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Dal programma Escursione 2017 – I quattro elementi della natura, “L’Anello di Agnana”. Itinerario Naturalistico Panoramico Storico ad Anello
Un sentiero di bassa quota dove si incontrano gli elementi acqua, terra e fuoco; parte dalle immediate vicinanze del piccolo borgo di Agnana e ha come obiettivo quello di far conoscere un aspetto rilevante della realtà del territorio.
La sua vera ricchezza è costituita da alcune sorgenti d’acqua minerale, di cui una sulfurea, due clorurate, una ferruginoso-sulfurea, situate in località Junchi. Purtroppo, nonostante siano pregiate (sono state infatti classificate, dopo accurate analisi, “Termominerali”, cioè adatte alla cura di varie malattie), sono scarsamente conosciute. Esistono tuttora, nei pressi, i ruderi di alcune vasche che in passato venivano utilizzate per le cure terapeutiche. Agnana fu molto conosciuta anche per l’esistenza di numerose miniere di lignite ed antracite abbondantemente sfruttate prima dai borboni (sino al 1850), dopo dalla popolazione locale (sino alla seconda guerra mondiale) e oggi, purtroppo, del tutto abbandonate. Il carbon fossile di Agnana servì anche ad alimentare il primo tratto ferroviario italiano esteso da Roma a Frascati.
Raduno ore: 10.00 Agnana Centro
Partenza escursione ore: 10.15
L’Anello di Agnana
Tempo: Ore 4.30 Località: Agnana
Dislivello: 180 slm 420 Comuni int: Agnana
Difficoltà: E. Escursionistico
Si narra che il 19 maggio 1846 Ferdinando II di Borbone si recò a visitare i giacimenti minerari di lignite ed antracite più pregiate del regno di Napoli. Pare che il re sia partito da Siderno, per raggiungere Agnana a dorso di un asino, messo gentilmente a disposizione da un contadino del posto. Al rientro dalla sua visita, il contadino promise a Ferdinando II che nessuno dopo di lui avrebbe cavalcato più il suo asino. Riconoscente, il re gli concesse un premio in denaro affinché potesse mantenere il suo asino.
Descrizione del Sentiero:
Una passeggiata tra verde, storia e leggenda, Un bellissimo sentiero geo-naturalistico di bassa quota, con paesaggi maestosi.
Si parte dal centro abitato, proseguendo poi verso il Largo San Basilio da dove si sale lungo la via degli Appenini per giungere, dopo pochi minuti, alla Timpa du Monico nei pressi della quale vi è la Miniera chiamata dai locali “miniera di Franci Siciliano“; dal sito si gode una bella veduta sul maestoso Monte Mutolo e la cima di monte San Junio.
Il sentiero scende lungo una staccionata in legno per condurre, dopo qualche minuto, alla Miniera di Santa Caterina; si scende lungo la via dei Mulini e, dopo un breve tratto di strada asfalta, si giunge al Cimitero; ci si immette poi sulla pista di Rigale, che viene percorsa per un centinaio di metri, fino a giungere alla grande quercia in corrispondenza della quale si lascia la pista e si prosegue lungo una vecchia mastra della valle di Mancuso; dopo pochi minuti di cammino si giunge all’antica bocca mineraria “Principe di Napoli” dalla quale, durante il periodo borbonico, si estraeva carbon fossile utilizzato non solo per gli usi locali ma soprattutto per contribuire alla costruzione e all’avviamento della prima linea ferroviaria italiana (1882 tratta Roma-Frascati).
Si riprende il sentiero lungo la staccionata che ci porta sulla strada asfalta e, dopo un centinaio di metri di cammino, si svolta a destra attraverso un breve falso piano, fino a giungere sulla strada provinciale; si lascia la strada e si prosegue sulla pista a destra che, dopo pochi minuti, conduce ad un piccolo complesso termale risalente al periodo Romano, come attestano i ruderi di due vasche.
Dopo aver percorso la strada provinciale per pochi metri, si giunge al ponte di Salito; da qui ci si immette su una pista forestale che sale lungo una pineta preda degli incendi e, dopo 30 minuti di cammino abbastanza impegnativo si giunge a Petto Tondo; breve sosta per recuperare ed ammirare il panorama dalla Diga del Lordo, Monte Scifo e tutta la valle del Novito.
Si prosegue sulla pista di cresta che in pochi minuti porta all’incrocio; si prosegue a sinistra sulla strada di Prachi che scende tra vecchi ruderi e, dopo circa 500 metri si giunge alla parte alta di Agnana, si procede in discesa attraverso vicoli e viuzze per raggiungere, in breve tempo, il punto di partenza.