Qualche partitina a bocce, di tanto in tanto un ballo liscio o mazurka di periferia, la partecipazione alla santa messa, la rituale visita dal medico per le gocce o per il diabete e via di queste azioni tutto sommato “scontate”, nella vita quotidiana di ogni giorno: si può obiettare che va bene così e invece il punto è proprio qui, nel pensare a quelle strategie politico-istituzionali che vedano i nonni assoluti protagonisti dei nostri tempi! Basti pensare alla deriva socio-esistenziale a cui stiamo assistendo quasi del tutto impotenti, con i giovani nello specifico senza dei punti concreti di riferimento.
di Antonio Baldari
Una decina di giorni fa il Nostro Direttore, Simona Ansani, ha perso la nonna, un affetto molto caro, preziosissimo, di cui ha chiaramente sofferto come, ad onor del vero, non si soffre per tutti gli affetti che, nel bene e nel male, ti entrano nel cuore, ti invadono dolcemente l’anima e ti prendono la mente da non potertene più liberare. O volertene liberare, come nel caso dei nonni, per l’appunto, che costituiscono un affetto che assai di rado ti avvolge da segnarti per sempre l’esistenza. Perché, come si direbbe per il più famoso festival della canzone italiana, “I nonni sono i nonni”.
E come loro non ce ne stanno, sono unici, intanto perché due volte papà e due volte mamma, che se uno pensa al papà o alla mamma già è un gran pensare, giacché sono coloro che ti hanno amato prim’ancora che venissi al mondo, ancora di più quando lo sei venuto alla luce riempiendo di indescrivibile gioia loro e l’intero arco familiare, in special modo proprio loro, i nonni che, secondariamente, con il passare del tempo si rivelano come quel “porto sicuro” a cui attraccare, lasciandosi andare nelle confidenze, nella certezza di trovare chi possa infondere delle certezze, fiducia ed anche quella sorta di “scudo” su cui contare. Perché garantisce nonno, garantisce nonna, inattaccabili àncore di salvezza.
E come loro non ce ne stanno, sono unici, intanto perché due volte papà e due volte mamma, che se uno pensa al papà o alla mamma già è un gran pensare, giacché sono coloro che ti hanno amato prim’ancora che venissi al mondo, ancora di più quando lo sei venuto alla luce riempiendo di indescrivibile gioia loro e l’intero arco familiare, in special modo proprio loro, i nonni che, secondariamente, con il passare del tempo si rivelano come quel “porto sicuro” a cui attraccare, lasciandosi andare nelle confidenze, nella certezza di trovare chi possa infondere delle certezze, fiducia ed anche quella sorta di “scudo” su cui contare. Perché garantisce nonno, garantisce nonna, inattaccabili àncore di salvezza.
Ad ogni buon conto quello che, particolarmente in una giornata come quella di oggi, viene immediatamente da pensare è come i nonni vengono più in generale considerati in Italia, e più specificatamente l’attenzione che viene loro riservata nella Società italiana di questo Ventunesimo secolo, indubbiamente tra i più complessi e difficili della storia moderna e contemporanea, contemplando tutte le problematiche di ordine educativo e sociale; ed invero, i nonni appaiono molto lontani dall’essere parte viva ed integrante della Comunità, quasi che fossero “di troppo”, o comunque già arrivati al capolinea della loro storia personale e della Storia della Nazione.
Qualche partitina a bocce, di tanto in tanto un ballo liscio o mazurka di periferia, la partecipazione alla santa messa, la rituale visita dal medico per le gocce o per il diabete e via di queste azioni tutto sommato “scontate”, nella vita quotidiana di ogni giorno, ma niente di più quando, in realtà, essi potrebbero fare molto di più: si può obiettare che va bene così, che meritano di godere la pensione e poco altro, e invece no, il punto è proprio qui, nel pensare a quelle strategie politico-istituzionali che vedano i nonni assoluti protagonisti dei nostri tempi!
Basti pensare alla deriva socio-esistenziale a cui stiamo assistendo quasi del tutto impotenti, con i giovani nello specifico senza dei punti concreti di riferimento, che sono capaci di riempire le proprio giornate ingolfandosi di virtuale, di stupide goliardate sui social, sfocianti in gravi azioni a scuola, nelle famiglie, nei gruppi da loro frequentati e via di queste degenerazioni; insomma, i nonni possono, pardon!, debbono fare di più per il bene della Nostra Società e del futuro ad oggi molto a tinte fosche, fuori e, soprattutto, dentro di noi: come non pensare a quei nonni soli, indifesi, in silenzio perché dimenticati, che sono passati attraverso delle vere e proprie “prove di vita” che soprattutto ai nostri giovani farebbero tanto bene per una loro corretta crescita umana e culturale. Crescendo riflessivamente, insieme a loro, il Paese.