LOCRI – E’ ancora in corso la protesta dei dipendenti Inps, Inpdap e Inail, una 3 giorni iniziata lunedì, dal carattere nazionale ma anche locale; molti infatti, sono stati i lavoratori che dalla Calabria si sono diretti a Roma per manifestare davanti al Parlamento contro le nuove direttive imposte dalla legge di stabilità e contro la legge 135 denominata “spending review”. Previsto il taglio di circa quattromila posti di lavoro (legge 135) e di trecento milioni di euro (legge di stabilità). Chi ne risentirà non saranno solo i dipendenti, ma anche i cittadini e i pensionati, perché se il Parlamento a partire dal 1° gennaio 2013 dovesse approvare i suddetti tagli, non verrà più garantita l’erogazione dei servizi dell’Inps. Dunque: meno personale, meno risorse e di conseguenza meno servizi al cittadino. Ma non è tutto: prevista a livello nazionale anche la chiusura di 160 uffici Inps entro il 2014. Evitare gli sprechi di denaro pubblico, è una delle richieste emerse dall’assemblee dei lavoratori, “sprechi derivanti dal ricorso a Società private di Consulenza o di esterni per la gestione del patrimonio immobiliare, dal mancato controllo sulle spese per la logistica e le risorse strumentali, dalla mancata unificazione delle Sedi centrali e periferiche di Inps e Inpdap, dalla cattiva gestione delle spesa destinata alle procedure informatiche”. Come è stato riportato ieri dal nostro giornale, anche gli uffici dell’Inps di Locri ieri mattina sono rimasti chiusi, per aderire all’assemblea che ha avuto luogo davanti la Prefettura di Reggio Calabria e per ribadire la loro contrarietà ad ulteriori tagli che non farebbero altro che ripercuotersi sui servizi forniti ai cittadini ma non solo, comprometterebbero riducendolo, l’operato dei dipendenti.
FRANCESCA CUSUMANO
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