subito assai definiti.
Ambientata nella Sicilia a cavallo tra il 1969 e il 1970, la storia è ricca di colpi di scena, e descrive appieno il carattere di una terra che viene descritta da uno dei personaggi più importanti, come “Baciata dalla maginificenza”, ma anche come “Il luogo dove vivono persone che hanno imparato l’arte d’impossessarsi col sorriso della vita degli altri”.
Proprio così: nel romanzo c’è spazio per gente semplice attratta dal miraggio di un arricchimento facile, per gli inevitabili delinquenti organizzati e anche per qualche colletto bianco che si rivela un autentico tragediatore.
Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, “Il testamento di Palazzo Fragalà”, nel quale è facile cogliere la luminosità di una terra baciata dal sole, il profumo di ginestre e fiori d’arancio, e l’immancabile suono dello scacciapensieri, suonato da uomini avvolti in camicie inamidate e coi capelli corvini pettinati con la brillantina, abili seduttori di donne bellissime e dai tratti somatici che sintetizzano storie millenarie di dominazioni straniere dell’isola.
Il lettore viene sorpreso da un finale tutt’altro che scontato, con una morale di fondo: il crimine non paga, sia esso frutto dell’efferatezza di individui rozzi e avvezzi all’uso della violenza, sia esso espressione dell’inganno tentato da menti raffinatissime di infidi e viscidi soggetti.
“Il testamento di Palazzo Fragalà” verrà presentato, in prima assoluta, venerdì 15 febbraio alle 17,30 nella sala riunioni del Grand Hotel President di Siderno. Gianluca Albanese dialogherà con l’autore. Introdurrà i lavori il senatore Pietro Fuda, mentre l’analisi critica del testo sarà affidata alla docente Carmen Lucisano. L’attore Vincenzo Muià darà vita al reading di alcuni brani.